Skin ADV

Famiglie gay e adozione

dom 26 mar 2023 09:03 • By: Renato Pellegrini

Non si può valutare tutto coi criteri del passato

Ho riletto in questi giorni di aspre polemiche un articolo che Massimo Recalcati, psicanalista a me caro, aveva scritto qualche anno fa sul quotidiano La Repubblica. Il tema è quello delle famiglie composte da due donne o due uomini e dalla possibilità per loro da adottare un figlio.

Non è una questione facile. Oggi nessuno ha dubbi. Ciascuno ha solo certezze, propone studi che gli danno ragione, esperienze che escludono di netto ogni altra possibilità. Io cerco solo di ragionare. Non cerco certezze, mi lascio interrogare dal dubbio. E dunque ho una domanda che mi torna alla mente, perché riviste, trasmissioni televisive e dibattiti vari la fanno riaffiorare: le famiglie omogenitoriali sono davvero una realtà non degna di tale denominazione?

Qualcuno cerca la risposta guardando quasi con apprensione alla Bibbia. Ma «il testo biblico indica con forza che il mistero della generazione della vita e della sua accoglienza non può mai essere ridotto materialisticamente alle leggi della natura perché porta con sé quel miracolo della parola senza il quale l’umanizzazione della vita sarebbe semplicemente impossibile». (Massimo Recalcati) 

E la parola è il nome proprio di un figlio, di una figlia, che va ben oltre l’amore generico per la vita.

Elektrodemo

Quel figlio, dice lo psicanalista, non si riduce «a un mero meccanismo di cellule» e forse proprio questo ci dice che essere genitori eccede ogni legge della natura, perché la generazione di un figlio è molto più della crescita di un filo d’erba e di una pioggia che cade dal cielo e rigenera la natura campi e prati assetati. «Non è sufficiente uno spermatozoo o un ovulo né per generare davvero un figlio, né per fare un padre o una madre. Vi sono padri e madri naturali che hanno abbandonato i loro figli, che non sono mai diventati genitori, che non hanno alcun interesse per la vita dei figli che hanno naturalmente generato. Vi sono coppie eterosessuali che non hanno nessuna idea di cosa sia l’eteros, il rispetto e l’ammirazione per la differenza dell’altro che la lezione dell’amore esige». (M.Recalcati)

Ma allora da dove nascono i miei dubbi? Banalmente potrei dire dal fatto che non trovo risposte certe nemmeno in molti studiosi. C’è ad esempio chi ha affermato che noi siamo maschi e femmine, che la «natura è eterosessuale. E il bambino ha bisogno di un padre e di una madre. Punto”. (Umberto Galimberti, L’Espresso 18 novembre 2004).

Ma poi lo stesso autore ha scritto che “nessuna ricerca dimostra che i figli adottati da coppie omosessuali crescono squilibrati”. Molti studiosi e molte associazioni specialistiche si sono espresse ufficialmente valutando senza danni la crescita di un bambino per opera di genitori gay. Diversa è la posizione del mondo cattolico, secondo parte del quale se l’omosessualità è una disgrazia, l’adozione da parte di omosessuali è una tragedia. C’è anche la Corte costituzionale che ha sancito la irrilevanza della omosessualità dei genitori ai fini della idoneità genitoriale e dello sviluppo equilibrato di un minore, e ha anche concesso la adozione a coppie omosessuali.

E dunque? È importante attendere, essere attenti al tempo che passa e che inevitabilmente porta in sè qualcosa di inedito. Non si può valutare tutto coi criteri del passato. E anche i criteri morali non possono fermarsi a un tempo che non c’è più. E comunque oggi c’è un fatto che dovrebbe far riflettere: i bambini che hanno una famiglia con due mamme o due papà possono avere o no gli stessi diritti degli altri? Non deve forse uno stato laico garantire anche a queste famiglie uguali diritti? 



Riproduzione riservata ©

indietro