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Life Ursus: le origini di un successo o di un fallimento?

mer 11 ott 2023 14:10 • By: Alberto Mosca

Un resoconto del confronto promosso da NOS sul tema dei grandi carnivori con i candidati presidente

TRENTO. Candidati presidente a confronto sui grandi carnivori. Nel corso dell’incontro promosso da NOS Magazine e registrato integralmente a questo link https://fb.watch/nCcl7igkeX/, la prima parte del dibattito si è incentrata sulle origini di Life Ursus e su un giudizio complessivo di questi ultimi quasi trent’anni di storia. Con un aneddoto, riferito da Sergio Divina, per certi versi inquietante. E allora riassumiamo qui, in ordine di apparizione, quanto dichiarato dagli ospiti di NOS sul tema ‘Life Ursus: le origini’, ricordando che non hanno partecipato al dibattito Maurizio Fugatti e Marco Rizzo.

 

ALEX MARINI “Si è trattato di un successo naturalistico e, almeno inizialmente anche sociale, concordato con la società civile e le categorie economiche. Non tutti protocolli tuttavia sono stati applicati bene: la Provincia è stata negligente nella comunicazione, mentre ha fatto la propria parte per quanto riguarda la rifusione dei danni. Nei programmi doveva essere funzionante un comitato politico, utile a rendere il progetto socialmente accettabile; ma anche sotto questo profilo le carenze ci sono state”.

ELENA DARDO “Life Ursus ha funzionato fino a quando non è stato tolto al PNAB: poi da parte della Provincia è mancata attenzione, a partire dalle informazioni da fornire ai cittadini e le disposizioni da impartire ai forestali.

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È mancato il monitoraggio della situazione ed essa è sfuggita di mano; e in merito ai sondaggi preventivi ho dei dubbi, si sono dimostrati inutili in assenza di una illustrazione delle azioni che avrebbero dovuto mettere in campo i cittadini”.

SERGIO DIVINA “Mai in questi giorni abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con l’interlocutore principale, ovvero il presidente uscente. Ma… correva l’anno 1996, 1997 e ricordo come il presidente Carlo Andreotti, di ritorno da una serie di incontri europei e ministeriali, informò noi consiglieri capigruppo di questa opportunità: sapete come sono queste cose europee – ci spiegò - alla fine non si farà niente… Ci danno anche soldi, prendiamoli e dopo si vedrà…”. Si vedrà. L’abbiamo visto, ma non è responsabilità di un solo presidente. Successo o fallimento? C’è stato il successo, ma non sono stati gestiti né il monitoraggio né il contenimento, per cui è diventato un problema grave, a partire dalla concentrazione degli orsi in poche aree della provincia, e non sappiamo neanche quanti sono…”

FRANCESCO VALDUGA “Mi auguro che l’aneddoto raccontato da Divina sia una ‘semplificazione’, perché se è andata davvero così, la preoccupazione sul metodo viene. Progetti come questo richiedono, come sottolineato da Roberto Zoanetti (già direttore di PNAB, ndr) un grado di condivisione e consenso sociale che è fondamentale e i sondaggi di allora non credo dessero il vero tasso di coinvolgimento della comunità… peraltro, si tratta di un’operazione ormai quasi trentennale e il senno di poi non aiuta a capire come andarono davvero le cose; anche perché la stessa gente di allora forse non fu così attenta…  Le basi scientifiche c’erano, però il giusto coinvolgimento e la capacità di monitorare il progetto non sono stati adeguati”.

FILIPPO DEGASPERI “L’idea era anche buona, da noi è stata condivisa, ma ad oggi dobbiamo constatare un fallimento, anche zoologico. L’idea iniziale infatti prevedeva la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali e il fatto che i plantigradi siano concentrati in un punto così ristretto della nostra Provincia dimostra che non si tratti di un successo. Per parte nostra abbiamo segnalato, vanamente, i problemi e il governo di centro-sinistra ha ridotto il contingente dei custodi forestali e il presidio sul territorio; ad aggravare tutto vi è stata la scelta di isolamento in cui, da solo, si è messo il Trentino. Ha voluto mettersi a fare da solo, lasciando in disparte governo statale e regioni limitrofe, tralasciando risorse che sarebbero servite a partire dal presidio del territorio. Conseguenza dell’isolamento è stato il fallimento”.

(CONTINUA)



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