MALÈ Laddove generazioni di filologi antichi "“ e studiosi moderni "“ si disperarono per le sorti della biblioteca d"Alessandria, noi raramente dimostriamo attaccamento e comprensione reale di ciò che una biblioteca possa rappresentare: un faro di cultura, di integrazione e scambio, nonché un centro d"aggregazione per tutte le età . Pur avendo la possibilità di accedere a qualsiasi informazione in un click, forse dovremmo ricordare (se non reimparare) oggi il valore della lentezza, di un apprendimento senza scadenze e dell"interazione umana per la quale il libro sa essere un mezzo perfetto. Oscar Andreis ci accompagna in un breve viaggio, temporale e sociale, alla scoperta di un mondo troppo spesso posto in secondo piano da cittadini e istituzioni.
Da quanti anni svolge questa professione?
Sono trentotto: posso considerarmi un veterano della biblioteca di pubblica lettura o biblioteca di base (che si distingue dalle biblioteche specialistiche, universitarie, di conservazione). La biblioteca pubblica è una struttura di prossimità culturale perché inserita nel tessuto sociale e vicina all"utenza, alle persone appunto. Ho lavorato fino a due anni fa nella biblioteca comunale di Ossana e poi mi si è presentata l"occasione di spostarmi qui a Malé in seguito a un bando di mobilità .
Ultimamente va quasi di moda ritenersi "persone di cultura", una definizione molto vaga e che sa di slogan, così come idealizzare la professione di chi nell"ambito culturale lavora. Dunque, le chiedo"¦ è davvero il lavoro dei sogni?
Se dovessi tornare indietro, credo che lo rifarei. Il lavoro di bibliotecario è bello ed appagante nel senso che sei sempre in mezzo ai libri, all"informazione (non trattiamo solo libri ma abbiamo anche una sezione di giornali e riviste e si ha quindi l"opportunità di rimanere sempre aggiornati). Il bibliotecario di piccole biblioteche di periferia o provincia deve possedere una buona dose di "elasticità ", deve essere creativo e sapere adattarsi, è una sorta di operatore culturale e deve saper fare un po" di tutto. Spesso queste biblioteche hanno in organico un"unica figura, la quale deve pensare a tutti gli aspetti gestionali previsti dal servizio: dalla scelta all"acquisto dei documenti, dalla catalogazione alla foderatura dei libri, dalla comunicazione alla promozione del patrimonio. Noi pensiamo alla biblioteca come un luogo di conservazione di documenti, soprattutto libri, ma la biblioteca di base ha il compito di promuovere questo patrimonio e quindi il bibliotecario deve darsi da fare organizzando delle iniziative di promozione, attività rivolte principalmente ai bambini e ai ragazzi, con il coinvolgimento della scuola dell"obbligo, in particolare scuola dell"infanzia e poi scuola elementare e scuola media.
Nell"organizzazione di queste attività il bibliotecario ha spazio creativo e libertà ?
Massima libertà dal punto di vista dei contenuti: chiaramente poi ci si muove in base alla propria esperienza, non senza avere punti di riferimento, quelli che si sono creati negli anni. Ovviamente si hanno delle responsabilità e proprio per questo sarebbe importante avere accanto un assessorato che ti affiancasse sostenendoti nelle scelte, e questo non è purtroppo sempre scontato.
Quali eventi vanno per la maggiore?
A titolo di esempio, la scorsa estate noi abbiamo ospitato Riccardo Audisio, affermato cartoonist che ha tenuto dei corsi sul fumetto per i ragazzi. In autunno abbiamo realizzato un"iniziativa indirizzata alla scuola dell"infanzia ed elementare di Malé: abbiamo proposto alcuni laboratori di lettura tenuti da esperti del settore e organizzato una serata rivolta a genitori ed educatori sull"importanza della promozione del libro sin dalla prima infanzia, con Irene Greco. Irene si occupa da anni di questo ambito, ha scritto dei libri interessanti sull"argomento, uno in particolare è "Leggimi prima", dove viene approfondito l"aspetto relazionale della lettura ai bambini di età prescolare. I bambini rappresentano una fascia di utenza privilegiata e questo non è casuale, dal momento che, se riusciamo ad avvicinarli sin da piccoli al libro e alla lettura, è più facile che col tempo continuino a coltivare tale interesse.
