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Il castello di Ossana celebra la sua antica proprietaria: Bertha von Suttern

mer 13 lug 2022 12:07 • Dalla redazione

Nella mostra di Silvio Cattani, l"omaggio alla vita della prima donna premio Nobel per la Pace

OSSANA. Un"installazione artistica, un messaggio di pace e di speranza. Ma anche, se non soprattutto, la celebrazione di una donna eccezionale e del suo immenso contributo. Sono gli elementi che caratterizzano "Giù le armi", l"allestimento realizzato presso il Castello di San Michele, a Ossana, che sarà inaugurato sabato 16 luglio a partire dalle ore 17. L"iniziativa, a cura di Silvio Cattani, artista trentino con al suo attivo esposizioni personali anche a livello internazionale (è attualmente in corso una sua esposizione dei suoi dipinti a Shanghai), prende il nome dal titolo del più celebre romanzo di Bertha von Suttner, autrice viennese già proprietaria del castello e prima donna adessere insignita del Nobel per la Pace. Un"assegnazione, deliberata nel 1905, che riconosceva il lungo impegno per il contrasto ai conflitti e al militarismo del suo tempo. Una presa di posizione forte che riecheggiava già nelle pagine del suo romanzo più celebre, pubblicato la prima volta a Dresda nel 1889.

«La cosa più stupefacente, a me sembra», scriveva Bertha, «è che gli uomini non cadano in ginocchio prestando il giuramento più appassionato di fare la guerra alla guerra e, se sono re o principi, non gettino via la loro spada e, se invece non hanno il potere, non consacrino almeno la loro attività di parola, di penna, di pensiero, d"insegnamento e di azione ad uno scopo: giù le armi!». Parole di eccezionale potenza, dunque. Che appaiono anche di stretta attualità .

L"intervento artistico al castello è costituito da due momenti. Il primo vede tre opere pittoriche astratte di grandi dimensioni collocate ai piedi del mastio. I dipinti realizzati da Cattani segnano lo spazio suggestivo del castello e lanciano un messaggio potente attraverso la vitalità del colore rosso e i segni che ne solcano la superficie. Avvicinandosi al terzetto delle immagini gli spettatori scoprono un microcosmo di segni esplorando così l"opera nei suoi dettagli. Il secondo momento è rappresentato invece dall"inserimento di elementi più piccoli, una sequenza di aste dipinte lunghe non più di un metro che richiamano l"idea di un giardino fiorito in uno dei punti più panoramici del castello. La combinazione tra l"effetto cromatico e lo spazio visivo a perdita d"occhio costituisce la chiusura ideale del cerchio e affida all"opera il compito di lanciare un monito di speranza.

Altre iniziative contribuiranno a rafforzare il senso estetico e lo spirito dell"iniziativa. 



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