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Il volto fragile della montagna

sab 04 mar 2023 12:03 • By: L.S.

A Dimaro si toglie la polvere da sotto il tappeto e si parla anche dei problemi delle comunità alpine

DIMARO. Emozioni intense, che si percepiscono a pelle. Mille spunti di riflessione. La voglia di far emergere quello che troppo spesso, purtroppo, rimane nascosto sotto il tappeto.

È arrivato come un pugno che ti colpisce allo stomaco, che ti lascia lì immobile e senza fiato, con gli occhi sbarrati mentre tenti di ritrovare il respiro spezzato. Senza fronzoli, senza filtri, a tratti cruda nel suo realismo, la storia di una famiglia montanara scorre sullo schermo: un giovane che si dichiara gay, che deve ritrovare sé stesso e che non si sente capito e accettato dalle persone che ama; un padre, contadino e dalla mentalità chiusa, che non riconosce più suo figlio, sconvolto da un orientamento sessuale che non comprende; in mezzo, un fratello maggiore, strattonato tra le crisi del fratello e la delusione del padre, che si sente in dovere di salvare tutti, ma che, a volte, vorrebbe tanto essere salvato.

Graziadei maggio

Non si nasconde nulla, le persone che si muovono in quella piccola comunità alpina, una delle tante che costellano le Alpi, si mettono a nudo raccontando paure, speranze e fragilità.

È una montagna diversa quella che ieri sera, venerdì 3 marzo, si è vista al teatro comunale di Dimaro Folgarida nell’incontro “Val di Sole, ti amo da morire” promosso nell’ambito del progetto di prevenzione al suicidio “Restiamo Insieme”. Una montagna che può essere anche triste, lontana dall’immagine da cartolina che siamo abituati a vedere, la montagna felice, divertente dall’aria pulita costruita ad arte dal marketing turistico. È appunto all’altro volto di questa realtà, spesso nascosto per pudore o per il timore di rovinare un’immagine positiva che tanto bene fa all’economia delle valli trentine, che la regista Cecilia Bozza Wolf ha provato a togliere la maschera nel suo film documentario “Vergot". Perché, come lei stessa ha ribadito, ieri sera, “non è facendo finta di nulla che si risolvono i problemi”. Sul palco, accanto a lei, c’erano anche i protagonisti del documentario, i due fratelli della Val di Cembra Gim e Alex

“Incontri come questo e progetti come quello promosso dalla Val di Sole sono molto importanti per prendere consapevolezza delle fragilità che si vivono nelle comunità alpine – ha concluso Christian Arnoldi, sociologo, docente universitario e autore del libro ‘Tristi Montagne” -. Dare spazio alla riflessione su questi temi è un modo per sbloccare una situazione. La strada è discutere, parlare, senza temere di rovinare l’immagine della montagna. È talmente solido e spesso questo immaginario che nessuno può rovinarlo”. 



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