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Il volto fragile della montagna

A Dimaro si toglie la polvere da sotto il tappeto e si parla anche dei problemi delle comunità alpine

Il volto fragile della montagna

DIMARO. Emozioni intense, che si percepiscono a pelle. Mille spunti di riflessione. La voglia di far emergere quello che troppo spesso, purtroppo, rimane nascosto sotto il tappeto.

È arrivato come un pugno che ti colpisce allo stomaco, che ti lascia lì immobile e senza fiato, con gli occhi sbarrati mentre tenti di ritrovare il respiro spezzato. Senza fronzoli, senza filtri, a tratti cruda nel suo realismo, la storia di una famiglia montanara scorre sullo schermo: un giovane che si dichiara gay, che deve ritrovare sé stesso e che non si sente capito e accettato dalle persone che ama; un padre, contadino e dalla mentalità chiusa, che non riconosce più suo figlio, sconvolto da un orientamento sessuale che non comprende; in mezzo, un fratello maggiore, strattonato tra le crisi del fratello e la delusione del padre, che si sente in dovere di salvare tutti, ma che, a volte, vorrebbe tanto essere salvato. Non si nasconde nulla, le persone che si muovono in quella piccola comunità alpina, una delle tante che costellano le Alpi, si mettono a nudo raccontando paure, speranze e fragilità .

È una montagna diversa quella che ieri sera, venerdì 3 marzo, si è vista al teatro comunale di Dimaro Folgarida nell"incontro "Val di Sole, ti amo da morire" promosso nell"ambito del progetto di prevenzione al suicidio "Restiamo Insieme". Una montagna che può essere anche triste, lontana dall"immagine da cartolina che siamo abituati a vedere, la montagna felice, divertente dall"aria pulita costruita ad arte dal marketing turistico.

È appunto all"altro volto di questa realtà , spesso nascosto per pudore o per il timore di rovinare un"immagine positiva che tanto bene fa all"economia delle valli trentine, che la regista Cecilia Bozza Wolf ha provato a togliere la maschera nel suo film documentario "Vergot". Perché, come lei stessa ha ribadito, ieri sera, "non è facendo finta di nulla che si risolvono i problemi". Sul palco, accanto a lei, c"erano anche i protagonisti del documentario, i due fratelli della Val di Cembra Gim e Alex

"Incontri come questo e progetti come quello promosso dalla Val di Sole sono molto importanti per prendere consapevolezza delle fragilità che si vivono nelle comunità alpine "“ ha concluso Christian Arnoldi, sociologo, docente universitario e autore del libro "Tristi Montagne" -.

Dare spazio alla riflessione su questi temi è un modo per sbloccare una situazione. La strada è discutere, parlare, senza temere di rovinare l"immagine della montagna. Ãˆ talmente solido e spesso questo immaginario che nessuno può rovinarlo". 

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