dom 27 mar 2022 19:03 • Dalla redazione
Il sindaco Valentini risponde alle critiche del consigliere provinciale Degasperi
VILLE D’ANAUNIA. “Sono contento che il consigliere condivida
con noi la preoccupazione e l’attenzione nella valorizzazione del Biotopo
Palù”. Il sindaco di Ville d’Anaunia Samuel Valentini, con un lungo
post, risponde a un post su Facebook a sua volta pubblicato dal consigliere provinciale
di Onda Civica Filippo Degasperi dal titolo “Nuova piscina/centro
benessere e mega parcheggio. A Ville d’Anaunia rischiano di sparire 6 ettari di
meleti e un biotopo”. “In questo momento la monocultura presente implica che
trattamenti fitosanitari siano continuamente eseguiti, nel rispetto della
normativa, ai confini del suddetto biotopo - commenta il sindaco -. Proprio lo
sviluppo di un centro a vocazione differente permetterà di allontanare il più
possibile le zone di trattamento da una vasta area protetta. Certamente la
soluzione non riguarda l’intero perimetro, ma è una soluzione concreta che
porta a un passo di miglioramento effettivo nella strada di valorizzazione del
biotopo. Valorizzazione che poi sarà perseguita anche nello studio di
fattibilità che avrà il compito di immaginare un centro che si integri
armoniosamente e che sia di rivalutazione di questa preziosa area naturale.
Ora, come da un progetto che vuole essere di fattiva tutela, come d’altronde
precisato in consiglio, si possa desumere che il biotopo rischia “di sparire”
non mi è del tutto chiaro, ma sarebbe bastato poco per sapere che l'intenzione dell'attuale
amministrazione è di fatto opposta e si inserisce in una situazione attuale ben
differente”.
Sul tema della difesa della monocultura, il sindaco dice di condividere la posizione del consigliere provinciale, ma, aggiunge, “anche in questo caso mi sento di rassicurarlo, sia perché la superficie destinata a coltivazioni in Val di Non è in continua crescita, sia perché a Ville D’Anaunia l’amministrazione precedente ha perfino deliberato di trasformare una parte di bosco in zona agricola”. “Non si ravvede quindi una particolare problematica nel destinare una porzione di territorio anche ad attività che forniscano dei servizi all'intera popolazione - continua -. Ricordo poi che nella stessa zona più volte negli anni sono stati ipotizzati sviluppi differenti sia con finalità produttive che agricole collaterali alla coltivazione, si tratta infatti di una delle poche aree agricole “non di pregio” presenti sul nostro territorio. L’estensione di sei ettari è poi stata definita sulla base di aree analoghe, ma non appena ci sarà un progetto definito tutta l’area che non sarà utilizzata verrà restituita alla sua destinazione precedente.
Ricordiamo sempre che a Ville D’Anaunia l'82% delle partite iva sono agricole e l'estensione delle coltivazioni a livello urbanistico supera abbondantemente gli 850 ettari (a cui vanno aggiunte tutte le coltivazioni su terreni che formalmente hanno una destinazione differente), quindi per la nostra amministrazione l’agricoltura è e sarà sempre una priorità, ma non a scapito dei servizi che possono essere dati a tutti i cittadini sul territorio e nemmeno a scapito di altre aree naturali, magari adesso adibite a bosco. Leggo poi con stupore che la vicinanza con il centro sportivo di Cles sia vista come una debolezza quando è una delle maggiori forze del progetto. Chiunque conosce un po' di storia locale sa che proprio la collaborazione fra Cles, Nanno, Tassullo e Tuenno (i tre Comuni che ora formano Ville D’Anaunia) ha permesso di avere un centro come quello attuale che è sempre utilizzatissimo (ma forse chi non è abituato a muoversi nelle Valli fa fatica a calare il proprio sguardo in un contesto non città-centrico). Quando si pianifica bisogna avere il coraggio di cercare queste aggregazioni, di costruire punti di ritrovo che siano efficaci per tutti, di calare le opere in un contesto di cooperazione. Avremmo potuto individuare un'area lontana dall’attuale centro sportivo? Magari nascosta in qualche viuzza di Ville D’Anaunia? Certo, avremmo potuto, ma non ditemi che avremmo dovuto o che avrebbe un qualche senso a livello pianificatore generale intestardirsi a separare strutture e aree fra loro naturalmente complementari.
