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Ugo Rossi: via l'elezione diretta del presidente della Provincia

Per l'ex presidente è ora di tornare al proporzionale e all'elezione da parte del Consiglio

Ugo Rossi: via l'elezione diretta del presidente della Provincia

TRENTO. Il Governo impugna il terzo mandato per il presidente della Provincia autonoma di Trento, causando una frattura nella maggioranza che governa il Trentino. Sulla questione interviene l’ex presidente Ugo Rossi, che in un comunicato chiede: “Adesso torniamo al proporzionale ed eliminiamo l’elezione diretta”.
“Premetto – prosegue Rossi - che è sempre un dispiacere quando una legge di una provincia autonoma viene impugnata. Non c'è da gioire quindi. Ma semmai necessario riflettere ed essere oggettivi. A questo proposito bisogna dire onestamente che il governo non poteva non impugnare e non è una questione politica ma di diritto costituzionale.
Vero che – continua Rossi - abbiamo piena competenza in materia di leggi elettorali e di forma di governo e che spetta a noi legiferare e non può farlo lo Stato. Ma altrettanto vero che possiamo e dobbiamo farlo nel rispetto della Costituzione e dei suoi principi fondamentali. Il divieto di terzo mandato quando c'è elezione diretta è un principio fondamentale (nel merito si può anche discutere ma è così!).

Non solo lo dice chiaro la Corte Costituzionale ma la stessa riforma del centro destra che vuole il premierato con elezione diretta prevede tale divieto, proprio in ossequio a tale principio. Ecco perché il governo non poteva non impugnare”.
Su un piano più politico e di prospettiva – aggiunge Ugo Rossi - esisteva una via praticabile e, secondo me, utile al Trentino: eliminare l'elezione diretta e far come Alto Adige: il presidente della Provincia viene eletto dal Consiglio Provinciale dopo le elezioni partendo dalla proposta del partito che ha avuto il maggior numero di voti alle elezioni con sistema proporzionale.
In questo modo anche l'attuale Presidente della Provincia potrebbe (se il suo partito fosse il primo e attorno a lui si formasse una maggioranza) diventare presidente per la terza volta.
Inutile sottolineare come un sistema di questo tipo favorisce una maggiore forza delle maggioranze a traino "territoriale" rispetto ai partiti nazionali e in definitiva una maggiore autonomia dei governi provinciali rispetto all'assetto nazionale.

Spiace che il Patt in primis ma anche le altre forze che si considerano ‘civiche e territoriali’ non abbiano subito considerato e lavorato per questa possibilità perché avrebbero potuto condizionare in questo senso la maggioranza che poi ha votato per il terzo mandato.

Insomma – è la conclusione di Rossi - avrebbero potuto dire: nessuna preclusione ad immaginare un terzo mandato dell'attuale presidente ma dentro un contesto completamente diverso, utile al futuro dell'autonomia. Se lo avessero fatto avremmo avuto una nuova legge elettorale esercitando in pieno la nostra competenza in materia e non ci sarebbe stata nessuna impugnativa. Non so se siamo ancora in tempo ma forse ci si può ancora pensare”.

 

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