Ha lavorato per quasi quarant"anni in questo mondo. Di quali cambiamenti epocali è stato spettatore? Come si è evoluta la biblioteca di montagna?
Qui bisogna prenderla alla
larga. Io credo si debba fare una riflessione sulla biblioteca di pubblica
lettura da un punto di vista storico: com"è nata, come si è sviluppata, com"è cresciuta.
Penso alle biblioteche del Trentino, nate negli anni Settanta. Ormai hanno tra
i quaranta e i cinquant"anni, sono adulte e mature. Quando erano nate, nella nostra provincia, svolgevano
un ruolo fondamentale: allora non c"erano altri punti di riferimento o spazi,
altre occasioni, erano frequentate perché i ragazzi dovevano fare un compito,
una ricerca, e venivano in biblioteca a cercare informazioni sulle enciclopedie:
non tutti avevano la fortuna di averne una in casa.
All"epoca, quando c"erano
ancora i dischi in vinile, i famosi LP, c"era anche un angolo per l"ascolto
della musica. Allora la biblioteca era frequentata da un pubblico abbastanza
eterogeneo, dai bambini agli adulti ed aveva molteplici funzioni: era il luogo
dove si andava a fare ricerca, dunque era fonte di informazione, dove si andava
a prendere semplicemente dei libri di narrativa da leggere, dove si poteva ascoltare
la musica. Questo negli anni Settanta. Naturalmente, già allora,
la biblioteca organizzava iniziative che potevano essere incontri, conferenze,
spettacoli di teatro per bambini e ragazzi, proiezione di film, ecc. Tuttavia,
in Trentino le biblioteche si sono affermate in modo capillare solo negli anni Ottanta. A modificare radicalmente
la fisionomia della biblioteca pubblica, alla fine degli anni Novanta, è stato
l"avvento di Internet, fenomeno che rappresenta un vero e proprio spartiacque
nell"evoluzione storica delle biblioteche di pubblica lettura. Con Internet, una sorta di biblioteca di biblioteche o megabiblioteca che dir si
voglia, l"informazione si fa fluida e diventa progressivamente alla portata di
tutti, dentro e fuori la biblioteca. E che ne è stato del
resto? Dei libri, della ricerca, dell"informazione? La vedi quella lì? Quella
è un"enciclopedia medica di trenta volumi che in questi giorni andrà al CRM, di
là ce n"è un"altra di storia dell"arte che farà la stessa fine... Oggi il libro
di informazione è meno richiesto in biblioteca, mentre hanno preso più spazio
il libro di narrativa ed il settore bambini e ragazzi. Negli ultimi vent"anni
la biblioteca ha investito maggiormente in questi due ambiti. Tutto il resto è
in graduale dismissione; prendiamo ancora libri di informazione ma riguardano
per lo più temi di attualità , i cosiddetti instant book. La domanda è cambiata. Dal punto di vista locale
(ci troviamo in una valle di montagna, in un luogo ben definito,
geograficamente e socialmente) quali nota essere i generi più apprezzati e da
quali fasce di età ? Soprattutto la narrativa. Poi,
anche il libro di montagna (escursioni, scalate, arrampicata, scialpinismo,
sport invernali): sono richiesti per il tipo di contesto in cui viviamo. Per il
resto, soprattutto il settore dei bambini e ragazzi. Mentre una volta c"erano
solamente i classici (da "Piccole donne" a "Zanna Bianca", da "Pinocchio" ai
libri di Salgari), si è affermata intorno agli anni Ottanta una produzione di
autori contemporanei espressamente rivolta ai ragazzi e gli editori
arricchiscono i propri cataloghi di nuove collane per quel target specifico.
