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Ungulati in abbondanza: lo dicono i numeri

dom 03 mar 2024 12:03 • By: Giulia Colangeli

In Val di Non i caprioli superano i 5.000 esemplari

Ungulati nel Parco Nazionale dello Stelvio (foto di Walter Anselmi)

VALLI DEL NOCE. “Non c’è carenza di fauna selvatica in generale, solo alcune specie sono in difficoltà a livello provinciale, ma il lupo non c’entra” sono le parole di Lorenzo Valenti, responsabile dell’ufficio distrettuale forestale di Cles.

“Non possiamo dire che la fauna sia in regressione, più puntualmente il capriolo non è sui numeri di qualche anno fa. Solo la specie capriolo, però - ha specificato -perché il cervo è in espansione e il camoscio in alcune zone in è eccesso”.

A fugare i dubbi emersi da recenti segnalazioni (l’assessore di Campodenno Gianluca Bertolas ha dichiarato, tra l’altro, che “di selvaggina non ce n’è più") che vedrebbero gli ungulati in diminuzione, in primo luogo non può essere ignorata la massiccia presenza del cervo, attestata soprattutto nel Parco Nazionale dello Stelvio, entro i limiti del quale e con delibera della Giunta del 2022 sono stati aggiornati i termini del Progetto Cervo al 2026: tra le conseguenze è figurata l’apertura mirata della caccia per ridurre gli squilibri ecologici causati dal surplus.

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E a determinare l’abbondanza degli abitanti del bosco vengono altresì in aiuto i dati di stima di consistenza e valutazione dei trofei provenienti dal Servizio Faunistico e dall’Associazione Cacciatori.

Mentre per il cervo i numeri attestati nel 2022 di poco si discostano dalle cifre di vent’anni prima (solo in Val di Non 1.435 a fronte di 1.525 censiti del 2002) e per il camoscio è evidente l’espansione (in entrambe le valli un totale di 6.215 esemplari nel 2022 a fronte di 5.518 del 2002) per il capriolo la situazione è diversa. Nel 2002 risultava una stima di 3.445 esemplari in Val di Non e 2.260 in Val di Sole, numeri che da un lato sono andati lievitando e dall’altro leggermente diminuendo.

Se anche già nel 2010 la Val di Non poteva contare 4.240 caprioli e la Val di Sole 2.330, è nel 2022 che si riconosce un netto salto: 1.170 in alta Val di Non, 2210 sulla destra della valle e 1.680 sulla sinistra per un totale di 5.060 esemplari solo in Val di Non (e 2.060 in Val di Sole).

Ciò spiega anche perché il capriolo risulta la specie più abbattuta nel 2022 in Val di Non (553 capi) e la meno abbattuta in Val di Sole (203).

Restano a corollario del quadro momentaneo del bosco le parole di Fabio Angeli, responsabile dell’ufficio distrettuale forestale di Malé: “Gli ungulati ci sono, in densità e condizioni diverse. Per il capriolo siamo in un momento storico che va avanti già da parecchi anni: è in competizione con il cervo ma non ha la stessa potenzialità, mentre il cervo è in forte espansione. 30 anni fa era in esplosione il capriolo, con l’abbandono della montagna, ma quel ciclo è terminato e il futuro dipenderà dai nuovi equilibri con il cervo”.



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