TRENTO. Linguaggi rispettosi e inclusivi per liberare le persone da stigmi e pregiudizi. Il giornalismo sportivo negli ultimi anni ha fatto grandi passi in avanti, ma è importante continuare a promuovere un lessico capace di valorizzare la persona senza cadere negli eccessi anche nel racconto delle prestazioni agonistiche. Questo, in sintesi, il contenuto della seconda edizione di “Comunicare la disabilità – Il contributo dell’informazione sportiva nella promozione di una cultura dell’accessibilità e dell’inclusione” andato in scena questa mattina nella sala conferenze del Muse e organizzato da TSM-ADM Accademia della Montagna e il Sindacato dei giornalisti del Trentino-Alto Adige, in collaborazione con il Comitato Paralimpico Italiano e la rivista “Oltre gli ostacoli”.
Moderato dal segretario regionale del Sindacato Rocco Cerone, l’appuntamento è quantomai attuale a pochi mesi dalle Paralimpiadi Milano Cortina 2026. In questi ultimi anni la sensibilità nei confronti del mondo della disabilità è molto aumentata sia per merito della crescente attenzione mediatica riservata agli sport paralimpici, sia per merito dei giornalisti che hanno dimostrato grande sensibilità verso questo mondo.
Serve, però, mantenere un linguaggio rispettoso, evitando la banalizzazione così come l’eccessiva esaltazione degli atleti.
Gianluca Cepollaro di TSM ha spiegato come Accademia della Montagna, nel promuovere la diffusione della cultura della montagna, in questi ultimi anni abbia svolto diverse riflessioni sull’accessibilità e sull'inclusione, introducendo una comunicazione più incentrata sulle persone e meno sulla performance.
Il presidente del Comitato Paralimpico Trentino Massimo Bernardoni ha affermato come in questi ultimi anni si è trovato un equilibrio tra la comunicazione dell’attività sportiva e le storie degli atleti paralimpici grazie anche alla sensibilità acquisita dalla popolazione e alla presa di coscienza della politica. Nonostante i risultati importantissimi alle ultime Paralimpiadi di Parigi, però, rimangono ancora poche le persone che svolgono sport paralimpico. Per aumentare la base degli sport è necessario continuare a comunicare non solo le imprese degli sportivi ma anche le attività proposte.
Infine, Il giornalista Lorenzo Sani ha sostenuto la necessità di sfruttare i grandi eventi come accaduto per le Paralimpiadi di Parigi al fine di liberare le persone da stigmi e pregiudizi sulla disabilità e sulla salute mentale. Più del 50% delle persone con sofferenza mentale, infatti, non chiede aiuto. Sani ha poi posto l’accento sul pericolo dell’autoreferenzialità del mondo sportivo paralimpico e la necessità di una comunicazione più equilibrata. Spesso parlando dei protagonisti delle paralimpiadi si oscilla pericolosamente tra il pietismo e l’eroismo. Atteggiamento che in entrambi i casi può avere effetti deleteri su chi pratica lo sport.
La mattinata si è quindi chiusa con le testimonianze dirette dei giornalisti sportivi Rai Franco Bragagna e Stefano Silva e del componente della Commissione per la riforma dell’ordine nazionale dei giornalisti Fabrizio Franchi.

