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Variante di Cles, come la Valdastico?

ven 08 nov 2024 11:11 • Dalla redazione

L'interrogazione della consigliera provinciale Paola Demagri

CLES. Un’interrogazione sulla variante di Cles “come la Valdastico?”: l’ha inviata all’attenzione del presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini la consigliera Paola Demagri, probabile candidata sindaca alle prossime comunali. Demagri, premettendo come “i rioni preoccupati di Cles attendono risposte”, scrive nell’interrogazione:

“Con le dovute proporzioni e a modo suo, anche la variante di Cles è una bretella di collegamento stradale proprio come la Valdastico. Ci pare però di capire che le similitudini si fermano qui. Se della Valdastico si continuerà a parlare ancora per qualche decennio, le tribolazioni per questo secondo tratto stradale, pare invece siano finalmente giunte al termine. Certo della reale fase di avvio, la popolazione locale non possiede ancora contezza alcuna. Ma a questo stato di cose, ormai, i clesiani si sono purtroppo abituati. Come la ben più famosa arteria di ipotetico asfalto citata in premessa, anche quella locale raccoglie un iter piuttosto travagliato. Il ricordo delle prime promesse – continua Demagri - va in là ormai di qualche bel lustro. Dall’attuale governo provinciale tuttavia - nel pieno stile populista che gli appartiene - la partenza ne è stata a più e più riprese annunciata.

Elektrodemo

Così, si son viste nascere aree recintate dalle quali finora sembra essere uscito più fumo negli occhi per i cittadini che gas di scarico dai tubi di scappamento di macchine operatrici ancora desolatamente assenti. Un po' come è successo a Pinzolo per l'omonima variante. Comunità gemellata a Cles da una celebrativa installazione conficcata nel terreno all'entrata del paese. Una grande piastra gialla riportante i dati di un appalto che verrà. Una sorta di Stele ad imperitura memoria dell’indomito spirito lavorativo del popolo trentino.

Ecco – prosegue Demagri - a onor del vero quando vennero erette queste strutture, eravamo in campagna elettorale quella del 2023. Lo dico a chi si fosse abituato alla vista del cartello. E lo raccontiamo anche per ricordare che nel frattempo a più e più riprese sono state molteplici le modifiche di tracciato stradale annunciate. È per questo che di converso sono sorti dei comitati. Persone preoccupate per quanto percepito dai media o dal gossip raccolto ma mai realmente presentato al pubblico nel dettaglio. Persone che hanno anche tentato di ottenere lustro dell'agenzia Provinciale degli appalti, attuale responsabile della progettazione esecutiva. Le risposte pervenute sono apparse piuttosto lacunose e comunque assolutamente non soddisfacenti. Vi è poi – si legge ancora - la questione dell'eccesso del numero di rotonde, a quanto pare previsto nel nuovo tratto stradale, oltre che una serie di preoccupazioni sollevate dai cittadini dei Rioni interessati, mai realmente soddisfatte. Anche l’indefessa amministrazione comunale, da sempre prodiga di informazione e buoni rapporti con i propri cittadini, si è letteralmente accanita nei confronti dell’ente superiore provinciale con propri stimoli. Questo impegno però non sembra per ora aver sortito particolari risultati. Curiosità e preoccupazioni di cittadini singoli e organizzati in comitati spontanei, sembrano per ora perlopiù insoddisfatte. Insomma pare proprio che da questo punto di vista sia proprio la Provincia a latitare. Nonostante la sua politica di governo, sia sempre stata fin troppo prodiga di conferenze stampa e comunicati, tutto, qui sembra celarsi dietro una sorta di preoccupante silenzio. Mantenuto soprattutto per quanto riguarda la disponibilità a offrire una rappresentazione tecnica precisa riguardo al timing e al dettaglio progettuale delle ultime modifiche progettuali assunte dalla stazione appaltante”.

 



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