TRENTO. Si sono concluse le rilevazioni effettuate annualmente sul ghiacciaio del Careser, sul gruppo dell'Ortles-Cevedale, e sul ghiacciaio dell'Adamello-Mandrone, con l’obiettivo di determinare la quantità e le caratteristiche della neve accumulata sugli apparati glaciali alla fine del periodo invernale-primaverile. Le operazioni - finalizzate a rilevare la profondità del manto nevoso in diversi punti del ghiacciaio, con misurazione della densità e temperatura della neve attraverso la realizzazione di alcune trincee in punti rappresentativi - sono state coordinate dal Dipartimento Protezione civile foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, con il coinvolgimento della commissione glaciologica della Società degli alpinisti tridentini (Sat), il Museo della scienza di Trento (Muse) e il Servizio glaciologico lombardo, con il contributo dell’Università di Padova.
Dalla densità e spessore della neve è stato possibile
stimare il “volume di acqua equivalente” presente sui ghiacciai, che verrà o
rilasciato a valle nel corso della stagione estiva o, se le condizioni
meteorologiche lo consentono, accumulato per la formazione di nuovo ghiaccio.
La neve accumulata sulla superficie del ghiacciaio Adamello-Mandrone da metà
settembre 2024 a fine maggio 2025 varia dai 150 centimetri della fronte a 2.600
metri ai 350-370 centimetri nella zona di Pian di Neve, mentre sul ghiacciaio
del Careser si sono rilevati dai 170 ai 260 centimetri.
Le densità rilevate sul
Careser sono variabili da 460 ai 410 kg/m3, mentre sull’Adamello-Mandrone da
360 a 520 kg/m3.
Sul Pian di Neve, a quota 3.100 metri, sono stati rilevati 1.700 millimetri di
equivalente in acqua, un valore leggermente superiore la media degli ultimi 15
anni (+13-22%). Considerando la distribuzione dell’altezza della neve alle
diverse quote, sull’intera superficie del ghiacciaio il bilancio invernale
ammonta invece a 1.
450 millimetri di acqua equivalente.
Sul Ghiacciaio del Careser, dove si effettuano rilevazioni fin dal 1967, è
stato calcolato un contenuto d’acqua medio all’interno del manto nevoso pari a
876 millimetri, valore che è del 10% inferiore rispetto alla media storica
(1967-2024) che è pari a 967 millimetri.