Hanno giocato un ruolo importante, da questo punto di vista, anche iniziative
come la Fiera del libro per ragazzi che si tiene tutti gli anni a Bologna o
"Nati per leggere", campagna di promozione del libro per la prima infanzia nata
sulla base di un sodalizio tra
bibliotecari e pediatri italiani partendo dal presupposto che anche la lettura
possa concorre al benessere psico-fisico del bambino. A connotare localmente la
nostra tipologia di utenza concorre naturalmente anche la presenza turistica. E
mi riferisco principalmente al turista estivo, perché il turista invernale
viene principalmente per sciare. Il nostro turismo estivo è costituito per lo
più da famiglie, le quali frequentano anche la biblioteca. Sono richiesti libri
di narrativa, per bambini/ragazzi, libri sull"attualità , su fauna e flora
locale, geografia e storia locali e attività montane. Se la domanda è
cambiata, in quali altri frangenti ha notato evoluzioni? Il cambiamento registrato
nella domanda, oltre ad influenzare la nostra offerta documentale, ha finito
per incidere anche sulla struttura stessa delle nostre sedi. Così, ad esempio, se
inizialmente nelle nostre biblioteche non esisteva uno spazio dedicato ai
bambini, ora invece c"è in quasi tutte le biblioteche e vi si possono trovare
cartonati, albi illustrati, una vasta offerta di libri specifici per quella
fascia d"età , oltre al cosiddetto angolo morbido. Sul piano dell"utenza, a
seguito dell"avvento di Internet, la biblioteca di pubblica lettura ha perso
degli utenti ma ne ha guadagnati altri: c"è stato una sorta di ricambio. Oggi
chi ha bisogno di un"informazione la può trovare facilmente su Google e chi
vuole comprare un libro si affida ad Amazon. Se questi sono gli utenti che
abbiamo perso, sono i ragazzi e soprattutto i bambini a rappresentare oggi una
nuova e significativa utenza. Al contempo, quali nuovi
utenti, possiamo considerare anche gli immigrati; si tratta di una categoria di
persone appartenente a una fascia realisticamente svantaggiata, magari non
hanno computer in casa o possibilità di acquistare i libri e si servono per
questo delle nostre biblioteche. In questo senso la biblioteca di base svolge
un ruolo ed una funzione importante: è un ammortizzatore sociale. Noto
soprattutto extracomunitari del Nord Africa o dell"Europa dell"Est: la presenza
di questa nuova utenza è forte e rappresentativa sui banchi di scuola così come
in biblioteca.
Questo connotato sociale
la biblioteca di pubblica lettura l"ha assunto ormai a livello nazionale.
