La Madonna piange, quando appare. Oppure sanguina. E parla, parla, parla.
Nel Vangelo
invece ha detto solo pochissime parole: «Fate quello che vi dirà », alle nozze
di Cana e, prima, a Gesù dodicenne
che si era smarrito nel tempio chiese: «Perché ci hai fatto questo?» E poi ha
taciuto; quel suo silenzio era un grande ascolto. Ascoltava Gesù, perché sapeva
che era Lui l"inviato da Dio. Ai nostri giorni invece parla. Troppo. Già papa Roncalli un giorno sbottò: «Per essere
la madre di Dio, parla un po" troppo". E assomiglia anche a un impiegato delle
poste, come ebbe a dire papa Francesco,
a proposito delle apparizioni di Medjugorje. Ultimamente s"è trovata una
veggente a Trevignano. Non so se è per convertirla che Maria parla con lei, ma
per ora sembra piuttosto impotente. Non si è dimenticata nemmeno del Trentino
la Madonna. E nel 1988, nel mese a lei dedicato (maggio), ha pianto a
Mattarello, in un quadretto appeso nella camera da letto di una adolescente. Ma
che può fare la Madonna se non piangere su un mondo avviato a una
secolarizzazione distruttiva? Come sempre accade, purtroppo, cominciò il solito
pellegrinaggio di curiosi, devoti, pie donne, pseudo convertiti ecc. Andavano
all"abitazione del miracolo e a piccoli gruppi venivano fatti entrare nella
stanza, momentaneamente trasformata in santuario. Nella penombra credevano di
vedere lacrime sul vetro del quadro raffigurante la madre di Gesù. Un cronista
della Rai pensò di avere un parere da un"autorità ecclesiastica. E lo chiese a
monsignor Severino Visintainer (1932
"“ 2015), al tempo vicario generale della diocesi. Da teologo non gli servirono
molte parole: «Quando in un"abitazione c"è un quadro di Madonna che piange"¦
si chiama l"idraulico, se non c"è dolo, altrimenti si chiamano i carabinieri».
E
la Madonna preferì starsene serena e non pianse più. Le apparizioni furono
rubricate come «disagio psichico». Qualcuno ricorderà anche un certo Salvatore Caputa, «veggente» che dal
mantovano per qualche tempo si trasferì in Trentino e precisamente in Valle di
Non. Nel febbraio 2002 a Flavon vi fu un confluire di automobili e devoti,
tanto da allarmare le autorità competenti che decisero di intervenire per
limitare il traffico tra i meleti. Nel frattempo il Caputa intesseva ispirati
colloqui con la Madonna, che ogni domenica consegnava al «veggente» messaggi
rivolti ai giovani. Erano inviti alla preghiera, alla penitenza e al digiuno.
Come sempre in casi simili si chiedevano offerte che sarebbero servite al
visionario a comperare un terreno in pianura padana. E lì sarebbero continuate
le apparizioni della vergine. Nel frattempo in quel di Flavon era comparsa anche
una croce bianca e azzurra alta sette metri e trentotto centimetri, simile a
tante croci, apparse in quel periodo. Una fu eretta anche a Terzolas, più per
attirare la curiosità di molti che per fede. L"idea di innalzare croci siffatte
venne a una "veggente" francese, di nome Madeleine
Aumont, che avrebbe visto e parlato con Gesù Cristo dal 1972 al 1978 ben 49
volte. Il vescovo di Bayeux "“ Lisieux, competente per territorio, dopo aver
esaminato gli eventi proibì ogni devozione in tal senso. Ma"¦ il card. Ratzinger, allora prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede, invece, le avallò. Inutilmente.
Tornando a Caputa: da Flavon si spostò in Val di Sole, nella parrocchia di
Commezzadura e teneva i suoi colloqui in un appartamento privato. Quando fu
chiesto al parroco cosa ne pensasse, rispose sarcasticamente che a lui pareva
piuttosto «maleducata la Madonna, se entra in parrocchia senza chiedergli il
permesso"¦» E la Madonna forse la prese male e dopo un po" non si fece più
vedere.
In molti ricorderanno l"episodio della «Madonna di Malé». Era l"estate
del 1977 quando i giornali locali diedero ampio spazio alla notizia che nella
borgata solandra una statua della Madonna lacrimava un liquido profumato. Venne
chiamata la "Regina delle Valli". Il supposto miracolo durò poco. Infatti il
vescovo ben presto proibì di celebrare le messe davanti al quadro (27 agosto
1977). Qualche giorno più tardi il settimanale "Gente" scrisse che in un paese
del Trentino «anche gli scettici credono al miracolo». Il tutto corredato da
testimonianze di guarigioni prodigiose, mai dimostrate. Il vicario generale
della diocesi di Trento, sempre mons. Severino Visintainer, intervenne
dichiarando che "non è raro in caso di allucinazioni e pure di
strumentalizzazioni in presunti fenomeni di questo tipo". E, guarda caso, si sarebbe scoperto qualche
tempo dopo che dietro al quadro della Madonna profumata c"era un tubicino
collegato a un flacone. Si potrebbe accennare ancora alla piccola Desiré Patané, di cinque anni, il cui cadavere
fu trovato sul ripiano di un capitello fuori del cimitero di Commezzadura. Si
sarebbe scoprì di lì a poco che era figlia di una coppia di squilibrati i
quali, assieme a uno zio, avevano aderito a una setta che faceva dei digiuni e
delle sevizie il viatico per l"aldilà . I coniugi Patané e lo zio della piccola,
arrestati in Francia morirono, suicidi, di lì a poco.
