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Addio monarchia, benvenuta repubblica

mar 02 giu 2020 08:06 • By: Alberto Mosca

La festa del 2 giugno e il Trentino, la più repubblicana delle province italiane

La storica prima pagina del Corriere della Sera

Trentino, la più repubblicana tra le province italiane. Ce lo dicono i numeri di quel giorno storico che oggi, 2 giugno, commemoriamo nel 74° anniversario.

La scelta tra repubblica e monarchia ebbe un risultato perentorio nella provincia trentina, non ancora autonoma: 192.123 voti per la repubblica, pari all’85% dei voti, 33.903 per la monarchia (15%).

Il clima in cui si svolse il voto fu senz’altro inedito, con le macerie dei bombardamenti e l’occupazione alleata, tanti trentini ancora prigionieri.

Alla fine l’Italia scelse la repubblica, con 12.717.923 voti contro i 10.719.284 della monarchia, esito annunciato il 10 giugno dalla Corte di Cassazione: un paese diviso a metà, con la repubblica trionfante in tutte le province a nord di Roma, tranne Padova e Cuneo, mentre la monarchia vinse in tutte le province a sud di Roma, con l’eccezione di Latina e Trapani.

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La repubblica ottenne il risultato più largo proprio in Trentino, la monarchia in provincia di Napoli.

E in provincia di Bolzano, come andò? Semplice, non si votò, dato che dopo la fine della guerra venne posta sotto il governo alleato, tornando sotto la sovranità italiana solo nel 1947, con il trattato di Parigi; come non si votò a Trieste, sottoposta a mandato internazionale. Non votarono per forza di cose i prigionieri degli alleati e gli internati nei lager nazisti non ancora rientrati.

Soprattutto, nonostante una leggenda dura a morire, non vi furono brogli, il voto fu regolare. Per la prima volta votarono le donne.

Le insegne del Trentino-Alto Adige/Südtirol alla parata del 2 giugno

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno, il Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi assunse le funzioni di capo provvisorio dello Stato, mentre l’ex re Umberto II lasciava il paese per l’esilio di Cascais. Contestualmente al referendum, gli italiani votarono per la costituzione dell’Assemblea Costituente, che nella prima seduta del 28 giugno 1946 elesse Enrico De Nicola capo provvisorio dello Stato. La sua carica si trasfigurò in quella di primo Presidente della Repubblica il 1 gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica italiana.



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