Proprio perché è cambiata la popolazione e la domanda, la biblioteca, come la
scuola, finisce oggi per svolgere anche un"importante funzione in termini di integrazione. Il cambiamento
nell"utenza ha portato conseguenze anche su altri piani? C"è qualcosa che
necessita di ulteriore rinnovamento? Proprio a seguito
dell"accentuarsi anche di una connotazione sociale di questi servizi, le
biblioteche di pubblica lettura che si sono rinnovate l"hanno fatto sulla base
di una nuova filosofia architettonica degli stessi spazi. Sono previsti ad
esempio degli spazi informali, funzionali all"incontro e alla socializzazione,
l"angolo dei giornali, un servizio bar. Tutto è cambiato in funzione aggregante
e di socializzazione. Sta di fatto però che,
salvo poche eccezioni, dal punto di vista architettonico e strutturale siamo
rimasti parecchio indietro. Trovo che, qui in Trentino, questa sia una
criticità da sottolineare due volte: il mancato rinnovamento strutturale, e la manutenzione
di questi spazi pubblici. Guardando alla nostra
Valle, biblioteche come quelle di Ossana, Peio e Dimaro, che hanno una
quarantina d"anni, sono rimaste tali e quali: queste sedi sono vecchie,
obsolete e non più funzionali. Mi è rimasto impresso ciò
che disse un architetto di Bolzano, incaricato di progettare la nuova
biblioteca della città : "La biblioteca deve essere innanzitutto un bel posto
dove andare" a prescindere dai contenuti. Se hai uno spazio confortevole,
accogliente, facilmente accessibile, caldo e luminoso "“ con grandi vetrate
dalle quali entra luce naturale e oltre le quali vedi del verde, un bel parco,
un lago "“ un luogo in cui puoi rilassarti e contemplare, tu inevitabilmente ci
vai anche solo per stare in un bel posto. Dopodiché, riempi questo spazio di
contenuti: musica, libri, informazione e quello che vuoi. Ha dei modelli a cui farebbe
volentieri riferimento? Cosa ci manca, qui? Da questo punto di vista
l"Olanda, la Danimarca, i paesi scandinavi sono estremamente all"avanguardia. Da
noi l"utente riporta due romanzi, ne prende altri due e se li va a leggere a
casa sua in un ambiente più confortevole. Mentre di mamme con bambini appresso ne
vediamo in quantità , sono diminuite le persone che si fermano a leggere. Su sedie rigide, su tavoli
enormi e tra librerie alte come muri, chi avrebbe piacere di stare? Le sedi di
biblioteca di nuova concezione godono di illuminazione naturale, sono
facilmente accessibili, i pesanti tavoloni sono sostituiti da postazioni di
lettura più contenute, le librerie non sono più alte di un metro e trenta, in
modo da permettere allo sguardo di spaziare e alle persone di vedersi. Nei paesi nordici,
all"avanguardia nei servizi, le biblioteche si trovano in centri
polifunzionali, così chi si trova nel centro a fare commissioni (c"è la Posta,
la Banca, l"Ufficio informazioni e via dicendo), si ferma anche in biblioteca,
in sedi luminosissime ed accoglienti. Qui, il terzo piano non è il massimo: l"accessibilità
è fondamentale. La segnaletica è carente e non c"è una bacheca esterna per le
novità o un box per la restituzione dei libri"¦ tu fai presente queste cose una,
due, tre volte e alla fine ti cadono le braccia. Si finisce sempre per
fare i conti con l"amministrazione, nel bene o nel male"¦ Io direi con la
sensibilità dell"amministrazione. Aprire le biblioteche è relativamente facile,
e magari appagante in termini mentre più impegnativo è mantenerle, aggiornarle,
rinnovarle. Questo comporta naturalmente dei costi, e qui si va a cadere in un
discorso di priorità e, in definitiva, del valore che le pubbliche amministrazioni
danno alle cose ed ai servizi. E purtroppo si sa che, all"interno di una scala
di priorità , la cultura è spesso, tristemente, il fanalino di coda. Da questo punto di vista,
a livello generale, qualcosa sembra muoversi e la cultura inizia ad essere
riconosciuta come fonte di benessere e salute. In quest"ottica i servizi
bibliotecari, oltre ad avere una funzione culturale in senso stretto,
contribuiscono anche alla crescita psico-fisica, sociale e civile di chi le
frequenta. La biblioteca di pubblica lettura è un faro di cultura e più cultura
significa più democrazia ed integrazione. Dovremmo capire che il benessere di
una società si misura non solo con il PIL, l"inflazione e via dicendo, ma anche
con altri indicatori, tra cui la cultura stessa. E chiedersi, di un determinato
luogo: quante biblioteche abbiamo? Quanti cinema? Quanti teatri? Qual è il
livello di scolarizzazione? È da qui che dobbiamo partire per misurare la
crescita di una società .
