VAL DI PEIO. Una
politica complessiva di gestione dell"acqua pubblica. Lo chiede il consigliere
provinciale di Futura Paolo Zanella
che interviene sul tema dopo che il Tribunale
superiore delle acque pubbliche, per la seconda volta, annulla una delibera
della Giunta provinciale che nega il rilascio di una concessione
idroelettrica. In questo caso, il riferimento è all"istanza presentata dal
comune di Peio il 24 aprile 2018 per poter derivare a scopo idroelettrico
l'acqua dal fiume Noce, sul tratto che da Contra scende al Forno di Noale
(pratica C/16220). Istanza che, con la determinazione n. 11 del 21 gennaio
2020, il Servizio gestione risorse idriche ed energetiche (Aprie) ha rigettato,
visti in particolare i pareri negativi espressi nella Conferenza dei Servizi
del 7 febbraio 2019 dal Servizio Turismo e sport (in quanto la tratta sottesa è
attualmente interessata da attività di canoa e kayak) e dal Servizio Bacini
montani (in quanto la funzionalità del corso d'acqua risulta compromessa per
restrizione e modificazione dell'alveo), che si configurano come ostativi alla
prosecuzione dell'iter di valutazione. Dal rigetto era scaturito il ricorso
dell"amministrazione comunale. "La transizione energetica non può che avere come obiettivo
l'aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili "“ spiega il consigliere
-.
Un obiettivo di tutela ambientale ambizioso, che però confligge con un altro
degli obiettivi ambientali chiave del nuovo Piano di Tutela delle Acque: l'adattamento ai cambiamenti climatici
che impattano direttamente sulla risorsa idrica. Questi mesi di siccità ci
stanno dando la misura di come i mutamenti climatici impatteranno sempre di più
sui cicli idrologici, rendendo meno sostenibile di quanto si pensasse nei
decenni scorsi la produzione di energia idroelettrica. Ecco perché pensare oggi
di costruire nuovi impianti idroelettrici su un fiume già saturo di centraline
come il Noce diventa un'ipotesi insostenibile. E la Provincia farebbe bene a
resistere di fronte alla sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche
che, facendo prevalere l'interesse alla produzione energetica rispetto a quello
di tutela dei corsi d'acqua, ha annullato la delibera di Giunta di diniego
all'ennesima concessione a derivare sul Noce. Se nuovi impianti per lo
sfruttamento dell'oro blu del Noce non sono più sostenibili, la Provincia potrebbe
però agire su altri due fronti - suggerisce quindi il consigliere -.
Innanzitutto si dovrebbe porre rimedio al
pasticcio della messa a gare delle
concessioni delle piccole derivazioni quando andranno in scadenza, in modo
che gli enti locali non le perdano, anche favorendo la transizione verso il
modello di autoconsumo, cooperativistico, quello delle nascenti comunità
energetiche. Poi la Provincia si dovrebbe attivare con i nostri enti di
ricerca, investendo nello sviluppo dello stoccaggio dell'energia prodotta nelle
centrali esistenti, nella prospettiva dell'autoconsumo, con un ragionamento di sistema sugli accumulatori e sull'idrogeno
verde da produrre di notte, quando i consumi calano. I ragionamenti da mettere
in campo oggi sono anche questi, anche per far fronte ai costi che la
transizione energetica ci sta già mostrando".
Attualità
«Su Peio, la Provincia resista alla sentenza del Tribunale»
Paolo Zanella (Futura) chiede di tornare indietro sulla norma della messa a gara delle concessioni idroelettriche
