Ieri, domenica 15 giugno, alla guida della Ferrari 499P che ha vinto la leggendaria 24 Ore di Le Mans c’era un pilota polacco che in qualche modo, tanti anni fa, ebbe modo di incrociare le valli del Noce.
Lui è Robert Kubica, 40 anni, insieme ai compagni Ye Yifei e Phil Hansona. Per i tre una gara perfetta, per Kubica una nuova rivincita contro la malasorte che nel febbraio 2011 rischiò di mettere fine anzitempo alla sua carriera automobilistica e alla sua vita.
Il 2011. Un terribile incidente in una prova del mondiale rally distrusse le mani e le braccia di Kubica: a intervenire chirurgicamente nella ricostruzione fu un’equipe nella quale figurava anche un medico trentino, Emanuele Pamelin, che all’epoca era al lavoro nell’ospedale di Savona ma che prima aveva operato a Cles e a Trento.
Noi di NOS lo trovammo e portammo all’attenzione del grande pubblico la storia di questo straordinario ortopedico specializzato nella chirurgia della mano.
L’intervento fu particolarmente difficile, ci raccontò Pamelin a poche settimane dall’intervento, in quanto i tendini erano tutti da reinserire, dalla parte ossea ai tessuti più molli.
La reinserzione tendinea, nonché muscolare e infine la sutura dei tendini lesionati avevano costituito le parti più difficili dell’operazione.
Kubica poté tornare alla guida nel 2013 ancora nel mondiale rally, la categoria nella quale due anni prima aveva rischiato di morire.
Da lì sono arrivate altre vittorie, fino a quella di ieri nella 24 Ore: ora è uno di quelli cui è riuscita l’accoppiata di una vittoria in F1 (nel 2008 in Canada al volante di una Bmw Sauber) e una a Le Mans: l’unico in attività, con Fernando Alonso.
