TRENTO. Esprime rammarico il consigliere di Fratelli d’Italia Daniele Biada sulla scelta della Giunta di optare di mantenere invariata l’età di 45 anni per poter accedere al bando sulla Rivitalizzazione delle aree a rischio abbandono. Il consigliere aveva presentato una proposta di ordine del giorno sui criteri anagrafici del progetto sperimentale, chiedendo di innalzare da 45 a 50 anni il limite per i residenti e di applicare lo stesso vincolo anche a chi intende trasferirsi nei comuni interessati, con l’obiettivo di favorire persone e famiglie intenzionate a costruire un progetto di vita stabile.
L’assenza di limiti di età per poter accedere alla misura da parte dei non residenti, sottolinea il consigliere, rischia di incentivare trasferimenti legati soprattutto alla fase post pensionamento. In sede di approvazione, però, il testo è stato modificato: l’età per i residenti è rimasta fissata a 45 anni, mentre la Giunta provinciale si è impegnata a valutare l’introduzione di un limite di 60 anni per i nuovi residenti. Il consigliere ha espresso rammarico per una soluzione diversa rispetto all’impostazione iniziale, pur riconoscendo come positivo il fatto che il tema dei criteri anagrafici sia entrato nel dibattito politico.
La questione nasce dal successo del bando, che già alla prima apertura ha registrato un numero di domande superiore alle previsioni, segno di quanto il tema della casa e della permanenza nei territori montani sia sentito.

