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Storie dai Lager: i dimenticati delle Valli del Noce

mar 25 gen 2022 09:01 • Dalla redazione

In un database i nomi, i volti e le storie degli internati trentini nei campi di concentramento nazisti

Le foto degli internati: in alto Agosti, Cavosi, Clauser e Costanzi. In mezzo: Inama, Parteli, Pedrotti e Poda. Sotto: Pretti e Stablum.

VALLI DEL NOCE. Furono più di duecento i trentini deportati nei campi di concentramento nazisti: uomini e donne prigionieri, chiusi in lager o in penitenziari a scontare la colpa collettiva di una guerra fratricida. Donne e uomini che da quel fondo non sono più riemersi, nemmeno se e quando hanno riattraversato i cancelli dell'"Arbeit macht frei" da sopravissuti, ripiegati sulle loro ferite e su un dolore insanabile. Con l’avvicinarsi del giorno della Memoria, si riaccendono i ricordi di quello che fu il periodo più drammatico della storia europea e NOS Magazine vuole rendere omaggio ai civili nonesi e solandri, che furono deportati nei lager tedeschi. Nomi che sono stati recuperati, insieme a quelli degli altri trentini che subirono la stessa sorte, dal Laboratorio di storia di Rovereto che nell’ambito del progetto “Almeno i nomi”. Frutto di ricerche complesse, non sempre agevoli, svolte in una pluralità di archivi italiani e internazionali, e rintracciando i familiari dei deportati, il database riesce a ridare un volto a queste persone, a chiarire le circostanze del loro arresto, a scoprire i luoghi dove sono stati deportati e dove il loro percorso di deportazione è giunto al termine.

Scorrendo il database, si scopre così che furono tredici le persone delle Valli del Noce che furono deportate.

AGOSTI GIACOMO FEDERICO (Romallo, 04/07/1886 - Convento dei Cappuccini di via Piave a Milano, 25/08/1967): frate cappuccino (padre Giannantonio), è arrestato a Milano, deportato a Bolzano e di qui trasferito a Flossenbürg, dove giunge il 7 settembre 1944. Il 19 dicembre è trasferito a Dachau dove giunge quattro giorni dopo. Liberato il 29 aprile 1945 dagli americani.

BENTIVOGLIO LUIGI (nato a Tassullo 12/11/1908): nell'aprile 1943 è condannato a 3 anni di reclusione, da scontarsi nel carcere militare di Peschiera, dove, dopo l'8 settembre, è catturato dai tedeschi e deportato a Dachau, blocco 25. Trasferito da Dachau a Natzweiler, vi giunge il 31 marzo 1944 ed è assegnato al sottocampo di Neckarelz. Il 20 maggio torna nuovamente a Natzweiler e, affetto da TBC, è ricoverato nel "Revier", l'ospedale del campo, dove muore l'11 giugno 1944.

CAVOSI VIRGINIO BORTOLO (nato a Coredo-Smarano 16/11/1896): arrestato dalla Stapo il 5 novembre 1943 e rinchiuso nel carcere di Lipsia (Sassonia). Il 12 gennaio 1944 è trasferito a Sachsenhausen e assegnato al comando esterno "Klinkerwerke" di Oranienburg. Deceduto il 24 aprile 1944 per polmonite.

CLAUSER GIACINTO (nato a Revò 07/12/1880): Intorno al 1910 è segretario comunale a Romallo. Emigra in Germania e lavora nella grande industria aeronautica Junkers di Dessau. Forse per una delazione, l'11 settembre 1943 è arrestato con l'accusa di propaganda antifascista e antinazista verso gli italiani del campo di lavoro di Dessau. Dopo sommario processo è rinchiuso nello Straflager 21 a Braunschweig.

Autoroen Aprile

L’11 maggio 1944 entra nel lager di Buchenwald, e l'8 aprile 1945 è liberato dalle truppe alleate ed è ricoverato nell'ospedale della Croce rossa internazionale a Freising. Muore a Milano nel novembre 1953 per le ferite riportate in un banale incidente della strada.

COSTANZI SEVERINO ENRICO (nato a Malé 05/03/1922): radiotecnico, è arrestato e processato insieme a Giuseppe Cadonna, Albino Ravagni, Lino De Zorzi e altri componenti del Comitato indipendentista trentino, di cui fa parte. Condannato dal Tribunale speciale di Bolzano alla pena di 5 anni da scontare in penitenziario. Il 4 novembre 1944 entra nel carcere di Innsbruck, da dove il 9 marzo 1945 è trasferito nel Penitenziario di Bernau am Chiemsee (Baviera). Il 18 marzo è trasferito da Bernau nel carcere di punizione di Landsberg am Lech (Baviera), dove sarebbe stato assegnato al lavoro coatto in uno stabilimento della zona. Dopo la liberazione fa ritorno a casa.

FATTOR GIULIO ERMINIO (GUIDO?), nato a Romeno 01/06/1908: tra il 9 e l'11 settembre è catturato dai tedeschi e internato nello Stammlager II C (Greifswald in Pomerania, sulla costa del mar Baltico). Non si conoscono le ragioni del trasferimento nel lager di Dachau, dove è condotto dalla Polizia di Monaco, classificato SchutzNal, e dove muore il 22 aprile 1945 (altra fonte: 2 aprile).

