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Una montagna d’inverno che non sia solo sci

lun 18 gen 2021 18:01 • By: Lorena Stablum

L'appello di Ugo Rossi (Patt) al mondo turistico della Val di Sole: «Iniziamo subito a sviluppare un nuovo prodotto»

«Prepariamoci ora per affrontare la prossima stagione invernale». È, in sintesi, l’appello che il consigliere provinciale Ugo Rossi (Patt) si sente di lanciare al mondo turistico dopo le considerazioni venute dalle società impiantistiche della Val di Sole (QUI L'ARTICOLO). L’ex governatore della Provincia, per la sua proposta, parte da due dati di fatto: il primo legato all’evidenza, spiega, che «la stagione invernale quest’anno è ormai persa», il secondo, un po’ più complesso, relativo alle conseguenze di lungo periodo della pandemia, al vaccino e al cambio di abitudini avvenuto nella società. «Le proiezioni degli esperti ci dicono che è probabile che gli effetti del vaccino si facciano sentire a partire dal 2022 – spiega infatti Rossi -. È evidente che, in ogni caso, nella prossima stagione invernale gli impianti di risalita non potranno essere fruiti al 100% della capienza, come accadeva nel passato, e i numeri saranno limitati. Ne consegue che se si venderà una settimana di vacanza non è detto che l’ospite potrà effettivamente usufruire degli impianti per sei giorni a meno che non si rinunci ai giornalieri. Mi chiedo se come territorio, come sistema turistico ci stiamo preparando per questa eventualità».

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Da qui la proposta del consigliere provinciale che va nella direzione di affiancare al modello turistico invernale prevalente, incentrato sulla pratica dello sci, altre attività. «Ritengo che sia arrivato il momento come sistema turistico di accelerare quel processo che siamo tenuti a fare, e che in parte stiamo già facendo, per integrare al classico “prodotto sci” una proposta di turismo più dolce, legata all’ambiente e alla valorizzazione del territorio – evidenzia Rossi -. E mi vengono in mente lo sci alpino, i percorsi a piedi o le passeggiate con le ciaspole o tutto il mondo dell’enogastronomia e della cultura. Sono tutte componenti che dovremo essere in grado di inserire, in maniera strutturale, nei pacchetti vacanza. Naturalmente ciò si dovrà integrare con una gestione informatica e matematica dei flussi sugli impianti, magari anche con l’assistenza degli istituti di ricerca del Trentino. Su questi aspetti si è lavorato o si sta lavorando. Si dovrà organizzare comunque il prodotto turistico in modo tale che, se so già in partenza che almeno uno o due giorni non potranno essere dedicati allo sci, dovrò essere in grado di garantire un’alternativa altrettanto interessante al turista che viene in vacanza nella nostra valle». Un processo di sviluppo del prodotto che il consigliere affida al territorio chiamando all’appello, tra gli altri, Apt, amministrazioni comunali, associazioni di categoriaAsat e Unat ma anche scuole di sci, guide alpine, accompagnatori di montagna – e, ad esempio, il settore culturale.

«Come costruire questo nuovo prodotto è già un tema – continua ancora Rossi – ma lo è anche farlo presto perché vanno coinvolte e preparate le persone che poi attueranno questo progetto e, soprattutto, andrà comunicato in tempo. C’è un grande lavoro da fare. Oggi ci siamo, purtroppo, resi conto di cosa significa per la valle non aprire gli impianti per un’intera stagione e pensare che ci siamo andati vicini qualche anno fa – conclude Rossi, rivendicando ancora una volta l’operazione grazie alla quale, da presidente della Provincia, ha deciso di investire 20 milioni di euro per il salvataggio di Funivie Folgarida Marilleva -. La mia non vuole essere una critica ma una proposta costruttiva. Approfittiamo del fatto che oggi e sempre di più il mercato ci chiede un’offerta e attività aggiuntive allo sci per lavorare in questo senso. Se saremo i primi a farlo potremo progettare una ripartenza che possa colmare i danni che stiamo vivendo. Ci vuole però una volontà politica chiara di coinvolgere gli attori fin da subito e in maniera strutturata».



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