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Guardare al passato per costruire il futuro

dom 28 gen 2024 09:01 • By: Renato Pellegrini

Ci sono cose su cui occorre riflettere e non si può tacere, perché la nostra vita fiorisca e non cominci subito il suo percorso verso la morte

Forse dovremmo smetterla di indicare qualcuno come unico responsabile dell’orrore della Shoah. Potrebbe diventare un modo per lavarsi la coscienza, per scaricare colpe che sono di tutti.

Hitler fa parte dell’umanità, di un’umanità malata, che cercava storie di potenza, che voleva distruggere i diversi, che pensava di creare un mondo di perfetti. E i geni del male e della violenza probabilmente vivono ancora nel nostro inconscio. Non so rassegnarmi, non so comprendere come una guerra possa essere giusta, anche quando sono migliaia le vittime civili, migliaia i bambini straziati sotto le bombe, morti sotto le macerie, feriti e senza possibilità di essere curati. O quando migliaia sono le madri che con gli occhi pieni di lacrime invocano pietà per i figli, gridano la loro enorme disperazione. Israele ha subito il peggiore dei crimini che l’umanità abbia finora creato. E nessuno può dimenticare, negare la mostruosità dei comportamenti nazisti e filonazisti per non ripeterli ancora. Non sapremo mai tutto il dolore provocato nei campi di concentramento. I superstiti non vorranno raccontare quella che è la morte di ogni senso di umanità.

In questo momento sono tanti i luoghi di violenza nel mondo: Sudan, Birmania, Congo, Ucraina, Gaza… I governi occidentali continuano a lanciare appelli affinché si rispetti il diritto umanitario.

Graziadei maggio

C’è da inorridire davanti ai crimini ingiustificabili, le atrocità perpetrate dai miliziani di Hamas il 7 ottobre. Niente può giustificare l’uccisione di civili, gli stupri, il rapimento degli ostaggi e tutto il resto. Ma sarà la vendetta a dare soddisfazione al bisogno di pace che c’è in tutti? Sarà l’uccisione di tanti innocenti a porre le basi per un futuro capace di bandire ogni violenza? Mi colpisce ogni volta che la leggo una frase di Tolstoj: «Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza».  Di cosa sono innamorati i nostri leader, i nostri governanti, i nostri influencer? Del denaro o della giustizia? Del protagonismo che li porta perennemente sul podio o dell’umanità? Così più o meno di chiedeva Martin Luther King. Essere innamorati dell’umanità vuol dire saper guardare lontano, perché nulla nasce di colpo, da un momento all’altro e le radici di ciò che viviamo oggi affondano in tempi remoti. Sarà possibile creare un diritto che difenda davvero l’umanità, e cioè gli uomini e i popoli?

Scrive (e mi pare tristemente anche se con un po’ di speranza) Rony Brauman: «Il diritto umanitario dovrebbe permettere la creazione di «oasi di umanità» e garantire uno statuto di protezione ai non combattenti e agli organismi umanitari. Per quanto fragile sia quella promessa, essa ci esorta alla sua difesa e deve essere mantenuta. Ma la guerra di Gaza ci ricorda che questo diritto è opera innanzitutto di chi fa la guerra. Ed è per questo che autorizza tutto ciò che rientra nella «necessità militare». Il diritto umanitario funziona tanto come strumento di protezione della vita quanto come licenza di uccidere. E poiché veicola il mito della «guerra pulita», si può definire necro-etico, ovvero un’etica che legittima l’uccisione di un numero di innocenti considerato ragionevole. Chi definisce le «necessità militari», chi traccia la linea di demarcazione fra le crudeltà eccessive e quelle necessarie? I vincitori, ovviamente. I procedimenti della Corte penale internazionale e della Corte internazionale di giustizia cambieranno quest’ordine imperniato sulla legge del più forte? Possiamo sperarlo, possiamo dubitarne, ma è con questo fragile barlume di speranza che mi fermo» (Avvenire, 27 gennaio 2024).

Ci sono cose su cui occorre riflettere e non si può tacere, perché la nostra vita fiorisca e non cominci subito il suo percorso verso la morte: sono le cose che contano, le parole e i fatti che portano in sé un livello più alto di umanità.

 

 

 



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