«Riaprire immediatamente il day hospital oncologico all"Ospedale di Cles». È un coro unanime quello che viene dai sindaci della Valle di Sole sulla questione della sospensione del servizio (QUI L'ARTICOLO). Nel pomeriggio i rappresentanti dei Comuni solandri e della Comunità di valle hanno incontrato in video conferenza l"assessore provinciale alla Salute Stefania Segnana, il dirigente generale Giancarlo Ruscitti e il direttore del servizio ospedaliero provinciale dell"Azienda sanitaria Giovanni Maria Guerrera presentando, senza tanti giri di parole, la richiesta di riattivare subito un servizio importantissimo per tutti quei pazienti delle Valli del Noce che si trovano a dover affrontare una malattia particolarmente difficile.
La richiesta purtroppo non potrà trovare attuazione, almeno non
nell"immediato a causa dell"attuale situazione sanitaria dovuta a Covid-19 ma
la questione dovrebbe potersi risolvere al massimo entro due mesi
attraverso l"individuazione di un medico oncologo sostituto che possa coprire
il servizio oggi interrotto. È questo infatti l"impegno che gli amministratori
solandri si sono sentiti garantire e che viene ribadito anche da una nota
diffusa dall"ufficio stampa provinciale in cui si evidenzia come la sospensione
sia temporanea, il dho sarà riattivato il prima possibile e come si stia
ipotizzando, per limitare i disagi per i pazienti, di istituire un servizio di
trasporto personalizzato simile a quello attivato per le persone che si
sottopongono a dialisi.
La promessa lascia però con l"amaro in bocca gli
amministratori che, invece, avrebbero preferito una risoluzione immediata
con lo spostamento a Cles di un medico in carica all"ospedale di Trento fin da
subito. Proprio per rafforzare tale richiesta, nei prossimi giorni, i sindaci e
la Comunità di valle invieranno alla Provincia una lettera formale. Il timore,
non troppo celato, come ammette il sindaco di Vermiglio Michele Bertolini,
è che una sospensione che ora appare temporanea possa in realtà
diventare un qualcosa di permanente. «Abbiamo apprezzato la disponibilità dell"assessore che ci ha spiegato
le difficoltà che il sistema sanitario trentino sta vivendo in questo momento "“
commenta il commissario straordinario Guido Redolfi -. Abbiamo ricevuto
la garanzia che verso l"inizio di gennaio il servizio sarà ripristinato, quando
cioè si presume possa migliorare l"attuale situazione di stress sanitario».
«Dall"incontro è emerso che il servizio è stato sospeso a causa di un deficit
di personale dovuto a vari motivi "“ aggiunge quindi il sindaco di Mezzana Giacomo
Redolfi, che è anche il rappresentante dei primi cittadini solandri in Consiglio
delle Autonomie -.
Oggi alla Provincia abbiamo chiesto, oltre che il ripristino
del day hospital, di essere coinvolti nelle decisioni anche in vista della
riorganizzazione del sistema sanitario. Noi sindaci non siamo stati
informati della chiusura di questo servizio e ne siamo venuti a conoscenza
solo da informazioni venute dai cittadini o dai giornali. Chiediamo che la
Provincia non si limiti solo a comunicarci le scelte ma vogliamo essere
parte attiva nel momento in cui tali decisioni si stanno valutando». Un
tema quello del maggior coinvolgimento che ribadiscono sia il sindaco di Peio Alberto
Pretti sia la sindaca di Ossana Laura Marinelli, che sottolineano come
«questa sia una scelta poco accettabile soprattutto se dettata dalla situazione
sanitaria». «Segno di come "“ continua Marinelli "“ il Trentino non sia poi messo
così bene. Non si comprende come si possa togliere un servizio così essenziale
a persone fragili che vivono in una valle periferica». Nel frattempo, sulla questione si stanno muovendo anche i primi
cittadini della Val di Non che hanno chiesto di poter parlare con l"assessore
provinciale. La sospensione del servizio sta già creando un forte malcontento tra la popolazione, manifestato anche da alcune lettere pubblicate anche dal nostro giornale (QUI L'ARTICOLO).
