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Un escavatore in viaggio verso la Tanzania

lun 01 giu 2020 16:06 • By: Lorena Stablum

Un gruppo di amici nonesi ha donato la macchina a una missione africana per realizzare pozzi per l’acqua

Placare la sete o cucinare con acqua pulita, lavarsi le mani prima dei pasti... Gesti che per la nostra quotidianità sembrano così scontati e banali che spesso non facciamo nemmeno caso a quanto, invece, l’acqua sia un bene prezioso e limitato. Non è così invece in Africa, dove l’acqua, soprattutto potabile scarseggia, diventando spesso un lusso riservato a pochi. Lo sa bene chi, anche solo in un viaggio, ha visitato un paese qualsiasi del continente africano. Lo sa a maggior ragione chi invece in quella terra martoriata, dopo esserci passato una volta, ci ritorna più e più volte come, ad esempio, il gruppo di amici della Val di Non che da diversi anni fa opera di volontariato in Tanzania, in Africa orientale. Nella missione di padre Drazan Klapez, posta ai confini della Masai Steppe, il gruppo aiuta la popolazione locale scavando pozzi per l’acqua potabile e bacini di accumulo per l’acqua piovana. E proprio a questo servirà l’escavatore, un Fiat Hitachi completo di carrello per il trasporto, che Luigi Debiasi, Emilio Destefani, Ezio Girardi e Massimiliano Ungaro hanno donato alla missione dopo che il vecchio mezzo che si usava lì si è rotto dopo due gloriosi decenni di lavoro.

Elektrodemo

Il macchinario è partito qualche giorno fa dalla Val di Non alla volta del villaggio di Dakawa, nel distretto di Morongoro in Tanzania. È stato trasportato al porto di Genova e da qui il mezzo raggiungerà per mare lo stato africano per approdare, infine, al porto di Dar es Saalam dove andrà a ritirarlo il missionario, originario di Spalato in Croazia.

Qualche mese fa, infatti, gli amici nonesi si sono messi alla ricerca di un macchinario che potesse sostituire quello ormai irrecuperabile della missione e, dopo averne acquistato uno di seconda mano da una ditta edile della Val di Rabbi, lo hanno rimesso a nuovo e revisionato nell’officina meccanica di Destefani, a Cles. “È stato un bel lavoro, molto impegnativo ma ora il mezzo è molto potente – racconta Debiasi -. Era pronto ancora a febbraio ma non abbiamo potuto trasportarlo per l’emergenza legata a Covid-19. La parte più complicata di tutte si è rivelata essere comunque quella burocratica”. Aspetto questo di cui si è occupato l’Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme onlus che ha patrocinato l’intera operazione che si aggira introno a un costo di 30.000 euro. “In parte ci siamo autofinanziati e in parte abbiamo raccolto fondi da privati cittadini e da associazioni, che ringrazio per la generosità” conclude ancora Debiasi.

Per chi volesse aiutare questi amici, è attivo anche un conto corrente bancario: IBAN IT61 L033 5901 0000 0120 722 con causale “Contributo Missione Dakawa”.



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