Ieri pomeriggio dopo aver effettuato un sopralluogo per un sentiero SAT nel mio comune con altri volontari satini raggiungevo i miei genitori, i miei bambini e altri due loro amici nella baita di proprietà. Lungo il tragitto su strada forestale, essendo segnalata come "zona orso", avevo i sensi attivati e la musica del cellulare a un volume abbastanza alto in vivavoce. Arrivata alla baita abbiamo fatto merenda tutti assieme e mi sono goduta i bambini che facevano un gran baccano dalla felicità per aver imparato a fischiare con tutte le dita della mano. Verso le 16 dovevo scendere per un impegno e mentre gli altri si fermavano alla baita, ho recuperato la mia cagnolina, 10 kg in tutto di cane, che era salita in auto, e mi sono avviata verso casa, sempre con la musica accesa sul cellulare per segnalare la mia presenza. Lì per lì, non ho dato peso al comportamento della cagnolina: tendeva a stare dietro di me ed era molto attenta, pensavo volesse ancora la compagnia dei bambini rimasti al maso e fosse per questo restia nel seguirmi.
Di solito percorro il sentiero fino a casa in 15 minuti con i miei figli di 10 e 12 anni, ma ieri hanno preferito fermarsi coi nonni e amici per poi scendere in auto. Il sentiero, piuttosto ripido inizialmente non è molto fitto e si ha una bella visuale tranne in un paio di punti dove delle macchie di felci molto spesse e alte hanno sostituito gli alberi caduti causa il bostrico. Proprio nel momento in cui uscivo dalle felci che hanno invaso anche il sentiero ho visto queste due piccole figure muoversi, e ho pensato fossero due cinghiali, visto che in zona ci sono anche quelli, poi ho realizzato che erano due cuccioli di orso quando dietro a loro si è alzata in piedi l'orsa in tutta la sua grandezza, che ho potuto vedere nitidamente in primis per la vicinanza e in secondo luogo per il contrasto di colori visto che era stagliata contro la radura verde. Lì la mente non ha il tempo di ragionare e il mio è stato un indietreggiare lento fino a quando ho raggiunto nuovamente il muro di felci e ho iniziato a risalire il più in fretta possibile a ritroso, anche a carponi il sentiero percorso, tenendo controllato di non essere inseguita. Il cane aveva le orecchie basse, la coda tra le zampe e un continuo tremito forse più forte del mio. Il percorso intrapreso dalla baita, l'incontro con l'animale e il mio ritorno è durato meno di 6 minuti.
Arrivata nella radura sottostante l'edificio sono stata vista dai miei figli e amichetti che hanno capito che c'era qualcosa che non andava. Alla baita ci rechiamo spesso e mia figlia ieri era preoccupata e continuava a dirmi di non scendere a piedi da sola… premonizione? Giro spesso nei boschi per sopralluoghi ma anche perché mi piace, perché non riesco a farne a meno; sappiamo benissimo tutti che vi è la presenza dell'orso e mi prendo le dovute cautele. Ieri a me è andata bene, ma se con me ci fossero stati i miei figli come è di solito quando rientriamo dalla baita? Come avrebbe reagito l'orsa? Come avrei reagito io in presenza dei bimbi? Queste sono le domande che bisogna porsi. Abbiamo perso la libertà di vivere come abbiamo sempre fatto, il bello di andare nel bosco è che questo ti dà una sensazione di pace e di tranquillità, ora invece chi va cammina con tutti i sensi all'erta e con la paura di fare questo tipo di incontri.
E non dite “state a casa” perché il bosco va anche mantenuto e manutentato. Solo chi non vive il territorio non capisce l'importanza di tenere puliti sentieri, strade, canalette dell'acqua, etc. Il bosco non è solo degli animali, fa parte anche del nostro vissuto, della nostra identità e del nostro vivere quotidiano.
Il mio articolo non vuole essere l'innesco di un'inutile polemica però l'incontro con l'orso è possibile perché la presenza di questi animali è diventata troppo invasiva.
Carissima lettrice, ho letto con molto interesse e con parecchia apprensione il racconto dell’esperienza vissuta. E le faccio anche i complimenti per la sua pacata reazione. Purtroppo non ci rendiamo conto che la situazione si fa ogni giorno più preoccupante. Sono i numeri a dirlo e a farlo prevedere soprattutto di fronte all’immobilismo totale. Condivido anche le sue osservazioni riguardo la gestione del territorio e la “libertà” che ogni persona residente o turista deve avere per viverlo appieno. Anche gli esperti, oltre a dubitare del progetto di reintroduzione, avevano previsto che, senza un preciso piano di gestione, la situazione sarebbe sfuggita di mano. Oggi, invece, assistiamo ad uno scontro fra tifoserie, pro e contro, animate solo da visioni distorte e a volte idilliache, senza fondamenti scientifici, culturali e sociologici. Da una parte la bestia feroce e dall’altra il simpatico e tenero peluche. Urge quindi correre ai ripari e riportare con serietà un equilibrio abbandonando le ideologie. Solo allora le nostre montagne saranno vive, per la libertà di chi ci vive, di chi ci lavora e di chi, da sempre ha amato e difeso il nostro territorio, animali compresi. Grazie
Il direttore
Sandro de Manincor