GALEAZ SILVIO (Dambel 01/05/1909): Chiamato alle armi nel dicembre 1931, è assegnato al distaccamento del 27° Rgt. Fanteria a Poggio Renatico. Nel luglio 1932 è ricoverato all'Ospedale militare di Bologna e poi collocato in congedo. Nel dicembre 1942 è convocato dai carabinieri di Romeno, forse per una delazione, con l'accusa di antifascismo. Dopo l'8 settembre è prelevato in carcere da agenti delle SS che lo conducono in prigione a Bolzano, da qui è deportato nel lager di Dachau, dove giunge il 22 aprile 1944. Il 4 dicembre è trasferito da Dachau a Buchenwald. Il 18 dicembre è trasferito a Dora. Il 15 gennaio 1945 è trasferito a Ohrdruf, dove muore un mese dopo, il 18 febbraio 1945. L'anagrafe del Comune di Dambel registra il decesso a Buchenwald con la data del 5 marzo 1945.

INAMA LORENZO (nato a Sarnonico 18/04/1897): arrestato dai nazisti perché durante la guerra il figlio, forse per sottrarsi alla chiamata alle armi nella milizia tedesca, si rifugia nel Bellunese, unendosi ai partigiani, con i quali resterà fino alla fine della guerra. Lo rinchiudono nel lager di Bolzano (ottobre 1944). Il 19 gennaio 1945 è deportato a Flossenbürg, dove muore nel marzo 1945.

PARTELI GUIDO RODOLFO (nato a Sfruz 28/09/1895): catturato dai tedeschi dopo l'8 settembre, è deportato nel lager di Bolzano e da qui a Dachau, dove arriva il 9 ottobre. Trasferito da Dachau a Natzweiler 22 ottobre 1944, ritorna a Dachau il 26 gennaio 1945. Assegnato al campo esterno di Leonberg e poi di Augsburg-Pfersee, per il lavoro nell'industria aeronautica Messerschmitt. Muore a Dachau 10 giorni prima della liberazione del campo da parte delle truppe americane.

PEDROTTI GUIDO (nato a Malé 31/01/1914): Parroco. Arrestato il 2 novembre 1944, al termine del servizio religioso, nella chiesetta del quartiere Semirurali di Bolzano. Deportato da Bolzano a Mauthausen il 20 novembre. Dopo 8 giorni è trasferito a Dachau dove giunge il primo dicembre. Liberato a Dachau dalle truppe americane il 29 aprile 1945. Muore a Cazzano di Brentonico il 30 marzo 2002.

PODA OLIVO (nato a Flavon 08/03/1920): catturato a Bressanone dopo l'armistizio e condotto in Germania. Prelevato dal campo di internamento e inviato a Dora-Mittelbau, sottocampo di Buchenwald, insieme a molti altri IMI arbitrariamente trasferiti in quel lager. Trasferito a Quedlinburg (Dora). Liberato dalle truppe americane, si ferma presso una famiglia di contadini bavaresi, che lo aiuta a riprendere le forze. Rimpatria il 15 settembre 1945. Torna a fare il contadino ed è definitivamente congedato il 16 luglio 1951. Muore a Flavon nel 1987.

PRETTI BRUNO (nato a Peio, fraz. Celentino 15/03/1920): Meccanico motorista. Nel marzo 1940 è chiamato alle armi e assegnato al 17° Rgt. Fanteria a Silandro. Nel dicembre 1940 si imbarca a Brindisi diretto in Albania. Nel gennaio 1941 è ferito al collo. Più volte ricoverato in infermeria, è collocato in congedo assoluto il 31 ottobre 1941. Non si conoscono le vicende che lo vedono giungere a Mauthausen nel dicembre del 1944. In quel campo morirà il 23 aprile 1945.

STABLUM LINO DOMENICO (Rabbi - fraz. San Bernardo 25/08/1920): Boscaiolo. Dichiara di essere stato chiamato il 29 giugno 1944 a prestare servizio militare dalle autorità tedesche, di non essersi presentato, di aver preso contatto con i partigiani e di essere stato arrestato il 10 agosto e condannato come renitente. In realtà, è arrestato in quel giorno per alcuni furti di biciclette avvenuti nel Meranese nei primi di agosto. Il 17 agosto è condannato dal Tribunale speciale, alla pena di 5 anni di penitenziario, insieme a Giulio Zanon, suo coetaneo e complice nei furti, condannato nello stesso processo a 3 anni e 6 mesi. Il 4 novembre i condannati entrano nel carcere di Innsbruck. Il 9 marzo 1945 sono trasferiti nel Penitenziario di Bernau am Chiemsee. Liberati dall'arrivo delle truppe alleate, il 23 maggio sono definitivamente rilasciati per fare ritorno in Val di Rabbi.

Le schede con i loro nomi, i dati biografici e le fotografie, consultabili sul sito del Laboratorio di storia di Rovereto a questo link https://www.labstoriarovereto.it/pubblicazioni/4, sono state raccolte anche nel volume con il titolo "Almeno i nomi", voluto dalla Presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento e consegnato ai famigliari dei deportati.



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