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I pasoloti da Cogol

gio 05 gen 2023 16:01 • By: Piergiorgio Canella

Il nostro viaggio tra i soprannomi dei paesi delle valli del Noce appassiona i lettori: Piergiorgio Canella ci spiega il significato di quello degli abitanti di Cogolo

COGOLO. Con molto stupore ho notato che molte persone, anche di una certa età, non sanno a cosa è legato il soprannome di “Pasoloti”, riferito agli abitanti di Cogolo.

Una volta nella coltivazione dei campi veniva fatta la rotazione delle colture. Si iniziava con le patate, dopo il raccolto autunnale negli stessi campi veniva seminata la segale. La segale maturava a fine agosto e, dopo averla raccolta, si seminavano delle rape per poi ricominciare il ciclo con la semina primaverile delle patate.

Le rape avevano a disposizione solamente i mesi autunnali e non tutte riuscivano a maturare. Durante il raccolto prima dell'arrivo della neve veniva fatta una cernita; quelle più grosse venivano mangiate subito, condite o fatte macerare tipo crauti, mentre quelle più striminzite venivano appese nelle aie dei masi e fatte appassire per essere consumate nei mesi invernali, prendendo il nome di “pasoloti”.

Autoroen Aprile

Probabilmente questa pratica era molto diffusa nel paese di Cogolo e da qui il soprannome agli abitanti.

A proposito di rape mi ricordo una domenica pomeriggio del gennaio 1975, ero attaccato allo schermo del televisore poiché durante la trasmissione televisiva, condotta da Renzo Arbore, era previsto un collegamento in diretta con Marilleva. Per l'occasione si esibiva il Corpo bandistico Giampaolo Caserotti della Val di Peio e Mezzana, dove suonava mio padre.

Terminata l'esibizione musicale il presentatore si avvicinò a uno dei componenti; era il famoso attore comico Ugo Tognazzi travestito da bandista con tanto di divisa e trombone. Il conduttore chiese in che modo riuscivano a campare gli abitanti della Valle.

Il finto bandista rispose: “Noi per vivere facciamo delle rapine”.

“Delle rapine”, esclamò il conduttore.

Si, si, delle rapine, ma non come quelle di Vallanzasca (noto rapinatore dell'epoca), delle piccole rape, delle rapine appunto, confermò Ugo Tognazzi.

La battuta era nata dal fatto che molti componenti del gruppo provenivano da Cogolo, erano dei “Pasoloti”. 

 



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