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Alla ricerca di qualche dio

Tra indifferenza, individualismo e la riscoperta del senso della vita in un mondo che cambia

Alla ricerca di qualche dio

Lo vediamo tutti che la religione, ogni religione tradizionale, sta attraversando una crisi che può sembrare senza ritorno. I cristiani sono diventati una minoranza e non danno segno di una rinascita.

Tutti sentiamo dire che ormai non vale la pena andare in chiesa, perché chi ci va non è affatto migliore degli altri. Può essere senz’altro così, ma questa può essere anche una giustificazione per il proprio disimpegno sul piano religioso. D’altra parte Gesù stesso ci aveva avvertito di non essere venuto per i sani ma per i malati, non per i giusti ma per i peccatori (Mt 9,12-13) In altre parole Gesù è venuto per coloro che riconoscono il loro bisogno di guarigione, piuttosto che per coloro che si ritengono autosufficienti.

Qualcuno avrà senz’altro visto il film del 2018 «Io c’è», dove già dal tutolo si intuisce la sostituzione di Dio con se stessi. Racconta la storia di un proprietario di un bed and breackfast in crisi, che decide di rinnovare la propria attività trasformandola in un luogo di culto. Per pagare meno tasse, però, deve fondare una religione. Fonda così lo Ionismo, una fede dove l’Io è al centro di tutto. In fondo senza fondare alcuna nuova religione, abbiamo innalzato a Dio noi stessi, che spesso crediamo non aver bisogno di nessuno se non per raggiungere le nostre mete. Siamo inoltre circondati da non pochi miti, che offuscano l’immagine di Dio o addirittura la cancellano; si pensi al mito dell’eterna giovinezza, alla fiducia illimitata nella scienza, ma anche al mito del potere.

Crolla di colpo la fede nella vita che sconfigge la morte, una verità fondamentale del cristianesimo.

L’arcivescovo don Lauro, nella sua ultima lettera alla comunità, distribuita in occasione della solennità del patrono della diocesi di Trento, S. Vigilio (26 giugno), intitolata “Al di là” scrive, ricorda fin dall’inizio le parole di una moglie e una mamma, giovane, aggredita da una malattia che non le ha lasciato scampo, ai suoi cari: «“Ci tengo… a mostrare loro come si può compiere l’ultimo passo da credenti. Nella certezza che non potrà essere l’ultimo”. E più avanti precisa: «La vita eterna non è pertanto un “dopo” cronologico, ma una realtà viva e presente: è Cristo Risorto, che ci comunica la vita di Dio, nell’essere fratelli e sorelle per gli altri. Fin da ora possiamo farne esperienza ogni volta che scegliamo di amare, di donarci, di entrare nella logica del Risorto». Per molti sono solo idee, solo illusioni per cercare una pur labile consolazione. Questa idea della vita che vince la morte ha guidato per secoli i cristiani. Ora gli uomini sembrano volgere lo sguardo altrove. Attorno alla religione e alle sue istituzioni è cresciuta una grande indifferenza. Probabilmente non possiamo dire che Dio non interessi più e che nessuno lo cerchi. Tuttavia il grande numero di informazioni (vere e anche false) con cui abbiamo a che fare, toglie la possibilità di porsi domande essenziali, di esaminare la propria interiorità. Qual è lo scopo della mia vita? Sono nato per caso, per caso mi innamoro, per caso avrò dei figli o c’è un progetto in tutto questo? Accade anche oggi quello che Geremia lamentava nel VII secolo a.

C.: «essi hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate, che non tengono l’acqua» (Ger 2,13).

Ma non c’è il vuoto: a una ricerca secolare caduta in crisi, si è oggi sostituito in parte almeno, la ricerca in culture lontane, dell’estremo oriente, in mitologie antiche tornate a vivere. Mi raccontava un giovane che aveva frequentato per anni i gruppi giovanili di una parrocchia, di essere stato in India, di aver scoperto il perché vive. E confermavano i genitori che si era messo la statua di Budda nella sua camera, circondata di fiori e lumi, davanti alla quale pregava ogni giorno… Si chiede Enzo Bianchi su Famiglia cristiana (20 luglio 2025): «Perché questa perdita di memoria? Perché questa fuga dal cristianesimo che è rinnegamento? Eppure oggi seducono speranze confuse che assicurano che siamo energia e come energia ci uniremo all’energia del cosmo: così saremo eterni, saremo stelle...» E conclude: «Ma tu, cristiano, rinnova la fede in Gesù Cristo presente in te, Vita della tua vita e Salvatore del mondo. Gesù non è un mito, non è solo un maestro spirituale, è la vita, vita umanissima ma vita vissuta nell’amore, vita che ci ha narrato il Dio vivente, colui che rinnova ogni giorno la nostra esistenza».

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