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Nuova Banca regionale, per Mattarei dettata da ‘logiche bancarie di sviluppo’

mer 22 feb 2023 11:02 • Dalla redazione

La presidente della Coop Vallate Solandre ragiona su quanto sta avvenendo nel mondo del credito cooperativo

TRENTO. Spopolamento, punti vendita, presidio del territorio, valori e credito cooperativo. È una panoramica a 360 gradi sul mondo della cooperazione quella che Marina Mattarei, presidente della Famiglia Cooperativa vallate solandre e già presidente della Federazione trentina della Cooperazione, fa in un’intervista rilasciata all’agenzia giornalistica Opinione. 

In particolare, Mattarei, incalzata con una domanda, analizza anche quanto sta accadendo nel settore del credito cooperativo. E se sulla chiusura degli sportelli delle Casse rurali evidenzia come “credito e consumo sono di fatto sovrapponibili come modello di cooperazione di servizio o di utenza, dove per entrambe le basi sociali il rapporto mutualistico non si sviluppa attraverso il lavoro e il reddito che ne deriva”, sulla nascita della “Banca per il Trentino Alto Adige – Bank für Trentino-Südtirol” dalla fusione tra Cassa di Trento e Cassa rurale Novella e Alta Anaunia non si dice stupita. 

“Perché, mi chiedo, tanto scalpore – si chiede Mattarei -? Io non sono affatto stupita, come probabilmente non mi scandalizzeranno altre tappe future del processo industriale riorganizzativo del credito, innescato, è bene ricordarlo, dalle decisioni assunte da tutto il credito cooperativo in attuazione della riforma avviata nel 2016. Un percorso tribolato, quello sì, dove qualunque dibattito, approfondimento, valutazione dei potenziali rischi per la mutualità e la territorialità e individuazione delle possibili tutele, richieste di chiarimento sui ruoli e le responsabilità in un’ottica di sistema sono stati snobbati e boicottati con un’arroganza inaudita.

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Dove l’emarginazione progressiva delle Federazioni delle Casse Rurali e BCC ha impedito quell’azione di lobby sindacale che avrebbe inciso efficacemente sulle norme di proporzionalità da applicare alle Casse Rurali, in grado di tutelarne la biodiversità e non costringerle a fondersi per non sparire come abbiamo visto in questi anni. Partiamo dai nomi e dai simboli – continua Mattarei -: quante voci sdegnate si sono levate quando la Cassa Rurale di Trento, unica tra le consorelle trentine, si è scrollata di dosso quell’atavico ‘rurale’ rimanendo una semplice Cassa? Quante reazioni all’eliminazione del logo delle Casse Rurali in virtù di un anonimo cubo di CCB accompagnato eventualmente (per concessione d’autonomia alle singole CR) da altre simbologie creative individuali? Quale scalpore alla comunicazione di recesso dalla Federazione nel 2018 di CCB? Quanto sconcerto si manifestò quando nel 2019, unilateralmente, CCB comunicò alla Provincia e a Banca d’Italia, ignorando la Federazione, che anche le Casse Rurali non sarebbero più state qualificate a carattere regionale, in quanto associate al Gruppo Bancario e quindi soggetti vigilati significativi? E potrei continuare con ulteriori passaggi documentati di spregio istituzionale alla Federazione, narrati con la favoletta buona per i bimbi dei difficili rapporti personali dei presidenti Fezzi prima e Mattarei poi con i vertici di CCB! Mi permetto di esortare tutti coloro che, in virtù dei rispettivi ruoli istituzionali, hanno sin qui plaudito per convincimento o per opportunismo o per pavidità e ignavia al processo di mutazione genetica cui si è voluto sottoporre il credito cooperativo, a continuare per coerenza quegli stessi atteggiamenti di corresponsabilità e a rispolverare un’antica virtù qual è quella del pudore, tacendo. Non è certo da oggi che la Federazione della Cooperazione non ha più alcuna voce in capitolo circa la strategia del credito – conclude Mattarei -, come su tutti gli altri settori peraltro, e i tentativi per riportare a essa dignità e onore istituzionali sono stati brutalizzati dagli stessi che ora si stracciano le vesti! Se, come ebbe a sentenziare un consigliere federale, oltretutto non rappresentante del credito, all’alba dell’operazione Carige di CCB dello stesso presidente Fracalossi, era doveroso suonar le campane a festa in quanto trentini, applichi ora lo stesso metro di giudizio il presidente Simoni su questa operazione di fusione e di espansione che ha la stessa matrice: logica bancaria di sviluppo, né più né meno, alla quale auguro di cuore maggior successo rispetto all’avventura ligure”.

 

 



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