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Luigi Prevedel presenta la sua nuova opera

mar 05 set 2023 08:09 • Dalla redazione

Generazioni a confronto scolpite nel marmo

CASTELFONDO. Un padre e un figlio che dal marmo rinnovano un rapporto generazionale fatto di condivisione e di trasmissione di valori, conoscenze, passione per la caccia.

La nuova opera scultorea di Luigi Prevedel, talentuoso artista di Castelfondo, si presenta come un omaggio e celebrazione di una memoria di famiglia. La scultura, pesante 24 quintali, è nata da un blocco di marmo bianco di Carrara che al momento dell’uscita dalla cava ne pesava 70.

La presentazione dell’opera al committente è avvenuta nell’atelier di Prevedel, a Castelfondo: “Qui siamo nel mio mondo – ha esordito l’artista illustrando il gruppo marmoreo – e in questo mio mondo le figure rappresentano un insieme, padre e figlio che in un intenso sguardo si raccontano. Quella per la caccia è una passione che ho inteso interpretare tramite un simbolo, il palco del cervo. Nell’opera – spiega Prevedel – ogni dettaglio ha un fondamento. Le parti figurative che escono dal marmo sono complete nei minimi particolari; tuttavia il giovane è ‘quasi’ completo, ancora parzialmente legato alla materia. Se il padre infatti ha ormai ha dato un senso alla propria vita, questo deve ancora accadere per il figlio, che quindi è ancora immerso nella materia, con alcuni dettagli ancora in corso di definizione, nella vita come nel marmo. Sono contento di questo esito – conclude Prevedel – ho lavorato il blocco grezzo e intonso, superando fatiche fisiche e tecniche enormi, talvolta tormentate; ringrazio il committente per avermi dato questa possibilità, sopportando con pazienza il tempo di un anno e mezzo necessario al completamento della scultura. La sfida sulle precisione delle sembianze e del dettaglio è stata vinta, ma sarà possibile in futuro andare oltre. Infine, mi rende felice sapere che questa statua rappresenta un passaggio all’interno di una storia, che essa sarà valorizzata nel modo giusto”.


La vita e l’opera dell’artista

Luigi Prevedel è nato a Cles il 6 novembre 1969. Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Trento “Alessandro Vittoria”, sezione legno, cui sono seguiti due anni di Accademia d’Arte a Venezia. La vita lo ha portato poi a intraprendere il mestiere dell’artigiano, operando come piastrellista e carpentiere. Ma il richiamo dell’arte e del marmo è diventato tuttavia irresistibile: così, da geniale scultore autodidatta, nel 2010 ha affondato lo scalpello in un blocco di marmo pesante 58 quintali. Una sfida all’impossibile che ha condotto lo scultore noneso a modellare magistralmente la figura di un grande dell’arte trentina, un altro scultore d’Anaunia, Stefano Zuech (Brez, 1877 – Trento, 1968).

L’opera è stata esposta per la prima volta nel 2013 nel palazzo Arzberg Freihaus di Arsio, già convento francescano, attirando migliaia di visitatori e l’attenzione del critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi, impressionato dalla straordinarie fattura e bellezza dell’opera, che si è aggiudicata il primo premio della Biennale internazionale di Asolo nel 2014 ed è stata esposta in occasione dell’Expo Milano 2015 presso la mostra “Tesoro d’Italia” del padiglione Italia, curata dallo stesso Vittorio Sgarbi. La statua di Zuech è stata poi esposta a Seul, in Corea del Sud.

Nel 2016, in occasione della prima edizione della Triennale dell’Arte Contemporanea di Verona, Prevedel ha realizzato una piccola scultura in marmo rosa Portogallo, materia difficilissima da lavorare: “Sognando nel Marmo” è in linea con le direttive dell’evento, che limitavano il peso delle produzioni a soli 30 kg. Un’opera che ha riscosso grande interesse e ammirazione.

Nel 2017 è la tragica storia del piccolo Aylan a ispirare l’opera “La Morte e il Pianto”, che immortala nel candido marmo di Carrara la tragedia dei profughi che hanno perso la vita in mare. Ad essa Prevedel ha consegnato al marmo un personale monito affinché mai più si ripetessero tali tragedie e la scultura è stata donata a papa Francesco il 13 settembre 2017: il pontefice ne ha disposto la posa all’ingresso del palazzo della FAO a Roma.

Nel 2018 l’artista di Castelfondo ha realizzato una scultura su pietra bianca di Vicenza, dedicata al pioniere dell’aviazione Gianni Caproni. L’opera ha avuto un notevole successo, acclarato anche dai più illustri critici d’arte ed è esposta all’interno della sede della Cassa Rurale di Arco.

Nel 2019 ha completato l’opera “Indisturbata”, scolpita nel marmo rosa di Portogallo ed esposta a palazzo Trentini di Trento, sede del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, dove riscuote strepitoso successo. Si tratta di un’opera fuori del comune, sulla quale Prevedel ha lavorato per ben 10 mesi, realizzata completamente a mano e senza l’ausilio di strumenti elettrici, come del resto tutte le opere dell’artista. Il soggetto è stato ricavato senza partire da alcuno schizzo preparatorio o abbozzo, né sottoponendo la modella a lunghe ore di posa.

Sempre il 2019 vede Prevedel ha realizzato la sua prima e finora unica opera in legno: un Cristo sulla croce dalle fattezze magistrali, opera visibile a tutti a Castelfondo, paese di residenza dell’artista.

Nel 2019 ha partecipato alla Biennale internazionale RomArt2019 (Roma, 20-24 novembre), selezionato tra i 150 artisti di tutto il mondo chiamati a esporre la propria opera, la statua dedicata a Stefano Zuech è stata ammirata nei prestigiosi locali dello stadio di Domiziano e del Palazzo Velli in Roma. In occasione dell’inaugurazione, Prevedel è stato premiato nella sezione scultura attraverso il conferimento del premio “Art Business” volto alla promozione artistica nazionale e internazionale delle sue opere e attività per tutto l’anno 2020 e 2021.

Quella di Luigi Prevedel è un'arte classica, iperrealista, che si cala nella contemporaneità e nell'attualità. Un’arte che sgorga dalla storia stessa, dalla vicenda biografica dell’artista di Castelfondo.



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