CAVARENO. Prima tappa a Cavareno per il tour della mostra voluta dalla SAT Società Alpinisti Tridentini per sensibilizzare sull’urgenza di preservare e proteggere questi ecosistemi vitali attraverso un percorso di consapevolezza e azione concreta.
È stata inaugurata giovedì 7 nell’auditorium della Banca per il Trentino Alto Adige alla presenza del presidente della SAT Cristian Ferrari, che ha realizzato gli scatti fotografici nel corso dei rilievi della Commissione Glaciologica durante l’attività di rilevazione e misurazione dei ghiacciai. A fare gli onori di casa il sindaco Luca Zini e l’assessora Raffaella Battocletti con il presidente della Comunità della Val di Non Martin Slaifer Ziller. Ospite d’eccezione che ha tenuto a battesimo l’esposizione, il climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, purtroppo munito di gesso e stampelle a causa di una recente caduta. Lo stesso climatologo ha presentato a seguire in una piazza Prati gremita il libro “Breve storia del clima in Italia” in cui esplora l’evoluzione del clima nella nostra penisola e spiega l’urgenza di affrontare le questioni climatiche attuali. A dialogare con lui il giornalista Mauro Keller, è intervenuta a sorpresa anche la presentatrice televisiva Licia Colò, che ha casa nelle vicinanze, conosciutissima per le sue trasmissioni televisive di viaggi in cui mostra le bellezze del creato e promuove le azioni virtuose per preservarlo.
L’esposizione “Freeze the Future.
Osserva.
Rifletti. Agisci” è un percorso immersivo
tra immagini, dati e suggestioni: grandi fotografie dei ghiacciai trentini e
del mondo ne evidenziano la bellezza e le particolarità, mentre i dati della
Commissione Glaciologica della SAT ne illustrano l’agonia e la progressiva fusione.
«Terrific - li ha descritti il presidente Ferrari - nel senso letterale del
termine: stupendi nella loro grandiosa bellezza e fragilità. Il riscaldamento
climatico li sta facendo scomparire al ritmo di km in poche decine di anni.
Dove all’inizio del mio lavoro poggiavo gli scarponi sul ghiaccio oggi ci sono
pietraie e abbiamo perso uno spessore di 50 metri, l’equivalente di una
palazzina di 15 piani. L’arretramento lascia il vuoto dove prima c’erano ampi
ecosistemi, che si vedono costretti in superfici sempre più ristrette ad alta
quota». Dal 1860 al 2015
sono stati persi 60 ettari di ghiacciaio e di acqua. Ma è più corretto dire,
con le parole di Ferrari «abbiamo perso». E dal 2015 ancora di più: «Il 2022 ha
visto un arretramento dei ghiacciai equivalente a dieci volte quello che si
vedeva negli anni precedenti. Nel 2023 è stato di sette, otto volte maggiore
agli anni precedenti» ha spiegato il presidente della SAT. Perdiamo riserve di
acqua dolce e habitat naturali, risorse vitali per le generazioni future, ma
anche un prezioso archivio del clima passato. L’itinerario
invita i visitatori a fermarsi a riflettere sulle conseguenze dell’impatto del
cambiamento climatico, ma al contempo delle proprie azioni, che possono essere
incisive nel limitare lo stillicidio che goccia a goccia si sta portando via
Adamello, Careser, Presena ecc. «Ognuno
di noi ha la responsabilità di agire per rallentare il cambiamento climatico –
ha sottolineato il climatologo Mercalli.
- Anche attraverso le nostre scelte
quotidiane: riducendo i consumi di energia e di prodotti, scegliendo mezzi di
trasporto meno impattanti... L’innovazione tecnologica permette l’utilizzo
delle fonti rinnovabili, la riqualificazione edilizia riduce i consumi. Non solo le istituzioni ed i governi, che purtroppo
hanno messo l’emergenza climatica in fondo all’agenda, siamo noi, ora, che dobbiamo
prevenire gli scenari futuri più foschi». In un momento
storico in cui la crisi climatica è sempre più evidente, nell’Anno
Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai, la SAT lancia un invito a
conoscere il valore inestimabile di un patrimonio naturale, che non possiamo
sostituire. Preservando i ghiacciai, proteggiamo il nostro futuro. È categorico
Mercalli: «Abbiamo pochi anni per cambiare rotta
o il prezzo da pagare sarà altissimo». In contemporanea alla mostra fotografica, gli spazi
espositivi ospitano anche l’opera “Albedo, memorie di un gigante”, dell’artista
trentino Federico Seppi. Una grande installazione che raffigura il ghiacciaio
Adamello, composta da quattro pannelli in legno di pioppo, foglie argento e
rame ossidata, con una dimensione di 2,5 metri di altezza e 3,75 metri di
lunghezza. Un’immersione in un paesaggio vivo e mutevole, metafora
dell’esistenza e della sua metamorfosi. “Freeze the
future” rimarrà aperta tutti i giorni negli orari 10:30 – 12:00, 17:00 – 18:30,
20:30 – 22:00 fino a domenica 17 agosto.
