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«Su Peio, la Provincia resista alla sentenza del Tribunale»

mar 01 feb 2022 11:02 • By: Lorena Stablum

Paolo Zanella (Futura) chiede di tornare indietro sulla norma della messa a gara delle concessioni idroelettriche

VAL DI PEIO. Una politica complessiva di gestione dell’acqua pubblica. Lo chiede il consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella che interviene sul tema dopo che il Tribunale superiore delle acque pubbliche, per la seconda volta, annulla una delibera della Giunta provinciale che nega il rilascio di una concessione idroelettrica. In questo caso, il riferimento è all’istanza presentata dal comune di Peio il 24 aprile 2018 per poter derivare a scopo idroelettrico l'acqua dal fiume Noce, sul tratto che da Contra scende al Forno di Noale (pratica C/16220). Istanza che, con la determinazione n. 11 del 21 gennaio 2020, il Servizio gestione risorse idriche ed energetiche (Aprie) ha rigettato, visti in particolare i pareri negativi espressi nella Conferenza dei Servizi del 7 febbraio 2019 dal Servizio Turismo e sport (in quanto la tratta sottesa è attualmente interessata da attività di canoa e kayak) e dal Servizio Bacini montani (in quanto la funzionalità del corso d'acqua risulta compromessa per restrizione e modificazione dell'alveo), che si configurano come ostativi alla prosecuzione dell'iter di valutazione.

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Dal rigetto era scaturito il ricorso dell’amministrazione comunale. “La transizione energetica non può che avere come obiettivo l'aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili – spiega il consigliere -. Un obiettivo di tutela ambientale ambizioso, che però confligge con un altro degli obiettivi ambientali chiave del nuovo Piano di Tutela delle Acque: l'adattamento ai cambiamenti climatici che impattano direttamente sulla risorsa idrica. Questi mesi di siccità ci stanno dando la misura di come i mutamenti climatici impatteranno sempre di più sui cicli idrologici, rendendo meno sostenibile di quanto si pensasse nei decenni scorsi la produzione di energia idroelettrica. Ecco perché pensare oggi di costruire nuovi impianti idroelettrici su un fiume già saturo di centraline come il Noce diventa un'ipotesi insostenibile. E la Provincia farebbe bene a resistere di fronte alla sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche che, facendo prevalere l'interesse alla produzione energetica rispetto a quello di tutela dei corsi d'acqua, ha annullato la delibera di Giunta di diniego all'ennesima concessione a derivare sul Noce. Se nuovi impianti per lo sfruttamento dell'oro blu del Noce non sono più sostenibili, la Provincia potrebbe però agire su altri due fronti - suggerisce quindi il consigliere -. Innanzitutto si dovrebbe porre rimedio al pasticcio della messa a gare delle concessioni delle piccole derivazioni quando andranno in scadenza, in modo che gli enti locali non le perdano, anche favorendo la transizione verso il modello di autoconsumo, cooperativistico, quello delle nascenti comunità energetiche. Poi la Provincia si dovrebbe attivare con i nostri enti di ricerca, investendo nello sviluppo dello stoccaggio dell'energia prodotta nelle centrali esistenti, nella prospettiva dell'autoconsumo, con un ragionamento di sistema sugli accumulatori e sull'idrogeno verde da produrre di notte, quando i consumi calano. I ragionamenti da mettere in campo oggi sono anche questi, anche per far fronte ai costi che la transizione energetica ci sta già mostrando”.



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