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Il Meteo

Ragazzini terribili, la Niña e il Niño

Ma davvero dipende da loro se nevicherà o meno? Vediamo come stanno le cose

Ragazzini terribili, la Niña e il Niño
  • gio 20 nov 2025 14:31

Nelle puntate scorse abbiamo visto l’esistenza di previsioni “stagionali”, che riescono a ipotizzare una tendenza generale per quanto riguarda le piogge e le temperature per i mesi successivi, con buoni risultati.

E fra poco, ovviamente, non mancheremo di guardarle. Ma uno dei motivi per cui si possono fare è l’esistenza di alcune teleconnessioni, ovvero l'influsso anche a migliaia di chilometri di alcune situazioni meteorologiche. Il loro studio costituisce una sfida di frontiera, a scavalco fra studio del meteo e del clima. 

Avete ad esempio mai sentito parlare di Niña e Niño? Addirittura, sui giornali, qualche giorno fa, si è letto che una forte Niña, cioè il raffreddamento periodico di una parte delle acque del Pacifico, potrebbe influire sul prossimo inverno sulle Alpi e in Trentino, in particolare rendendolo nevoso.

Di Niña e Niño ne parlano sciatori speranzosi, agricoltori nel dubbio, appassionati… un mondo, magari con le idee non sempre chiare.

Ma allora, esiste una correlazione fra questo fenomeno e il Trentino?

Se avete voglia di leggere, oggi vi propongo una analisi un po’ più lunga del solito; la risposta breve, comunque, è… “non molto”!

La Niña (raffreddamento) e il più famoso Niño (riscaldamento) fanno parte di una ciclicità irregolare (da 2 a 7 anni) come una “altalena”, delle temperature dell’acqua superficiale del Pacifico equatoriale.

Questa alternanza è anche chiamata Enso (El Niño Southern Oscillation).

A grandi linee: nel Niño gli alisei (che lì soffiano da sud/est) sono deboli e per questo le acque calde superficiali e poco dense dell’Oceania rifluiscono indisturbate per migliaia di chilometri verso est fin sulle coste del Perù. Queste acque calde favoriscono l’evaporazione ed alluvioni proprio in Sudamerica (Perù, Colombia e Bolivia) mentre in Indonesia, Filippine e Australia, private di acque calde, si hanno forti siccità.

La Niña accade invece quando gli alisei si rafforzano oltre la norma, concentrando l’acqua calda superficiale stavolta verso ovest, sull’Oceania, e facendo emergere in superficie al largo del Perù acqua profonda fresca. Così si ha una situazione opposta alla precedente: siccità in Perù, Bolivia e Colombia e piogge anormali in Australia, Filippine e Indonesia.

L’oscillazione prevede anche frequenti fasi neutre. Il ciclo, viste le porzioni enormi di oceano interessate, modifica profondamente le configurazioni meteorologiche in varie zone del mondo, ma prevalentemente lungo la fascia tropicale con una serie di influssi su ambiente, coltivazioni, etc.


Nelle immagini:

1 Anomalie attuali di temperatura delle acque

2 Correlazione tra precipitazioni invernali e Nino/Nina in Europa

3 Correlazione tra precipitazioni invernali e Nao+/Nao- in Europa

4 Previsione indice ONI nei prossimi mesi: verso una Nina debole e volatile

La forza di Niño o Niña si può valutare con l’indice ONI (Oceanic Niño Index) che è semplicemente l’anomalia di temperatura dell’acqua su una precisa area del Pacifico. Con ONI positivo si ha Niño, con ONI negativo Niña.

Nell’immagine 1 vi propongo le anomalie attuali di temperatura degli oceani (si vede la zona blu della Niña in corso).

Nell’immagine 2 si vede invece una mappa speciale, la correlazione delle precipitazioni invernali in Europa con Niño/Niña. In blu le zone dove piove più della norma in inverno con Niña, in rosso le aree dove piove di più in inverno con il Niño. Da noi non c’è alcuna particolare correlazione! E il discorso potrebbe chiudersi qui: Niña o Niño per noi contano poco o nulla, d’altro canto siamo dall’altra parte del mondo.

Ma proseguiamo.

Se volessimo fare i sofisti, infatti, notiamo sempre nell’immagine 2 che con la Niña l’area che viene colpita più dalle piogge è l’estrema Italia meridionale, lo Ionio e il Nordafrica. Uno schema vagamente simile, anche se assai più blando nelle correlazioni, con il ben più importante (per noi europei) indice NAO (North Atlantic Oscillation) che si gioca sulla differenza di pressione atmosferica tra le Azzorre e l’Islanda.

Con NAO negativa, le perturbazioni entrano bene nel Mediterraneo, con NAO positiva restano sul Nord Europa. L’immagine 3 è come la 2, ma presenta le correlazioni fra piovosità e NAO, molto più forti che con l’ENSO, il che è abbastanza ovvio: da sottolineare che l’indice NAO varia su una scala di pochi giorni o settimane, mentre l’ENSO è molto più lenta, dell’ordine dei mesi o anni.

post-img

Veniamo ora a dei dati, da prendere solo come curiosità senza pretese scientifiche serie. L’appassionato meteofilo Flavio Toni, ad esempio, dal 1970 (da 55 anni) rileva neve e precipitazioni a Trento Sud. I risultati a Trento per l’inverno sono i seguenti:

- Con ONI estremo (>1.1° e <-1.1°) cioè Niño o Niña molto forti, ben 14 inverni su 16 (7 su 8 con Niño strong, e 7 su 8 con Niña strong) a Trento sono stati sotto media nivometrica. Ad esempio con Niña forte ci sono stati l'arido inverno 1988/89 con ONI -1.83° e il secchino 2007/08 con ONI -1.47°.

- Con ONI vicino a neutralità cadono invece gran parte degli inverni più nevosi nel capoluogo; i 10 inverni più nevosi negli ultimi 55 anni a Trento Sud mostrano una media ONI di -0.29°, corrispondente a Niña debole.

Detto questo, come è prevista l’evoluzione della Niña nei prossimi mesi? Nell’immagine 4 la risposta: i modelli prevedono una Niña debole, con ONI fra -0.5° e -0.9°!

Teoricamente, si tratterebbe di valori favorevoli nella statistica delle precipitazioni invernali a Trento.

Come ultimo dato, le previsioni stagionali cosa vedono? Per Copernicus, le proiezioni sono anch’esse orientate su un trimestre invernale con precipitazioni in media, anche abbondanti a dicembre: sembra escluso quindi un inverno siccitoso. Chissà!

Chiudo con una considerazione. Non va dimenticato, come si vede nella figura 1, che le temperature degli oceani oggi sono molto più calde di qualche anno fa, quindi anche le correlazioni potrebbero essere cambiate e in generale le temperature più alte potrebbero semplicemente portarci un inverno più piovoso che nevoso, almeno a bassa quota. Ricordiamo infatti che il Mediterraneo è molto caldo rispetto a decenni fa e lo dimostrano anche gli eventi di oggi (17 novembre) di grandine serale a Trento e di alluvioni lampo in Friuli, nel goriziano. Ci risentiamo fra un mesetto!


 
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