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Letizia e Giada Borghesi, le sorelle terribili del ciclismo

ven 22 mag 2020 17:05 • By: Sergio Zanella

Intervista doppia alle giovani promesse delle due ruote

Giada Borghesi a sinistra con la sorella Letizia

Letizia Borghesi 

Nome: Letizia 
Cognome: Borghesi 
Data di nascita: 16/10/1998 
Professione: ciclista professionista e studentessa 
Team: Aromitalia basso bikes Vaiano 
Descriviti con 5 parole: caparbia ma dolce, sensibile ma tenace 
Strada/Mtb/Ciclocross: strada come priorità, ma amo la multidisciplina e penso che sia importante allenarsi anche nelle altre specialità per completarsi al meglio. 
Velocista/Passista/Scalatrice: sono un’atleta completa, amo le gare dure di resistenza (classiche del nord), non sono una velocista, ma nel finale posso contare su uno spunto veloce in caso di arrivo in gruppo ristretto.
La vittoria più bella: per il prestigio sicuramente la vittoria alla 4° tappa del Giro d’Italia femminile del 2019. 
La gara che sogni di vincere: Giro delle Fiandre.
Salita preferita: è difficile sceglierne una, in val di Sole mi piace la salita che porta al Lago dei Caprioli da Pellizzano. 
Discesa che fa più paura: la Black Snake di Daolasa. 
Il tuo idolo: Mathieu Van der Poel.
Ciclista trentino più forte in attività: Moscon ma penso che Nicola Conci sia una bella promessa per il futuro. 
Ciclista trentino più forte del passato: anche se la sfortuna non gli ha permesso di affermarsi da professionista a causa di un incidente, per me il ciclista più forte del passato è mio padre, da dilettante ha vinto 5 gare e battuto in salita campioni come Pantani, Belli, Gotti. Lo definisco un “campione mancato”. Tra i campioni affermati invece Moser e Fondriest. 
Chi è la più forte della famiglia: in bici per ora penso di essere io dato che ho 4 anni in più di Giada. Abbiamo comunque punti di forza differenti e questo è importante perché possiamo aiutarci a vicenda. 
Cosa invidi a tua sorella: la sua capacità di fare gruppo, relazionarsi con gli altri e portare avanti le sue idee.

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Cosa ti è mancato di più del ciclismo durante il Coronavirus: purtroppo durante il Coronavirus ho potuto pensare poco al ciclismo, perché ho avuto problemi di salute. Ho preso un virus (non Covid) che mi ha causato delle macchie sulla retina, vedevo veramente male. È stato un periodo duro da affrontare e tuttora, sebbene la vista sia migliorata, non sono ancora come prima. Ci vuole molta pazienza perché i problemi arrivano in un attimo, ma per guarire serve tempo. 
Il primo allenamento dopo il Coronavirus: dopo i problemi che ho avuto i primi allenamenti sono stati regolari, senza sforzare troppo e cercando di godere ogni istante passato in mezzo alla natura. Dopo un periodo passato tra casa e visite all’ospedale è stato veramente speciale. 
Il mese più bello per andare in bici: quando si sta bene fisicamente e si ha voglia di fare fatica ogni mese è bello per andare in bici, anche l’inverno. 
Il mese più brutto per andare in bici: gennaio, per il clima rigido del Trentino, è il mese dove le condizioni sono più complicate, ma comunque non lo definirei brutto. 
Come ti vedi tra 10 anni: tra 10 anni spero di aver raggiunto molti obbiettivi e di aver ottenuto grande successo come ciclista poiché sto lavorando ogni giorno duramente per questo. Mi auguro di riuscire a mostrare a me stessa e agli altri il mio talento e di essere un esempio di atleta e di persona per i ragazzi sportivi più giovani. Inoltre spero di avere una bella famiglia, perché per noi donne non si può parlare solo di sport, ma bisogna pensare parallelamente a costruire una famiglia.  
 
Giada Borghesi   

Nome: Giada
Cognome: Borghesi  
Data di nascita: 27/11/2002 
Professione: ciclista e studentessa 
Team: Aromitalia basso bikes Vaiano 
Descriviti con 5 parole: Sportiva, estroversa, perseverante, altruista, scherzosa.

Letizia Borghesi

 
Strada/Mtb/Ciclocross: Strada e ciclocross.
Velocista/Passista/Scalatrice: scalatrice.
La vittoria più bella: la mia prima vittoria in una gara su strada a Tarzo.
La gara che sogni di vincere: difficile scegliere ma tra tutte direi Giro delle Fiandre o Mondiale.
Salita preferita: la salita di casa, ovvero la salita verso il lago di Tovel.
Discesa che fa più paura: di quelle fuoristrada sicuramente il tracciato di downhill Black Snake in Val di Sole.
Il tuo idolo: come ciclista Mathieu Van der Poel, peró per me Cassius Clay alias Muhammad Ali resta un esempio sia come atleta sia come persona. 
Ciclista trentino più forte in attività: Gianni Moscon.
Ciclista trentino più forte del passato: sarò di parte ma dico mio papà.
Chi è la più forte della famiglia: al momento mia sorella Letizia.
Cosa invidi a tua sorella: la sua incredibile tenacia. Non molla mai ed è in grado di superare ogni ostacolo.
Cosa ti è mancato di più del ciclismo durante il Coronavirus: ovviamente la voglia pedalare all’aria aperta era tantissima. Devo dire che mi sono mancate molto le mie compagne di squadra e anche l’emozione che si prova nello stare in gara. 
Il primo allenamento dopo il Coronavirus: ovviamente sulle strade e sulle salite della mia Val di Non. 
Il mese più bello per andare in bici: in assoluto direi maggio. Non è troppo caldo né troppo freddo. 
Il mese più brutto per andare in bici: indubbiamente gennaio. 
Come ti vedi tra 10 anni: considerando che ho 17 anni non riesco a immaginare il mio futuro tra 10 anni, però mi piacerebbe creare una famiglia e restare nel mondo del ciclismo. Ciò che è sicuro è che non perderò la voglia di fare sport e di inseguire degli obiettivi.


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