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Plou or plow?

Una parola per dire piovere o aratro

Plou or plow?

"El pueu!" (o el pleu/el plou/el plueu, come sempre dipende dalle zone): piove! Il verbo "piovere" deriva, con qualche evoluzione fonetica, dal latino pluere, forma che si è mantenuta quasi identica in noneso; tra le varianti locali del nostro dialetto si annovera, infatti, anche pluever. Ma, se ci discostiamo un attimo dal primo significato che spontaneamente attribuiamo all"espressione "el pleu", ci rendiamo conto che essa può averne anche un altro: quello di aratro. Questo caso di omonimia non si riscontra in italiano, mentre è curioso notare che, se ci affacciamo alla lingua inglese, la parola usata per definire l"aratro è pressoché identica a quella nonesa: plow (scritto anche plough in inglese britannico). Ed ampliando ancora lo sguardo, questa somiglianza si riscontra in moltissime lingue germaniche: il tedesco Pflug, l"olandese ploeg, il danese plov, il norvegese plog; e slave: il polacco, il serbo, il croato e lo sloveno plug, il ceco, lo slovacco e l"ucraino pluh.

Per vederci più chiaro, andiamo a leggere un estratto della "Naturalis Historia" (18; 48) di Plinio il Vecchio, che, nella sua trattazione sugli aratri, menziona proprio la nostra zona geografica: (172) ["¦] Non pridem inventum in Raetia Galliae duas addere tali rotulas, quod genus vocant plaumorati. Non molto tempo fa è stato studiato, nella Rezia Cisalpina, di aggiungere a questo (aratro di cui si parlava in precedenza) due ruote, chiamandolo plaumoratum. La formazione del vocabolo plaumoratum, apparso per la prima volta nel I secolo d.C. nel testo di Plinio, è dibattuta tra gli studiosi ma, ciò che conta, è che sembra essere all"origine di termini successivi, come ad esempio plovum, utilizzato nell"editto di Rotari (643 d. C.), la prima legge scritta dei Longobardi. Si inizia quindi a parlare dell"aratro "di tipo plovum", per distinguere l"aratro a carrello da altri di struttura diversa e sprovvisti di ruote. Quest"etimo plovum si ritrova poi nei dialetti di area settentrionale, zona in cui l"aratro a ruote era diffuso, diversamente da altre parti d"Italia in cui era sconosciuto.

Ecco probabilmente perché non è rimasta traccia in italiano di quest"etimo di origine celtica: in Toscana, culla della nostra lingua, era in uso un altro tipo di strumento: l"aratrum e non il plovum. Ma, tornando al nostro plovum, anche se l"origine di questo nome rimane dibattuta e meriterebbe studi ben più approfonditi, pare interessante l"affinità con il termine latino plaustrum o plostrum, il carro romano a due ruote. Anche per questo motivo, studiosi propongono di far risalire tutti questi termini di ampia diffusione europea ad una radice tematica plau-/plo-, che li racchiuderebbe tutti. Non potendo trovare una risposta immediata a queste complesse derivazioni linguistiche, è comunque interessante sapere che, con buona probabilità , è nella nostra zona che si è sviluppato l"aratro a ruote e, con esso, ha iniziato a diffondersi anche il suo nome, che si è conservato nei nostri dialetti e non nell"italiano.  

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