Cultura & spettacolo

No tociar sto ciantìn"¦

Quanti di noi conoscono l"origine di questo verbo?

No tociar sto ciantìn"¦

Proseguiamo gli approfondimenti dialettali di quest"anno seguendo la storia e il significato di alcuni verbi particolari presenti nei nostri dialetti. Dopo sgolà r e érzer, ci occupiamo oggi di un altro verbo tanto affascinante quanto simpatico: s-ciantinar. Si sente e si usa spesso nei discorsi della vita quotidiana per parlare di oggetti o persone che "perdono colpi", per farne un esempio: "Me par che sta radio la scomenza a s-ciantinar; forse l"è meio vardar de comprarnin n"autra".

Quanti di noi però conoscono l"origine di questo verbo? Una cosa interessante da notare è che esiste anche in italiano il verbo "scantinare", per quanto desueto, e non è affatto un"italianizzazione del dialetto. Entrambi scantinare e s-ciantinar derivano dalla parola "cantino", in noneso ciantìn, ossia la prima corda del violino, quella dal suono più acuto.

Esiste, inoltre, anche il modo di dire "Tociar sto/chel ciantìn", con il significato di "toccare un tasto dolente, un argomento che l"interlocutore preferirebbe evitare".

Sfogliando sia il dizionario dialettale del Quaresima che il Treccani, si scopre che questi verbi sono nati dall"unione di un prefisso s-, con significato di "allontanamento, uscita, separazione", con il sostantivo "cantino", e indicano, quindi, in prima battuta il concetto di "uscir di tono, stonare". Come significato figurato successivo, prendono poi quello di "uscir di strada, deviare dalla norma o da un comportamento corretto, dire o fare qualcosa di inopportuno o di sconveniente". Quando un oggetto funziona male o quando una persona dice o fa cose strane o non consone, si dice quindi in dialetto che el/la s-ciantina.

Anche in dialetto veneto si ritrova questo verbo, ma con una sfumatura di significato un po"diversa: "traballare, muoversi, barcollare, non essere saldo".

Nel nostro dialetto per quest"accezione di significato noi abbiamo un altro verbo altrettanto simpatico: sbazilar o bazilar, che prende anche il senso figurato di "tentennare, esitare". Deriva direttamente dal latino "vacillare", che significava, appunto, sia "barcollare, traballare" che "tentennare, mancare di fermezza o costanza".

Concludiamo il nostro discorso con un ulteriore significato del verbo s-ciantinar, che, in dialetto noneso, sempre legato al concetto del cantino del violino, può significare anche "tintinnare", detto specialmente di monete. Qualcuno l"ha mai usato in questo senso? Io no, ma imparo sempre qualche curiosità in più!

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