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L’orrore abita il mondo

dom 15 ott 2023 11:10 • By: Renato Pellegrini

Israele e Palestina: la violenza non è la soluzione

Ce ne siamo accorti troppo tardi che Erode era tornato facendo strage di bambini, come al tempo di Gesù. L’odio lo aveva accecato allora, l’odio lo acceca oggi. Il suo nuovo nome è Hamas. Con una ferocia animalesca ha deciso che centinaia di bambini andavano uccisi, decapitati, che i giovani non potevano ballare e andavano assassinati stuprati, rapiti. Ogni essere umano, che abbia la testa che funziona, anche solo minimamente, sa che è assolutamente inaccettabile far soffrire e uccidere un bambino, un essere umano indifeso, innocente portatore di futuro, impedire a ragazze e ragazzi di ballare. E non c’è nessun Dio che può giustificare un simile abominio, anche se lo invocano, anche se gridano in modo forsennato il suo nome. La voglia di vendetta, che guida quei terroristi da sempre, li ha guidati per due anni per preparare il massacro. Vendetta nei confronti di un popolo, Israele, che nella loro mente andrebbe cancellato dalla faccia della terra. Certamente quel popolo ha un governo e nel governo c’è un primo ministro con delle responsabilità non piccole.

«Quello che accade adesso, ha scritto David Grossman (scrittore Israeliano) su Repubblica, è la materializzazione del prezzo che Israele paga per essersi lasciata sedurre per anni da una leadership corrotta che l’ha trascinata sempre più in basso; che ha demolito le sue istituzioni giudiziarie, l’esercito, il sistema scolastico.

Elektrodemo

Che è stata disposta a mettere a repentaglio l’esistenza del paese pur di evitare che il primo ministro finisse in prigione». Certamente anche Israele ha commesso errori. Ma non si può in questo momento essere equidistanti. Non è possibile giustificare la violenza omicida dei terroristi di Hamas, il cui unico scopo è distruggere un popolo e creare sofferenze inaudite ai Palestinesi. Sì, perché i Palestinesi non sono Hamas. È un popolo senza diritti, purtroppo; da vent’anni vive oppressione e vessazioni di vario genere. Non hanno diritto a un Paese sovrano, non possono utilizzare una loro moneta, non possono uscire da Gaza, non hanno diritto nemmeno a non vedere occupate le loro terre in Cisgiordania… E c’è sicuramente il pericolo che, data la situazione, molti diventino estremisti.

Ma è inutile vedere chi è il peggiore. Occorre togliere spazio alle armi, imparare che la violenza o la guerra non risolvono i problemi. Bibbia e Corano lo sostengono: «…so che la Bibbia, per un cammino accidentato ma chiaro, arriva alla sapienza dell'amore che dà vita e non morte, neppure al malvagio. Dalla linea islamica, per un cammino ugualmente accidentato, so che la sapienza arriva a volere una umanità che non uccide: ci sono luci chiare sulla strada. Vedi in Corano 5,28 quel che dice Abele a Caino: è indicazione profetica. E vedi anche: "Ho sentito che l'Inviato di Dio ha detto: “Quando due mussulmani si affrontano armati di spada, l’ucciso e l’uccisore andranno all’inferno,” Io gli dissi allora: “Questo per l’uccisore, ma perché per l’ucciso?” Rispose: "Perché bramava uccidere il suo compagno.” (Detti e fatti del profeta dell'Islam, Utet 2009, p. 89). L'arma è volontà di uccidere. Se disarmi il cuore disarmi anche la mano. Il volto umano, il bisogno uguale e universale di vita, le sofferenze comuni, la parola, la terra unica per tutti, la sapienza vitale che impariamo insieme, disarmano il cuore, possono disarmare il cuore, e poi la mano». (Enrico Peyretti: www.finesettimana.org 11 ottobre 2023)

 



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