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Il Papa incontra Emma Bonino

dom 10 nov 2024 12:11 • By: Renato Pellegrini

Due persone diversissime che sanno parlarsi

Emma Bonino era tornata dall’ospedale e di sicuro non s’aspettava che ad andare a farle visita, a casa, fosse proprio papa Francesco.

Tutti sappiamo che i due non hanno nulla in comune. Emma è la laica che ha condotto grandi battaglie civili per il divorzio e l’aborto, Francesco ha invece definito non molto tempo fa “sicari” i medici che praticano l’aborto, considerato dalla chiesa un crimine. Due visioni così diverse non hanno impedito l’incontro. A stringersi la mano, a guardarsi negli occhi sono state due persone, distantissime nel pensiero, accomunate dall’essere partecipi dell’umanità. Si può essere grandi avversari, seguire strade che vanno per direzioni opposte o quasi, eppure sapere che insieme è possibile costruire un mondo dove non vince la violenza, l’insulto e l’indifferenza. Certamente sappiamo che questo incontro non porterà nessun cambiamento storico, non migliorerà la politica e non aumenterà le vocazioni e la fede dei cristiani. E tuttavia ha un significato che deve far riflettere, perché a ben vedere è l’opposto di quello che avviene tra gli uomini, nella loro vita privata, e tra le istituzioni. Troppo spesso vince il linguaggio aspro, poco conciliante, offensivo. Tra le istituzioni vincono gli scenari di guerra, il rumore e le urla delle risse. Tra queste due persone vince il parlarsi sommesso, sereno, senza obiettivi particolari, senza volere o pretendere che l’altro o l’altra accettino il punto di vista della controparte.

È l’incontro che vale, è la parola che dice attenzione, non la volontà di vincere e nemmeno di trovare a tutti i costi un compromesso.

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Si sono incontrati in nome di un dialogo che dovrebbe essere il modo dell’umanità civile di esistere. Ma, lo sappiamo, che il più delle volte non lo è. «Siamo, dovremmo tutti essere animali dialoganti e invece, a giudicare dal discorso pubblico e politico, siamo diventati animali ringhianti. Incapaci di ascoltare l'altro semplicemente perché è giusto e bello ascoltare. C'è, nell'immagine di quei due esseri umani dialoganti, anche un altro aspetto sorprendente: la loro forza e la loro fragilità unite in un amalgama tanto improbabile quanto forte. Sono due esseri umani deboli, privi di quella facoltà primaria che è la mobilità: sono entrambi in sedia a rotelle. Ispirano perciò sulle prime quella tenerezza che spinge a provare uno slancio di protezione, foss'anche virtuale» (Elena Loewenthal in La Stampa del 6 novembre 2024).

Questo incontrarsi inaspettato ha un grande significato: anche quando si parte da posizioni molto lontane, è possibile parlarsi, perché nessuno è superiore a un altro e nessuno ha la verità in tasca da imporre a un altro. La verità infatti abita, almeno parzialmente, ogni persona. Forse dovremmo comprendere tutti che c’è bisogno di dialogo, di ascolto reciproco. Non sta qui anche il messaggio cristiano? Rispettare ogni donna e ogni uomo che è su questa terra, che nella libertà possono costruire qualcosa di valido per tutti. Vale anche per quanto sta accadendo nella chiesa.

Molti sono contro Bergoglio, considerato da alcuni addirittura come antipapa o papa non legittimamente eletto. Ci sono coloro che vogliono tornare a una chiesa che assomiglierebbe più al Concilio di Trento che al Vaticano II. E allora cosa fare? Abbandonare questa chiesa o restarvi e cercare con il dialogo che qualcosa cambi?  Personalmente ritengo sia fondamentale seguire l’insegnamento e l’esempio di Gesù. Non ha abbandonato il Giudaismo, è sempre rimasto un ebreo osservante, Ma non ha accettato tutto. Ha interpretato in modo nuovo la tradizione, restituendole il significato autentico. Un paio di domeniche fa in chiesa si è letto il Vangelo del comandamento nuovo: «Ama Dio con tutta la tua mente, con tutte le tue forze… e il prossimo tuo come te stesso». Criticare la Chiesa è facile, ed è anche necessario talvolta, ma tenendo sempre presente l’esempio di Gesù, cercando di cambiare le cose dall’interno. Il cristiano maturo sa ragionare con la sua testa, ma non dimentica che molti altri hanno vissuto la fede nella chiesa talvolta con difficoltà, ma cercando il dialogo, sforzandosi di capire. E se la Chiesa è ancora una presenza significativa nel nostro tempo, lo è anche grazie a loro.

 

 



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