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Grandi carnivori: cosa chiede la gente

gio 19 ott 2023 11:10 • By: Alberto Mosca

Ultima parte del confronto con i candidati presidente promosso da NOS Magazine

TRENTO. Candidati presidente a confronto sui grandi carnivori. Nel corso dell’incontro promosso da NOS Magazine e registrato integralmente a questo link https://fb.watch/nCcl7igkeX/, la quinta e ultima parte del dibattito si è incentrata sulle questioni proposte dalle persone collegate in streaming: dal monitoraggio e l’informazione ai corridoi faunistici, dalla legge Rossi al riassetto della forestale, dall’inserimento degli orsi nel calendario venatorio agli incentivi (e disincentivi) ad abitare le terre alte, dai problemi di tutela della proprietà privata e degli usi civici, fino al bracconaggio e a un referendum (per i soli valligiani o per tutti i trentini?) per confermare la presenza dei grandi carnivori. E infine, la montagna è dell’uomo e non degli animali? È vero, è giusto? E quale sarà il primo provvedimento adottato in caso di elezione a presidente?

E allora riassumiamo qui, in ordine di apparizione, quanto dichiarato dagli ospiti di NOS sul tema, ricordando che non hanno partecipato al dibattito Maurizio Fugatti e Marco Rizzo.

ALEX MARINI “Vigilanza ambientale: l’ultima riforma è del 2009, la famosa cabina di regia. Però non è stata fatta informazione e ottimizzazione, educazione nelle scuole: io ripartirei da lì e da una educazione alla ‘cultura del limite’ che caratterizzava le nostre comunità. Il referendum sì, ma non possiamo sulla materia, dato che dobbiamo rispettare la convenzione di Berna. Roosevelt diceva che non abbiamo nulla da temere se non la paura stessa, ma in questi anni la destra ha alimentato la paura. Corridoi: su Brescia non servono, basterebbe un coordinamento nell’attuazione del Pacobace, consapevoli che di là il fenomeno del bracconaggio è decisamente più marcato. Referendum: può essere utilizzato sapientemente, ma bisogna fare informazione. Gli strumenti democratici ci sono, basta disciplinarli e farli funzionare per creare consapevolezza. E poi ripartire dall’etica, azzerata in questi ultimi cinque anni. Primo provvedimento se eletto presidente? La nuova disciplina del referendum”.

ELENA DARDO Interessante il referendum, ma lascerebbe il tempo che trova, tanto poi come al solito resterebbe inascoltato dalla politica.

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L’educazione nelle scuole andava fatta prima, occorre ora lavorare sull’informazione corretta verso chi lavora in montagna e verso il turista che la frequenta. Il bracconaggio è un dato di fatto e per questo ringraziamo la situazione ormai degenerata, per cui si fa quello che si vuole e quello che si può. Corridoi: la giunta si è disinteressata, rivalutiamoli, a Fugatti non conviene inimicarsi i colleghi delle regioni vicine. In realtà non sappiamo neanche quanti sono gli orsi, figurarsi dove mettere i corridoi per animali che comunque devono essere radiocollarati”.

SERGIO DIVINA “Corridoi faunistici: sarebbe un dramma se non si risolve prima l’emergenza che abbiamo. L’informazione è sempre utile, non è mai abbastanza e sempre opportuna. Non risolve il problema ma dà qualche strumento a chi si trovasse in certe situazioni. Legge Rossi: non è stata tenuta in considerazione né applicata. Perché? Invece si sono fatte ordinanze e decreti malamente, come ha dimostrato più volte il Tar. Calendario venatorio: occorre rivedere il Pacobace e rinegoziare il patto. Referendum: sempre, la coesione sociale c’è se c’è condivisione. Referendum con voto pilotato: impossibile. Siamo comunità e dobbiamo ascoltare tutte le opinioni, ma mantenere il senso di comunità e accettare che la maggioranza vince. Chi può votare: faccio l’esempio della Valdastico, non puoi far votare solo a Calliano, dove sai già come a finire, per un problema che è anche di altri. Bracconaggio: è la sintesi del tutto, se non arrivano risposte ufficiali, i cittadini trovano vie di fuga, giuste o sbagliate che siano. La montagna: la sicurezza è il primo punto e un nostro diritto, però dobbiamo puntare sulla biodiversità e nessuna specie può prevaricare sulle altre. Primo provvedimento: un discorso ai dirigenti provinciali, ricordando loro che il cittadino è colui che garantisce il loro posto di lavoro, pagato dai contribuenti”.

FRANCESCO VALDUGA “Il tema della partecipazione della popolazione: è chiaro che abbiamo bisogno di iniezioni di democrazia partecipativa, ma esse devono essere eseguite quando c’è l’adeguato approfondimento e dati sui quali esprimersi. Intanto però la Provincia deve mettere in campo un rapporto vero con le comunità e le realtà locali. Quante giunte sono state fatte sul tema e messi in condizione i sindaci di avere strumenti, o li si è lasciati soli? Il primo riferimento per i comuni dovrebbe essere il presidente della provincia, non i vicepresidente del consiglio in vacanza cui i sindaci portano la letterina... Per il referendum, città e valli: basta sollevare la voglia di divisione! Il Trentino è uno solo ed è tutto montagna, per tutti vi è l’esigenza di vivere in sicurezza il territorio. Ma la giunta attuale ha alimentato queste divisioni, disgregando il Trentino. Dentro il tema siamo tutti insieme, il Trentino è unico e policentrico. Primo provvedimento: porterei la gestione dei grandi carnivori al Servizio Foreste, non è una questione di Protezione civile, bisogna tornare alle competenze e a chi le ha, con il coinvolgimento di enti e strutture collegate, con condivisione di competenze per governare il fenomeno e non subirlo; una scelta da fare anche attraverso il voto”.

FILIPPO DEGASPERI “I cittadini reclamano azioni e il primo passo è applicare il piano di azione già approvato. Perché la politica non lo ha attuato? Se la concentrazione è fuori controllo non è colpa degli orsi ma di chi non ha applicato i piani. Referendum: certo che sì, ma le mancate scelte sui predatori sono state portate avanti da rappresentanti eletti dai trentini! La responsabilità va condivisa quindi tra politici e cittadini. E lo stesso vale per l’informazione e monitoraggio. Invece abbiamo insopportabili lungaggini per gli allevatori quando chiedono il risarcimento per i capi predati dagli orsi. Mi preoccupa mettere il progetto in mano a chi la governato fino al 2018: non dobbiamo essere autoreferenziali, pena diventare ‘piccoli e soli’. Ma la verità è che i corridoi faunistici erano previsti dal piano, ma di esso finora si sono fatti coriandoli. Amplierei l’orizzonte: come con Vaia, da Roma possono e devono arrivare aiuti in termini di risorse e persone. Perciò il primo provvedimento che prenderei sarà quello di telefonare a Roma per richiedere carabinieri forestali e risorse per presidiare il territorio come si deve, cosa che al momento non è, con un territorio abbandonato a se stesso dal punto di vista del controllo; e a Lombardia e Veneto non dobbiamo chiedere nulla, hanno firmato con noi il progetto e devono prendersi le proprie responsabilità. Siamo rimasti soli e questo è inaccettabile”.

 

 



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