mer 24 lug 2024 08:07 • By: Elena Gabardi
Aperto il Presidio Valli del Noce intitolato a Ilaria Alpi
CLES. La Sala Baronale di Palazzo Assessorile a Cles ha accolto lunedì la presentazione del "Presidio Libera Valli del Noce" intitolato alla giornalista Ilaria Alpi. A condurre la serata, con molti ospiti, il referente del nuovo presidio Stefano Graiff, già presidente del Centro Astalli.
La serata si è aperta con due pezzi cantati dalla Libera Coralità Clesiana, diretta dal maestro Alberto Nicolodi, in collegamento da remoto il giornalista Fabrizio Feo, che ha tratteggiato il ricordo della collega RAI Ilaria Alpi e della sua tragica fine. «Ero al TG2 tra il "91 e il "92, per la trasmissione di Giovanni Falcone "Lezioni di mafia", ho conosciuto Ilaria per gli interessi paralleli che avevamo verso la criminalità organizzata, traffici illegali di armi e rifiuti, mafia. Allora non si percepiva ancora quanto fossero grandi. Ilaria era attenta e meticolosa, consapevole di doversi documentare con minuzia in un lavoro difficilissimo, che le è costato la vita». Un racconto da cui traspare a tratti la rabbia per i tanti anni di polemiche, comprovati depistaggi e richieste di archiviazione, che ancora oggi non hanno fatto luce né sulle sue indagini né sull"assassinio dei due giornalisti.
Ilaria Alpi venne uccisa insieme al collega cameraman Miran Hrovatin a Mogadiscio nel 1994. La giovane giornalista (non aveva ancora 33 anni), appassionata e apprezzata inviata del TG3 in Somalia per seguire la guerra civile, era sulle tracce di un enorme traffico internazionale di armi e rifiuti tossici dall"Europa, sembra con il coinvolgimento anche di società e istituzioni italiane.
Dopo trent"anni l"esito delle indagini e le informazioni raccolte sulla vera causa della morte della giornalista sono coperti da Segreto di Stato, anche se nel 2014, a vent"anni dall"omicidio, è stato avviato l"iter per la desecretazione dei documenti relativi all"inchiesta.
È questo il filo conduttore, che lega il presidio Libera della Valli del Noce alla giornalista: «L"associazione "Libera contro le mafie", creata da Luigi Ciotti, fonda le sue radici sulla memoria e l"impegno» ha spiegato Graiff coadiuvato dall"intervento delle scout Giorgia e Milena del Gruppo Scout di Cles, che hanno ripreso le parole di don Ciotti su questi temi.
"La prima mafia, quella su cui si innestano tutte le altre, è quella dell"indifferenza". Per arginare questi fenomeni di illegalità va coltivata la memoria come ricerca, perché la parola "vittima" non diventi un"etichetta svuotata di senso, ma rimanga ben viva la dimensione del dolore umano della perdita, del dovere e della responsabilità di essere custodi della credibilità delle testimonianze di chi si oppone alle mafie e di impedirne la strumentalizzazione per continuare la ricerca della verità .
Il numeroso pubblico ha seguito con attenzione il susseguirsi di testimonianze in ricordo di altre tragiche vicende: la lettera dell"avvocata e senatrice Enza Rando, già dirigente nazionale dell"associazione Libera, ha ricordato l"efferata strage di Pizzolungo in cui persero la vita i gemellini Asta e la loro madre, mentre il giudice Carlo Palermo, trasferitosi da Trento a Trapani da appena 50 giorni per seguire un traffico di droga e armi (indagine partita dal sequestro a Trento di 110 kg di morfina), scampò all"autobomba a lui destinata. La lettera a don Puglisi di Augusta Sicherà , che con il marito Vincenzo Agostino lottò fino alla fine dei suoi giorni per avere giustizia, perché la morte straziante di una giovane famiglia getta chi rimane nell"incubo del dolore e dell"impotenza.
Ha espresso vivo apprezzamento la coordinatrice dell"associazione Libera in Trentino, Chiara Simoncelli: «Ogni nuovo presidio è come aprire una finestra che porta ossigeno. È limitativo intenderlo come anti-mafia, si tratta di stimolare la legalità , di essere cittadini consapevoli e avere un atteggiamento proattivo nell"evitare anche le condizioni che permettono l"illegalità ».
Per chi si chiedesse "qui serve?" la coordinatrice ha riportato alla memoria il recente processo "Perfido" delle cave di porfido in Val di Cembra, che non ha destato grande risonanza mediatica, quasi più attenta a minimizzare con saltuarie notizie spot. «Ãˆ un pregiudizio ritenersi immuni da questi problemi, lo dimostrano i dati dei beni confiscati alle mafie anche nel nord Italia. 16 i beni confiscati in Trentino in una sola sentenza di qualche anno. Un computo che racconta la presenza di attività mafiose e gli affari che vengono gestiti anche qui».
Quindi che possiamo fare? Lo chiarisce il referente Graiff: «Tenere alta l"attenzione e il dialogo per alimentare un atteggiamento di vigilanza. Questo è il "Patto di Presidio": mettere in rete i diversi eventi, coordinare le iniziative e mettere in comune la esperienze per valorizzarle e arricchire le comunità . Il presidio Libera è un luogo aperto dove portare la propria esperienza, sarà un megafono di ogni attività e singolo evento. Insieme, ognuno nel proprio ruolo e realtà diverse, scout, oratori, scuole, amministrazioni comunali, possiamo agire sul nostro stile di vita e sul modo di agire nella comunità ». Il primo evento vedrà coinvolta l"associazione Sguardi con un ciclo di cineforum che affronterà il tema della legalità .
Gli interventi del comandante della polizia locale Marco Zanutto e del luogotenente Michele Olivo hanno ribadito l"importanza della promozione della legalità , fin dalla scuola primaria, la necessità di vigilare e denunciare ogni fenomeno di illegalità , perché nessun territorio può dirsi esente.
La serata si è conclusa con 2 spezzoni video di Ilaria Alpi al lavoro in Somalia, esempio di coraggio e trasparenza nella ricerca della verità .