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Fiume Noce, «una proposta che non sta né in cielo né in terra»

gio 18 feb 2021 16:02 • Dalla redazione

Interrogazione di Lucia Coppola: «I motivi per un giudizio negativo si sono rafforzati»

«No a ulteriori prelievi di acqua dal Noce!» E ancora, «l'acqua non è merce di scambio ma bene comune». A scriverlo è Lucia Coppola, consigliera provinciale del gruppo misto / Europa verde, che presenta in Consiglio provinciale un’interrogazione sulla questione del lungo tubo che il Consorzio di miglioramento fondiario di 2° grado della Val di Non vorrebbe realizzare per fare arrivare l’acqua ai frutteti assetati (Qui, Qui e Qui).

«Per riassumere in due parole la riunione svoltasi a Malé giovedì scorso per valutare la possibilità di autorizzare ulteriori prelievi di acqua dal fiume Noce per sostenere l'agricoltura intensiva della Val di Non, riunione conclusasi con un nulla di fatto, si potrebbe dire: "i nonesi non mollano l'osso, ma nemmeno i solandri" – evidenzia la consigliera -. È noto infatti che gli amministratori solandri, attentamente osservati da una popolazione sempre gelosa del proprio territorio, si sono sempre espressi in modo contrario a ulteriori prelievi di acqua dal Noce o dai suoi affluenti ritenendo, giustamente, che questo comprometterebbe i benefici che il fiume arreca al territorio solandro.

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Stando al resoconto giornalistico della riunione il progetto prevederebbe di integrare gli attuali 100 l/s prelevati dal Rabbies (affluente del Noce a Terzolas) con altri 700 l/s da prelevare ancora più a monte, in Val di Peio. Il cantiere per realizzare l'opera di prelievo e trasportare l'acqua direttamente in Val di Non coinvolgerebbe l'intera vallata, compromettendo la pista ciclabile (importante per la popolazione locale e per incrementare l'offerta turistica), oltre al normale disturbo arrecato da un cantiere di questo tipo».

La consigliera, inoltre, ricorda come già nel 2017 il Consorzio avesse avanzato un’analoga proposta di captazione che era stata respinta, oltre che dalle amministrazioni locali interessate, anche dalle principali associazioni ambientaliste, intervenute nella fase della valutazione di impatto ambientale, quali la Sat e Italia Nostra. «Dunque, cambia la Giunta provinciale e si torna alla carica con richieste che non stanno né in cielo né in terra – continua Coppola -. Si dovrebbe discutere di un modello di sviluppo agricolo che comporti un uso più razionale di un bene come l'acqua, destinato a ridursi nel tempo, e invece si chiedono ulteriori quote di acqua».

Coppola, quindi, torna sull’incontro avvenuto in Comunità di Valle a Malé: «La Giunta provinciale, presente all'incontro con gli assessori Tonina e Zanotelli, ha tentato una mediazione proponendo soluzioni a problemi di tutt'altra natura, come il depuratore delle acque, opera a carico della Provincia e che, se necessaria come sembrerebbe, visto che è in programma, dovrebbe essere realizzata da quest'ultima a prescindere dall'uso delle acque del Noce, o come il metanodotto. Il fiume Noce è sfruttato turisticamente, in modo sempre più intenso, per sport acquatici, e rafforza l'offerta turistica della valle. Dunque ridurre le acque del Noce significa indebolire o compromettere questo settore - conclude la consigliera evidenziando anche le ragioni ambientali ed ecologiche che dovrebbero portare a evitare di ridurre la portata d'acqua di fiumi e torrenti, già fortemente sfruttati a fini energetici -. Dunque i motivi per non rivedere una precedente decisione negativa, più tecnica che politica, semmai si sono rafforzati. Non si capisce per quali ragioni la Giunta provinciale si attivi invece per favorire ulteriori sfruttamenti del Noce».

Da queste premesse le domande della consigliera: se non si ritenga «ragionevole, anche sulla base degli studi e delle valutazioni svolte meno di cinque anni fa, non autorizzare ulteriori prelievi di acqua, a scopo irriguo, dal fiume Noce» e, «in caso contrario, su quali elementi tecnici e scientifici si basi un cambiamento di rotta che ai più appare incomprensibile».



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