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Un’occasione di riscatto culturale e un serbatoio di memoria

mar 20 feb 2024 13:02 • By: Giulia Colangeli

Il Centro Studi 'sta' alla Val di Sole come l’Università di Trento al Trentino

Bruno Kessler con Paolo Vallorz, Italo Covi, Giacomo Dusini

COGOLO. In occasione del recente incontro per il centenario di Bruno Kessler è intervenuto anche Marcello Liboni, presidente del Centro Studi della Val di Sole.

Ha ricordato ai presenti l’estremo valore culturale che può vantare ancora oggi il Centro e il salto di qualità che ha rappresentato per la valle, nato dall’intuizione di Kessler secondo la quale, semplicemente, una società senza cultura non può resistere per più di una generazione. “Il Centro Studi è la declinazione di tutte le sue idee chiare che sono emerse: l’importanza dei centri di ricerca, della cultura, dell’amore per la propria terra”.

Kessler si batté per migliorare il livello d’istruzione della regione Trentino per tutta la vita: dalla fondazione dell’Istituto Trentino di Cultura (1962) alla creazione del primo nucleo dell’Università di Trento, sempre si è prodigato affinché proprio la sua terra non restasse “piccola e chiusa”, desiderandola aperta, curiosa.
Se da un lato vedeva la possibilità di un riscatto “di ordine materiale”, riferendosi a un’economia forte, dall’altro lo stesso riscatto non poteva essere disgiunto dall’aspetto culturale: si erano rese inevitabilmente necessarie operazioni concrete sul piano dell’istruzione.
Come su più vasta scala poteva operare l’Università, un faro per tutto il Trentino dell’epoca, così le terre alte potevano agire capillarmente e l’impulso alla cultura in ogni sua forma divenne motore propulsore per numerose realtà.
Nel 1967 in Val di Sole nacque il Centro Studi e su un quotidiano locale apparve un primo pezzo in merito a firma “Raeticus”, pseudonimo del fondatore e primo presidente Quirino Bezzi. Nel 1972 prese vita la
Consortela del Stavel, un’appendice del Centro Studi focalizzata sui prodotti caseari, tipici della valle: fu una delle prime occasioni di promozione della ricchezza locale, appoggiata da Kessler stesso. Dal 1973 iniziò il processo per il quale il palazzo “alla Torraccia” di Terzolas, oggi sede del Comune, ha accolto nel tempo sempre più spazi destinati a finalità sociali: lo stesso Centro Studi trovò la sede definitiva della sua Biblioteca (nel 1991). Bruno Kessler, innamorato della sua valle come delle genti che la abitano, ha sempre sollecitato le iniziative del Centro Studi, riconoscendo nella Biblioteca un luogo di memoria. Oggi la terza sala dell’edificio ospita i patrimoni più preziosi, quasi a voler sintetizzare il pensiero di Kessler: il valore intrinseco della cultura, a partire dal singolo individuo, può stravolgere un territorio.



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