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David Sassoli, uomo mite

dom 16 gen 2022 09:01 • By: Renato Pellegrini

Il ricordo del presidente del Parlamento Europeo e dei valori portati avanti in tutta una vita

Chi ha seguito alla televisione i funerali di Davide Maria Sassoli, forse è rimasto stupito nell’ascoltare parole che tratteggiavano il carattere di un uomo mite, buono, sempre aperto al dialogo, fortemente radicato ai valori cristiani, lontano da un certo modo di condurre il potere; in quelle parole ha potuto incontrare lo scout che sapeva costruire futuro, l’estimatore di don Milani, padre Maria Turoldo, Giorgio la Pira. C’erano tutte nella basilica di Santa Maria degli angeli a Roma queste figure del passato, ma sempre attuali: le loro parole, la loro eredità hanno occupato i cuori delle molte persone presenti per l’ultimo saluto a un familiare, un amico, un uomo che aveva messo al centro del suo impegno la persona.

Così dovrebbe essere la vita di un cattolico, saper fare della sua fede una missione sociale, avere il coraggio di guardare e aiutare gli ultimi. Sassoli aveva proposto di aprire le porte del Parlamento Europeo ai senza tetto, a chi passava le notti d’inverno all’addiaccio, perché non si poteva stare a guardare dalla propria casa riscaldata, chi sulla strada poteva trovare la morte per il freddo. C’era tanta gente a salutare «uno come loro», «quel compagno di banco pronto ad aiutare, che ciascuno di noi avrebbe voluto», ha detto nell’omelia l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, amico fin dai tempi del liceo.

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Padre Francesco Occhetta, gesuita e politologo, lo ha ricordato come l’uomo della mitezza, della tolleranza, dell’empatia, qualità che per la politica significano debolezza, e quindi virtù inutili da lasciar perdere: «Sceglievi parole pacate e calibrate, le scagliavi come un arciere nel nostro cuore, parole che hanno modellato il nostro Paese e l'Europa, parole che profumano di fraternità».

È stato un uomo capace di abbattere muri e costruire ponti, un uomo per e con gli altri. Così lo ricorda la moglie: «Ci siamo cercati e trovati tra i banchi di scuola e da allora abbiamo camminato insieme, fino ad oggi. Ti ho e ti abbiamo sempre condiviso con altri, tra famiglia e lavoro, tra famiglia e politica, tra famiglia e passioni. Altri luoghi in cui hai costruito con tenacia il tuo modo di essere e di vivere. Ma questa mancanza, questo tuo vivere con gli altri, oggi torna a noi in tutta la sua forza. Nelle fila di persone che vogliono salutarti, nei tanti biglietti lasciati sul portone di casa da parte di tanta gente».

Fuori della basilica alcune centinaia di persone hanno seguito la celebrazione da un maxischermo. In silenzio hanno ascoltato le parole del celebrante: «Ha amato l’Europa perché era figlio della generazione che aveva visto la guerra, gli orrori del genocidio e della violenza pagana, nazista e fascista, di tanti nazionalismi. Lui, figlio della Resistenza e dei suoi valori, quelli su cui è basata la nostra Repubblica e che ha ispirato i padri fondatori dell’Europa. È da questa immane sofferenza, quella per cui volle recentemente che la presidente andasse a Fossoli, uno dei tanti luoghi della barbarie della guerra, che nasceva il suo impegno. Non ideologie, ma ideali. Non calcoli, ma una visione».

Poi il personale commiato del presule: «Gesù ti abbracci, nella sua grande misericordia. Buona strada. Riposa in pace: il tuo sorriso ci ricordi sempre di cercare la felicità e di costruire la speranza».

Non è facile trovare in un politico il distacco dal potere e dall’ambizione di sentirsi indispensabile, salvatore della patria. Ci avviamo all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Con quale spirito i grandi elettori guardano all’appuntamento? Lo spirito di Sassoli invita tutti a "guardare agli interessi del Paese e non alle differenze di parte"; questo comporta uno sforzo per tutti, nessuno escluso, a rinunciare alle convenienze di partito o addirittura di corrente, a superare polemiche e attriti, mettendo da parte le divisioni del quotidiano. Servirebbe la buona volontà di parlarsi e confrontarsi. Per questo serve davvero l'impegno di tutti. Ma sarebbe forse il modo più rispettoso di omaggiare il presidente dell'Europarlamento così affettuosamente ricordato in queste ore.



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