mar 20 lug 2021 16:07 • By: Laura Abram
Le varie sfumature del verbo "giocare"
Mentre parlavo con un appassionato di dialetto come me, mi è capitato di riflettere sul verbo “giocare” e sul fatto che in noneso si può esprimere in due modi diversi: zugiar e far matièrie. Il dialetto, quindi, conserva una sfumatura di significato molto importante, ossia la differenza fra gioco regolato e normato e divertimento casuale e senza regole. Tale contrasto è perfettamente riassunto nell’espressione ma zuges o fas matièrie?, volta proprio a sottolineare la serietà che ci si aspetta da un gioco con delle regole. Consultando il dizionario Quaresima, alla voce matéria/matièria si legge: “matterìa, chiasso, giochi dei bambini e fanciulli”; alla voce giugiar/zugiar/zujar, invece, troviamo una lunga lista di giochi che possiamo definire ‘normati’. È interessante scorrere questo elenco, alla scoperta di passatempi antichi ma sempre attuali oppure di attività che al giorno d’oggi non si sentono nominare quasi più:
l gioco è effettuato con due pezzi di legno: uno più corto e con le estremità appuntite, l'altro lungo circa mezzo metro. La tecnica consiste nel colpire con il pezzo lungo il pezzo piccolo su un'estremità per farlo saltare, quindi colpirlo in volo lanciandolo il più lontano possibile
È molto interessante notare come zugiar sia attività e prerogativa sia dei piccoli che dei grandi, i quali giocano rispettivamente a nascondino, a prendi e scappa, a morra, a carte e così via, mentre far matièrie sia considerata un’attività spensierata e sregolata da bambini materiósi, paragonabile a poca serietà se individuata nella vita adulta. Non a caso verso il 20 anni si smette di essere definiti matiei o matelòti e si diventa omni!