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Ciao, Andrea!

dom 16 apr 2023 08:04 • By: Renato Pellegrini

È lecito interrogarsi su un progetto che a detta di tutti si è rivelato difficile se non sbagliato e valutarne l’utilità in relazione agli obiettivi. Ma è anche necessario non dimenticare il primato di una vita umana, meglio, della singola persona, rispetto a tutti gli altri esseri viventi

La bara di Andrea Papi esce dalla chiesa di Caldes

Andrea, figlio, fratello, fidanzato…  amico che nella comunità di Caldes viveva con entusiasmo la sua giovinezza e guardava con fiducia al futuro.

Andrea, che mentre correva sui suoi monti, sulla strada sua e di tutti è stato sbranato da un orso. Per lui migliaia di persone hanno pianto, lo hanno accompagnato a sepoltura in un silenzio irreale. Per lui s’è fermato un paese, una valle, una regione e altro ancora.

Quel monte e quella strada frequentati da tanti, perché lì ci si va a fare la legna che serve a scaldarsi nei freddi inverni, perché lassù c’è una malga, ora fanno paura. Quel bosco è la casa della gente di Caldes; lo è stata quando ancora l’orso non c’era, oltre vent’anni fa, quando se ne stava in Slovenia.

Qui lo hanno portato senza valutare tutte le conseguenze, immaginando forse che diventasse come lo Yoghi dei cartoni animati con cui giocare e divertirsi. Ma non è stato così. Da tempo ormai l’orso lo si trova sotto casa o poco distante, lo incontri nei prati e sempre più frequentemente si fa aggressivo.

Secondo Nature dal 2000 al 2015 sono state 19 le morti causate dall’orso bruno in Europa che corrisponde al 6,6%, degli attacchi registrati nel continente (291, mentre a livella globale si parla di 664 attacchi).

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L’aggressione verificatasi mercoledì 5 aprile è l’ottava avvenuta in Trentino dal 2014 ad oggi: agosto 2014, Daniele Maturi viene aggredito da Daniza nei boschi di Pinzolo, dove stava andando in cerca di funghi; maggio 2015, Marco Zadra viene ferito ad un braccio da un orso mentre si trova a monte di Zambana Vecchia; giugno 2015, Wladmir Moliani viene assalito da un orso mentre corre in compagnia del cane ai piedi di Soprasass; luglio 2017, Angelo Metlicovec si trova vicino a Terlago in compagnia del suo cane quando viene colpito dall’orsa KJ2, uccisa il 13 agosto di quello stesso anno sul monte Bondone; giugno 2020, Fabio e Christian Misseroni vengono sorpresi dall’orsa JJ4, la stessa che si è resa responsabile dell’uccisione di Andrea Papi; agosto 2020, Diego Balasso viene colpito da M57 non distante dal centro di Andalo; marzo 2023 Alessandro Cicolini viene aggredito da MJ5 in Val di Rabbi, a malga Mandriole.

È lecito dunque interrogarsi su un progetto che a detta di tutti si è rivelato difficile se non sbagliato e valutarne l’utilità in relazione agli obiettivi. Ma è anche necessario non dimenticare il primato di una vita umana, meglio, della singola persona, rispetto a tutti gli altri esseri viventi.

Nella Bibbia si legge (ed è importante per chi crede) che Dio ha creato solo l’uomo «a sua immagine e somiglianza», in una posizione che anche il pensiero umanistico laico talvolta condivide con altre motivazioni. Il credente può esclamare con S. Ireneo: «Gloria di Dio è l’uomo vivente»!

Non voglio negare che l’attenzione per l’uomo e la sua vita non comporti anche una grande responsabilità nei confronti dell’ambiente e di tutto quanto ne fa parte. Custodire la nostra casa comune costringe talvolta a fare scelte impegnative e sofferte.

L’uomo deve tener conto che non gli è lecito ergersi a dominatore/soggiogatore del creato, perché potrebbe sentirsi autorizzato a distruggere e preparare sottosviluppo. Scrive Diego Andreatta, direttore di Vita Trentina: «Life Ursus - sul quale dovremmo a lungo riflettere - non è forse soltanto il titolo di un progetto finanziato dall’Unione Europea. Da oggi viene a indicare anche un esempio cruciale in cui - ben oltre la convivenza tra uomo e orsi - c’è un’armonia da ritrovare tra i criteri morali…»

Relativismo assoluto e nihilismo non aiutano a vivere serenamente a fare progetti in grado di offrire speranza. Andrea rimarrà vivo in mezzo a noi, se sentiremo un dovere di giustizia nei suoi confronti e ci impegneremo a conseguirlo.  



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