Il tema sostenibilità economica sarà centrale a tutti gli studi e le progettazioni – dice ancora - affermiamo l'assoluta priorità della valutazione dei costi di gestione e della sostenibilità dei flussi. Ogni aspetto sarà valutato: nuove tecnologie per il risparmio energetico, la centralità rispetto alla Val di Non, la vicinanza geografica con i tre Comuni più popolosi, i 120.000 turisti estivi a Tovel e molte altre cose… Questa è un'opera che deve funzionare negli anni e che presenta una complessità ben elevata, ne siamo consapevoli. D'altronde questa attenzione alla gestione ordinaria è stata più volte ribadita in Consiglio. Tuttavia condannare a priori l'idea senza un minimo approfondimento non è da buoni amministratori. Non si capisce poi come l’idea possa essere definita un “disastro” (parole del Consigliere Degasperi) senza che di fatto esista allo stato attuale un progetto che possa essere valutato. Osserviamo in questo caso che è un “disastro” una semplice idea ben circostanziata e motivata, senza alcun ulteriore approfondimento. Un giudizio che invero sembra molto, forse troppo, tranchant. A me sembra di notare in questo modo di porsi del consigliere provinciale Degasperi, e spero davvero di sbagliarmi, un atteggiamento che purtroppo nelle Valli abbiamo visto spesso. Per prima cosa sembra che a priori un'idea sia sostenibile solo se nelle grandi città. Quindi, conseguentemente, l’ospedale di Cles dovrebbe essere chiuso, le scuole dovrebbero essere accorpate, i valligiani dovrebbero andare a nuotare a Trento, ecc… È un'idea che non amo e che in un certo senso è deleteria perfino per il concetto di autonomia. Perché se la Val di Non è piccola per i suoi quarantamila abitanti rispetto ai centoventimila di Trento, e questo legittima Trento ad accentrare quanti più servizi, allora in che modo difenderemo l'idea che Trento ha una sua unicità rispetto a città dieci o venti volte più grandi? In secondo luogo reputo davvero deleterio che su un progetto locale, ancora in corso di studio, il Consigliere Degasperi cali l'ipotetica mannaia della Giunta Provinciale, da lui vista come uno spauracchio da additare anche contro le idee in corso di definizione dei territori. Scrive infatti “abbiamo presentato un'interrogazione alla Giunta affinché venga valutata la sostenibilità economica e ambientale dell'opera e per valutare un'alternativa al progetto, più sostenibile, capace di sfruttare a pieno le risorse già esistenti nel pieno rispetto del biotopo e dell'ambiente circostante”. Ma come si può valutare un'alternativa ad un progetto che è ancora in corso di definizione? Come si può valutarne la sostenibilità? Si dica piuttosto che il “progetto” va bloccato sul nascere, va tolta la possibilità al territorio di fare uno studio, va tolta la possibilità alle valli di pensare in autonomia. Si dica che deve essere Trento a decidere cosa si fa a Ville D’Anaunia o a Cles o in qualunque altro paese. Si dica che deve essere Trento a scegliere, si dicano queste cose. Oppure ci si lasci lavorare su un progetto che vogliamo mettere a disposizione delle nostre comunità. Se poi approvata la variante urbanistica, a noi necessaria per investire risorse ulteriori nello studio dell’area, e fatto uno studio di fattibilità vedremo che veramente il progetto non è sostenibile saremo i primi ad accantonarlo. Ma non perché proposto da una piccola valle, ma perché razionalmente avremo visto che a malincuore non si potrà fornire questo importante servizio ai nostri concittadini. Come sindaco - conclude - continuerò a portare avanti progettualità nell’interesse dei miei concittadini, nel rispetto delle competenze e delle autonomie dei territori, altrimenti, semplicemente, non farei il mio dovere”.