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Kessler, l’uomo che plasmò il Trentino

dom 18 feb 2024 13:02 • By: Giulia Colangeli

A 100 anni dalla nascita amici e politici ricordano l’illuminata visione di un politico che cambiò il volto della nostra provincia

GOGOLO. “Un autentico leader, perché come tutti i leader non era uomo solitario” sono le prime parole che Paolo Pombeni, storico e politologo, ha utilizzato per descrivere la figura di Bruno Kessler durante l’incontro che si è tenuto ieri, 17 febbraio 2024, a Cogolo, in occasione dei 100 anni dalla nascita. “I veri leader sono fatti per raccogliere i sentimenti della gente e, come si diceva una volta, per tirarseli dietro” ha proseguito, e sulla scia della memoria e della lode si sono susseguiti gli interventi degli altri relatori.

La sala della sede istituzionale del Parco Nazionale dello Stelvio ha ascoltato i ricordi del senatore Pietro Patton, di Marcello Liboni - presidente del Centro Studi della Val di Sole -, di Guido Ghirardini, Vincenzo Manini e Lorenzo Dellai, ex sindaco di Trento ed ex presidente della Provincia.

“Non è un convegno, ma un incontro” ha voluto sottolineare Angelo Dalpez, mediatore, giornalista ed ex sindaco di Peio, esemplificando lo scopo del pomeriggio: un’occasione di scambio, peraltro molto partecipata, e di confronto sulla figura di Bruno Kessler.

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Il ritratto che ne è emerso è quello del visionario, dell’uomo innamorato della sua valle quanto delle persone che la abitano, del politico che ha posto le basi del Trentino attuale.

“Ci ha donato una modernizzazione sostenibile in un’epoca di trapasso culturale, e quella ha condotto il Trentino a un’autonomia” ha chiosato Lorenzo Dellai, enucleando i contributi che Bruno Kessler ha lasciato in eredità alla comunità trentina: un’attenzione sempre mirata alla cultura, una visione solidale all’insegna della partecipazione, una spiccata curiosità e l’incisività di un politico che non ha mai agito da solo, ma sempre in comunione con altri. Con la fondazione del primo nucleo dell’Università di Trento ha spalancato le porte a un futuro basato sull’istruzione e sulla ricerca scientifica, senza mai porre in secondo piano i territori distanti dalla Provincia, come la sua amata valle. Dalla creazione dei primi centri scolastici alla nascita del Centro Studi Val di Sole, oggi più che mai presidio di cultura, ha avuto a cuore per tutta la vita la conoscenza. Uomo illuminato e carismatico, sapeva che non ci sarebbe stato sviluppo per una società senza istruzione quanto, di pari passo, senza autonomia; e su tali assunti ha plasmato la propria vita al servizio delle comunità.

Alla presenza dell’assessore Achille Spinelli, dei consiglieri provinciali Carlo Daldoss, Michele Malfer e Francesco Valduga, dei sindaci di Peio Alberto Pretti e di Vermiglio Michele Bertolini, del senatore Pietro Patton e dell’ex presidente della Provincia Ugo Rossi, di Pierantonio Cristoforetti, presidente del Comitato Andrea Papi, e del folto pubblico che ha gremito la sala, il sindaco di Rabbi e presidente della Comunità della Valle di Sole Lorenzo Cicolini ha lanciato uno spunto di riflessione rimasto sospeso: “Siamo in grado? Siamo all’altezza di questa visione?”

 



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