TRENTO. I legni di palazzo Migazzi datano con precisione la nascita di questo storico monumento di Cogolo. E un dato in particolare salta subito all"occhio: la torre esisteva almeno un secolo prima dell'arrivo dei Migazzi in Val di Peio, come testimoniano gli elementi lignei ritrovati all'interno delle murature, che furono ricavati da alberi tagliati nel 1332. Le indagini dendrocronologiche condotte da Mauro Bernabei e da Jarno Bontadi (CNR-IBE) e commissionate dalla Soprintendenza per i beni culturali hanno fornito altri dati certi per la storia costruttiva del complesso architettonico. Per esempio, gli ambienti al primo piano, adiacenti alla torre, presentano travi e tavole squadrate a vista e inserite nella muratura databili al 1410, anche in questo caso, anno di abbattimento delle piante. In una stanza al secondo piano, invece, alcune travi del soffitto e le tavole del pavimento risalgono agli anni immediatamente successivi al 1431, mentre nel 1654 furono abbattuti gli alberi impiegati per la realizzazione delle fodere delle travi e delle tavole squadrate del soffitto poste sopra le travi foderate.
In altri ambienti al secondo piano sono
presenti travi e tavole messe in opera poco dopo la metà del Seicento, segno di
significativi interventi di ristrutturazione.
Per quanto riguarda il
rivestimento in tavole di abete rosso della stube al primo piano può essere
fissato un termine post quem al 1738, data dell'ultimo anello di
accrescimento identificato con le analisi dendrocronologiche. Dati precisi che hanno fatto dire a Mauro
Bernabei di aver trovato a Cogolo "il lavoro più bello e completo fatto in Trentino
in 18 anni di attività ". Tra i dati più significativi, il numero imponente (68) di campioni analizzati, da travi e tavole;
decisiva poi è stata la presenza di sottocorteccia, materiale capace di
permettere datazioni all"anno. Ancora, Bernabei ha sottolineato come in
Trentino si possa contare su un database
dendrocronologico di alto livello, per il quale un grande contributo "“ ha detto
Bernabei "“ è arrivato dall"Ufficio Forestale di Malé e in particolare dal
direttore Fabio Angeli.
0pt;mso-bidi-font-family:Calibri;
mso-bidi-theme-font:minor-latin">L"appuntamento, organizzato dalla
Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e
moderato dallo storico dell"arte Salvatore
Ferrari, è stato seguito online da oltre 60 persone, tra restauratori, architetti, storici e storici
dell'arte, tecnologi del legno, cittadini della Valle di Peio. Dopo i saluti
del Soprintendente, Franco Marzatico,
e dell'Assessore alla cultura del Comune di Peio, Viviana Marini, che ha ricordato come il progetto di restauro venne
avviato dalla precedente amministrazione di Angelo Dalpez, la restauratrice Francesca Raffaelli ha illustrato la convenzione sottoscritta nel
2016 tra la Soprintendenza e il Consiglio Nazionale delle Ricerche "“ IVALSA (Istituto
per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree), che ha consentito
di affidare ai ricercatori del CNR-IBE (Istituto per la BioEconomia) di San Michele
all"Adige l"incarico di esaminare alcune travi e altro materiale ligneo
conservati all'interno della dimora signorile solandra.
