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Nambino, in settanta per dire che un altro turismo è possibile

dom 12 mar 2023 14:03 • Dalla redazione

La manifestazione delle associazioni di protezione ambientale

CAMPIGLIO. Sono una settantina le persone che questa mattina sono salite fino al Lago di Nambino a Madonna di Campiglio per dire che è possibile immaginare un altro inverno, meno legato alla monocultura dello sci e più sostenibile. 

Ideata da The Outdoor Manifesto, la manifestazione "Reimagine Winter", oltre che in Val Rendena, si sta tenendo contemporaneamente in 8 regioni italiane e in 11 località montante: in Trentino si manifesta anche in Panarotta, ma poi c'è la Lombardia con Monte San Primo (Como), Piani di Artavaggio (Lecco) e Montecampione (Brescia), il Piemonte con l'Alpe Devero – Verbano Cusio (Ossola), il Veneto con Arabba (Belluno), il Friuli Venezia Giulia con Sella Nevea (Udine), l'Emilia Romagna con il Corno alle Scale (Bologna), mentre a Bologna città è presente un banchetto informativo sulla nuova seggiovia Polla – Scaffaiolo e il progetto di collegamento via fune tra il versante pistoiese e quello bolognese del Corno alle Scale.

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E poi ancora in Abruzzo a Roccamorice (Pescara) e in Lazio al Terminillo (Rieti). Segno che, dice Luca Albrisi, promotore dell’iniziativa, “questo sentimento ormai è condiviso e diffuso in tutta Italia”. La manifestazione, infatti, ha raccolto il sostegno di numerose realtà e associazioni di protezione ambientale da Mountain Wilderness Italia, a Italia Nostra Trentino e WWF Trentino fino alla Sat, solo per citarne alcune.

“L’obiettivo non è fermare gli impianti che hanno rappresentato un’industria importante per le terre alte – precisa Albrisi – ma far capire che oggi è importante rinnovare e cambiare un modello turistico che oggi, con la situazione climatica che stiamo vivendo, la siccità idrica di questo periodo e gli inverni che stanno diventando inesistenti, non è più sostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche, sociale ed economico”. A Serodoli non è la prima volta che si manifesta. Già nel 2014 le associazioni di protezione ambientale erano salite al lago per contrastare il progetto di sviluppo portato avanti dalle società impiantistiche. Una contrarietà che si rinnova oggi dopo il manifestarsi di una nuova volontà di perseguire questa strada manifestata dalle funivie  in occasione delle assemblee degli azionisti. 



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