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Orsi, Ruggero Mucchi chiede scusa alla famiglia Papi: 'Noi sindaci siamo impotenti'

sab 02 set 2023 17:09 • By: L.S.

Nell’incontro promosso dal Comitato, il papà Carlo continua a chiedere giustizia per il figlio

CLES. Per la quindicesima tappa del suo tour del Trentino per sensibilizzare sulla questione orsi, il comitato Insieme per Andrea Papi è approdato ieri sera, 1° settembre 2023, a Cles. In una sala, quella messa a disposizione dalla Cassa Rurale Val di Non – Rotaliana e Giovo, che non registra il tutto esaurito delle serate precedenti - forse anche per un difetto nella promozione dell’appuntamento, come ha ammesso il presidente Pierantonio Cristoforetti -, il comitato ha ribadito ancora una volta i tre obiettivi che si è prefissato all’atto della sua costituzione ribadendone anche la natura spontanea, apolitica e apartitica. Dal palco è tornato a parlare anche Carlo Papi, che ha puntato il dito contro tutti i responsabili, a suo dire, dell’uccisione del figlio Andrea per causa dell’orsa JJ4 facendone tra l’altro un elenco preciso. “Andrea è stato lasciato solo – ha commentato il papà – Chi ha messo lì gli orsi? Chi li ha comprati senza che nessuno li volesse? Il progetto Life Ursus è stato un fallimento totale e i responsabili sono sotto gli occhi di tutti. Li accuso di una colpa enorme. Credevamo che avrebbero rassegnato le dimissioni dopo un fatto simile che ha dell’incredibile”.

Ad aprire la serata è stato il sindaco di Cles Ruggero Mucchi che ha colto l’occasione per esprimere vicinanza alla famiglia, al papà, alla mamma Franca e alla fidanzata Alessia anch’esse presenti in sala, e per chiedere scusa.

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“Ogni clesiano e clesiana vi è vicino – ha evidenziato il primo cittadino –. Noi sindaci siamo i responsabili della sicurezza pubblica sul nostro territorio, ma in questo frangente siamo impotenti. Mi sono chiesto spesso se due anni fa potevo fare di più. Ho la certezza di non aver fatto tutto ciò che andava fatto. Vi chiedo scusa. Non è stata sottovalutazione del rischio, ma un’impotenza che, ahimè!, non posso che constatare ogni giorno”.

La serata, moderata da Sandro de Manincor, è quindi proseguita con l’intervento dell’antropologo Annibale Salsa, che molti incontri del comitato ha accompagnato durante l’estate, e del ricercatore dell’Università di Padova Cristian Bolzonella che ha portato una rapida analisi sulla situazione e sulla gestione dell’orso in Slovenia, dove superata una certa soglia limite di esemplari in rapporto al territorio e in base al grado di accettazione sociale si interviene con prelievi selettivi: a fronte di una presenza di circa 1000 esemplari il piano di gestione decennale prevede infatti l’abbattimento tra il 5 e il 15% della popolazione stimata (per il 2023 si parla di circa il 230). La strategia è attuata dal Governo che, in deroga alla direttiva Habitat (ricordiamo che l’orso bruno è una specie d’interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa), stende il piano di gestione della durata di dieci anni dopo aver ascoltato gli stakeholders. “In Trentino c’è una popolazione vitale che sta crescendo esponenzialmente – ha affermato Bolzonella – e dove l’orso è presente sono possibili degli attacchi. L’orso è perciò un animale che va controllato come fanno in tutti gli Stati che hanno una popolazione sul proprio territorio. Non si possono lasciare orsi che scorrazzano in giro. E a quell’uomo che ha ucciso Amarena va data una medaglia d’oro” – ha aggiunto facendo una postilla sul caso di attualità dell’Abruzzo. Come sempre, numerosi sono stati anche gli interventi dal pubblico.

Il presidente Cristoforetti, infine, oltre ad aver lanciato l’invito per i prossimi appuntamenti, ha annunciato l’organizzazione di un incontro al quale saranno invitati a parlare anche gli esperti del Parco Naturale Adamello Brenta (con il quale non sono mancate le polemiche riportate dalla stampa locale) e un convegno di livello nazionale sul tema della gestione dell’orso.

 



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