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Samantha Cristoforetti: ‘La stazione spaziale mi mancherà’

mar 18 ott 2022 16:10 • By: Elena Gabardi

Cristoforetti è la seconda donna nella storia mondiale dell'esplorazione spaziale per tempo trascorso in orbita: 370 giorni

Samantha Cristoforetti nel corso della conferenza stampa (ph. www.esa.int)

COLONIA. A pochi giorni dal rientro sulla Terra l'astronauta trentina dell'Agenzia Spaziale Europea ha raccontato alla stampa l’emozionante avventura della missione spaziale Minerva, appena conclusa. Una missione da record per un'italiana e per un’europea: la prima astronauta europea a compiere una passeggiata spaziale, la prima a comandare la Iss.

«È stata un'esperienza intensa e molto sfidante da tanti punti di vista», ha sottolineato Samantha Cristoforetti, che ha condiviso le emozioni della sua ultima missione spaziale durante la conferenza stampa organizzata dal Centro per l'addestramento degli astronauti dell'ESA a Colonia: «Grazie a tutti per avermi dato l'opportunità di avere volato due volte, è stato un privilegio».

E aggiunge a proposito della passeggiata spaziale: «Una grande sfida che lascia forti emozioni che continui a elaborare in seguito. Dal punto di vista fisico la tuta russa è molto rigida, ed era faticoso lavorarci dentro. Inoltre è di taglia unica ed io sono al limite basso dell'altezza. Poi le attività da svolgere (lanciare minisatelliti e manutenzione, ndr) erano complesse. Negli ultimi 20 minuti c'è stata tuttavia la possibilità di guardarsi intorno ed è stato ancora più trascinante. Da un punto di vista mentale mi sono sentita molto preparata e molto a mio agio fin dal primo momento. È un’incognita quando si esce all’esterno, prima di uscire non lo sai come reagirai, succede che le persone si sentano disorientate». 

Dei 170 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale spiega: «A bordo dell’Iss c'è un clima molto bello, di affiatamento, di legami forti in un gruppo che lavora insieme per gli stessi obiettivi mettendo davanti le cose che uniscono e da parte quello che è conflittuale.

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La stazione spaziale mi manca e mancherà, ho passato un anno lì, in due missioni».

Lo spettacolare ammaraggio al largo della Florida nell’oceano Atlantico è stato l’epilogo del suo secondo viaggio spaziale che, dopo la missione ISS Expedition 42/43 Futura tra il 2014 e il 2015, la portano ad oltre un anno di permanenza nello spazio. Cristoforetti è così la seconda donna nella storia mondiale dell'esplorazione spaziale per tempo trascorso in orbita: 370 giorni. Davanti a lei solo la statunitense Peggy Whitson, con ben 665 giorni, dietro altre 78 fra astronaute, cosmonaute e taikonaute dal 1962 ad oggi.

«Ero molto curiosa, mi facevo molte domande sull'effetto di arrivare nel mare dopo tanti mesi in orbita invece di giungere sulla terraferma come avviene, anche in maniera a volte brusca, con la Soyuz» spiegando la differenza tra l’ammaraggio ed il ritorno a Terra con la navicella Soyuz come fu nella prima missione. «Mi domandavo, ad esempio, che ne sarebbe stato dell'equilibrio. A ogni modo il rientro con la CrewDragon è molto simile come velocità, "G" da assorbire, Terra che si avvicina maestosamente, fiamme che avvolgono la navicella per l'attrito con gli strati dell'atmosfera e che vediamo dai finestrini e poi il forte rallentamento causato dall'apertura dei paracadute. Invece lo splashdown è molto dolce e siamo stati fortunati, il mare era calmo e ci siamo sentiti cullare dalle onde. Nessuna nausea. E anche sulla nave appoggio che issa a bordo la navicella non c'è stato alcun problema con il rollio, anzi è stato piacevole».

Ha detto ancora Cristoforetti: «È importante acquisire la consapevolezza che lo spazio non è un'avventura separata dalle vicende umane, è un fattore di crescita economica per i Paesi, ricchezza e benessere. Per quanto riguarda le competenze tecnologiche, le capacità di innovazione e di crescita economica, in generale per la capacità di un Paese di rispondere alle esigenze dei cittadini». Sono importanti anche «gli esperimenti scientifici che si conducono nello spazio, per le ricadute che potranno avere sulla Terra. Lo spazio è anche molto importante per coltivare i talenti e incoraggiare i giovani allo studio delle materie scientifiche».

L’astronauta trentina trascorrerà le prossime settimane a Colonia, in Germania, per la riabilitazione dopo il lungo periodo vissuto in assenza di peso e per i test post-volo relativi ad alcuni esperimenti di fisiologia che ha condotto sulla Stazione Spaziale. Ma il futuro è ricco di progetti: «La Luna, attraverso il programma Artemis che prevede sia la stazione cislunare Lunar Gateway sia il nuovo sbarco sul satellite, resta una possibilità ed è legittimo coltivare il sogno».

E allora, in bocca al lupo.

 

 

 



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