ven 11 dic 2020 11:12 • Dalla redazione
Sandro de Manincor, regista televisivo, spiega come è cambiato il racconto televisivo
Una Coppa del Mondo di Sci Alpino che sarà ricordata, soprattutto, per l’assenza delle bandiere sventolate e del tifo da stadio del pubblico assiepato lungo il tracciato e nel parterre all’arrivo. Un silenzio surreale che amplifica ancor più i rumori dell’azione sportiva, del ghiaccio raschiato dalle lamine, dei pali abbattuti, degli atterraggi dopo i salti. Un evento sportivo che diventa di fatto un evento televisivo affidando le emozioni a immagini, suoni e commenti diffusi da uno schermo, vissute comodamente sul divano di casa, ma senza il fascino del freddo pungente e della neve che scricchiola sotto i piedi. Una grande responsabilità per chi, come me, ha l’onere di dirigere la produzione televisiva internazionale, frutto del lavoro di un centinaio di persone che devono operare in piena sicurezza rispettando giustamente tutti i relativi protocolli.
È stato adattato il calendario delle
gare dividendo le tecniche dalle veloci e, per l’organizzazione sono state
create delle “bolle” colorate all’interno delle quali operano i vari reparti
che non devono avere contatti fra loro, con tamponi ogni 5 giorni, controlli
temperatura e igienizzazione quotidiana, e azzeramento di tutte le interazioni
sociali al di fuori di quelle professionali. D’altronde, costretti a lavorare
sugli OB Van (camionregia) in un ambiente piccolo e a stretto contatto con i
colleghi e collaboratori, anche un solo caso di positività al virus
comprometterebbe il lavoro preparato in questi mesi e metterebbe a rischio
proprio la diffusione televisiva in tutto il mondo. Dopo le gare in Francia e
nelle altre tappe previste, raggiungerò con la consueta emozione la 3/tre di
Madonna di Campiglio, per mostrare al mondo il più bello slalom della Coppa, ma
mi mancherà sicuramente la spinta e l’eccitazione del Canalone Miramonti pieno
di gente, smaniosa di farsi inquadrare ed esprimere gioia e entusiasmo.
L’azione, i replay super-rallentati, le reazioni degli allenatori, l’esultanza
del vincitore saranno le immagini che utilizzerò per sognare di tornare presto
alla normalità, con la speranza di regalare agli appassionati i più bei momenti
di uno sport unico. Sicuramente mi aspetta la regia più difficile in decenni di
esperienza