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Protocollo provinciale per le api: c'è chi dice no

mer 16 feb 2022 15:02 • By: almo

La Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino protesta. Romano Nesler: 'Prima il confronto, poi la firma'

TRENTO. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato la notizia di un patto a quattro per contribuire all’applicazione delle buone pratiche agricole sul territorio provinciale e alla contestuale salvaguardia del patrimonio apistico. Il Protocollo d’intesa – approvato dalla Giunta – coinvolge l’assessorato retto da Giulia Zanotelli e i rappresentanti dell’associazione produttori ortofrutticoli trentini (Apot) Ennio Magnani e dell’associazione apicoltori trentini Marco Facchinelli, oltre al presidente della Fondazione Edmund Mach Mirco Maria Franco Cattani.

Il documento stabilisce gli impegni dei diversi soggetti coinvolti e prevede la costituzione di un tavolo tecnico provinciale per monitorare le buone pratiche agricole e per approfondire le varie tematiche legate all’ortofrutticoltura sostenibile e all’apicoltura. Saranno dunque stabiliti gli strumenti informativi, di monitoraggio e di valutazione delle pratiche adottate dai diversi soggetti, accanto alle attività di ricerca, formazione e aggiornamento degli operatori del settore.

Tuttavia, dal mondo apistico arriva un moto di protesta.

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In Trentino infatti sono presenti 6 associazioni di apicoltori e solo una di esse ha aderito al protocollo promosso dall’assessorato.

Le altre 5, riferite ai territori delle valli di Sole, Rendena, Lagarina, Sugana, Fiemme e Fassa, riunite in una Federazione provinciale non hanno aderito e, soprattutto, rappresentano la maggior parte degli apicoltori trentini.

A rappresentare la Federazione è il presidente, Romano Nesler, che in una nota ha ribadito precise posizioni: “Abbiamo a cuore la problematica perché l’apicoltura sta subendo gravi danni a causa di un avvelenamento cronico delle colonie di api causato da fitofarmaci. Siamo di conseguenza disponibili e interessati al dialogo ed al confronto nell’ambito del tavolo tecnico. Saremo disponibili alla firma di un accordo solo quando, dopo discussione e confronto nel tavolo tecnico, si saranno trovati punti di convergenza con impegni concreti delle parti per migliorare la situazione attuale. Il documento che ci si propone alla firma attualmente non prevede nessuna azione concreta e, d’altro canto, ha la pretesa di avere la validità di un accordo fra le parti con durata come minimo quinquennale”.

Inoltre, prosegue Nesler, “se esclusi dal tavolo e dal confronto, non mancheremo di rimarcare ad ogni occasione opportuna, che eventuali accordi saranno privi di fondatezza perché l’apicoltura della provincia di Trento non sarà rappresentata al tavolo. Infatti la Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino rappresenta cinque delle sei associazioni presenti in provincia e più di mille apicoltori distribuiti su tutto il territorio provinciale: una schiacciante maggioranza del patrimonio apistico provinciale che, come da dati dell’Anagrafe Apistica Nazionale, in Trentino è in mano ad apicoltori non professionisti”.

Gli fa eco Francesco Moratti, presidente degli apicoltori solandri: “Troviamo inaccettabile dover aderire a un protocollo per poter sederci a parlare dei problemi dell’apicoltura. Noi restiamo sempre disposti al confronto, ma senza nessuna firma a priori: prima ci si confronta e dal confronto stesso si può arrivare alla definizione di un protocollo condiviso”.  



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