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‘L’Apt della Val di Non faccia marcia indietro’

sab 23 mar 2024 15:03 • By: L.S.

La consigliera provinciale Lucia Coppola interroga la Giunta sulla scelta dell'azienda turistica nonesa di rilasciare il marchio al formaggio di Coredo

TRENTO. “L’Apt della Val di Non ritiri il marchio al formaggio prodotto dal Caseificio di Coredo”. Dopo il sindaco di Ronzone Marco Battisti, che sui social aveva espresso solidarietà e vicinanza alla famiglia del bambino gravemente intossicato nel 2017 da un formaggio prodotto nel caseificio noneso, anche la consigliera provinciale Lucia Coppola si schiera al fianco del papà Giovanni Battista Maestri chiedendo con un’interrogazione alla giunta una retromarcia da parte l’azienda per il turismo della Val di Non.

“La recente presentazione, avvenuta nei giorni scorsi, del Val di Non Fresco Formaggio Nostrano, il primo prodotto agroalimentare a marchio Val di Non realizzato dal Caseificio Sociale di Coredo ha inferto un ulteriore colpo al cuore ad una famiglia che sta già tanto soffrendo.

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Forse è il caso di fare un passo indietro e che l’Apt scelga di ritirare il marchio, anche in segno di rispetto per la famiglia” scrive la consigliera di Alleanza Verdi e Sinistra che chiede anche di promuovere azioni più efficaci nell’informazione e prevenzione dei rischi nei bambini e nelle persone debilitate legati all'assunzione di prodotti derivati da latte crudo e un aumento delle attività di controllo in tutti i caseifici per la verifica delle condizioni igienico-sanitarie.

Qualche giorno fa anche il primo cittadino di Ronzone aveva commentato la vicenda, manifestando il proprio sostegno alla famiglia ed evidenziando come “l’Apt della Val di Non sta facendo più danni della grandine per la Val di Non e il Trentino”.

Intanto ieri, 22 marzo 2024, si è riunito il cda di Apt a cui ha partecipato anche il presidente di Trentingrana Concast Stefano Albasini: da quanto trapelato, il tema affrontato è stato quello della gestione della comunicazione dell’iniziativa. Un tema alquanto delicato e cruciale visto le polemiche che hanno investito l’azienda turistica nonesa e il ritorno d’immagine – poco lusinghiero – ottenuto anche a livello nazionale: accanto a quelli locali, infatti, diversi organi di stampa, tra cui il Fatto Quotidiano e il portale online di Gambero Rosso, si sono occupati della vicenda riportando all'attenzione pubblica la tragedia che sta vivendo questa famiglia.



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