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Bello pieno il nostro lago

mer 08 nov 2023 17:11 • By: Alberto Mosca

In tanti alla scoperta di Santa Giustina prossimo al massimo invaso, dopo una primavera a secco

PLAZE DI SANTA GIUSTINA. Se pensiamo alla situazione della scorsa primavera, con un deficit idrico misurato in decine di metri, il panorama che il lago di Santa Giustina offre in questi giorni fa un po’ impressione. Un ‘pienone’ suggestivo, ben visibile anche solo con un rapido giro in tranquilla passeggiata.

La pedonale sommersa, tanto che è necessario camminare sul prato, le strutture aeree quasi a lambire il pelo dell’acqua, la classica roccia trampolino con il livello del lago quasi a renderla un saltino tranquillo.

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E anche dall’alto della strada che mena a Sanzeno, il panorama mostra a ridosso della diga un livello idrico non così frequente. Così, in un pezzetto di pomeriggio perfino nuvoloso, sono comunque in tanti che scelgono di ammirare questo insolito spettacolo passeggiando lungo lago da soli, in coppia, col cane.

Merito delle intense piogge degli scorsi giorni ma anche della salvifica opera di laminazione delle piene che la diga compie limitando i danni a valle di essa. Come nel formidabile caso del 1966, quando la coraggiosa e sofferta decisione dell’ing. Federico Menna salvò la città di Trento da un’alluvione ben peggiore rispetto a quella patita.

L’opera di trattenimento dell’acque nell’invaso noneso portò quella volta, alle ore 5:00 del 5 novembre 1966 il livello dell’acqua a quota 531 metri, un metro oltre la quota di massimo invaso, trattenendo nel periodo più critico della piena ben 12 milioni di metri cubi d’acqua, di cui 4 oltre la quota di massimo invaso prevista dal disciplinare di concessione dell’impianto. Un grande rischio, un grande coraggio, un grande risultato. 



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