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Credenti e creduloni?

dom 23 apr 2023 11:04 • By: Renato Pellegrini

Breve rassegna di veggenti nelle valli del Noce

La Madonna piange, quando appare. Oppure sanguina. E parla, parla, parla. 

Nel Vangelo invece ha detto solo pochissime parole: «Fate quello che vi dirà», alle nozze di Cana e, prima, a Gesù dodicenne che si era smarrito nel tempio chiese: «Perché ci hai fatto questo?» E poi ha taciuto; quel suo silenzio era un grande ascolto. Ascoltava Gesù, perché sapeva che era Lui l’inviato da Dio. Ai nostri giorni invece parla. Troppo. Già papa Roncalli un giorno sbottò: «Per essere la madre di Dio, parla un po’ troppo”. E assomiglia anche a un impiegato delle poste, come ebbe a dire papa Francesco, a proposito delle apparizioni di Medjugorje. Ultimamente s’è trovata una veggente a Trevignano. Non so se è per convertirla che Maria parla con lei, ma per ora sembra piuttosto impotente. Non si è dimenticata nemmeno del Trentino la Madonna. E nel 1988, nel mese a lei dedicato (maggio), ha pianto a Mattarello, in un quadretto appeso nella camera da letto di una adolescente. Ma che può fare la Madonna se non piangere su un mondo avviato a una secolarizzazione distruttiva? Come sempre accade, purtroppo, cominciò il solito pellegrinaggio di curiosi, devoti, pie donne, pseudo convertiti ecc. Andavano all’abitazione del miracolo e a piccoli gruppi venivano fatti entrare nella stanza, momentaneamente trasformata in santuario. Nella penombra credevano di vedere lacrime sul vetro del quadro raffigurante la madre di Gesù. Un cronista della Rai pensò di avere un parere da un’autorità ecclesiastica. E lo chiese a monsignor Severino Visintainer (1932 – 2015), al tempo vicario generale della diocesi. Da teologo non gli servirono molte parole: «Quando in un’abitazione c’è un quadro di Madonna che piange… si chiama l’idraulico, se non c’è dolo, altrimenti si chiamano i carabinieri».

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E la Madonna preferì starsene serena e non pianse più. Le apparizioni furono rubricate come «disagio psichico».

 Qualcuno ricorderà anche un certo Salvatore Caputa, «veggente» che dal mantovano per qualche tempo si trasferì in Trentino e precisamente in Valle di Non. Nel febbraio 2002 a Flavon vi fu un confluire di automobili e devoti, tanto da allarmare le autorità competenti che decisero di intervenire per limitare il traffico tra i meleti. Nel frattempo il Caputa intesseva ispirati colloqui con la Madonna, che ogni domenica consegnava al «veggente» messaggi rivolti ai giovani. Erano inviti alla preghiera, alla penitenza e al digiuno. Come sempre in casi simili si chiedevano offerte che sarebbero servite al visionario a comperare un terreno in pianura padana. E lì sarebbero continuate le apparizioni della vergine. Nel frattempo in quel di Flavon era comparsa anche una croce bianca e azzurra alta sette metri e trentotto centimetri, simile a tante croci, apparse in quel periodo. Una fu eretta anche a Terzolas, più per attirare la curiosità di molti che per fede. L’idea di innalzare croci siffatte venne a una “veggente” francese, di nome Madeleine Aumont, che avrebbe visto e parlato con Gesù Cristo dal 1972 al 1978 ben 49 volte. Il vescovo di Bayeux – Lisieux, competente per territorio, dopo aver esaminato gli eventi proibì ogni devozione in tal senso. Ma… il card. Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, invece, le avallò. Inutilmente. Tornando a Caputa: da Flavon si spostò in Val di Sole, nella parrocchia di Commezzadura e teneva i suoi colloqui in un appartamento privato. Quando fu chiesto al parroco cosa ne pensasse, rispose sarcasticamente che a lui pareva piuttosto «maleducata la Madonna, se entra in parrocchia senza chiedergli il permesso…» E la Madonna forse la prese male e dopo un po’ non si fece più vedere. In molti ricorderanno l’episodio della «Madonna di Malé». 

Era l’estate del 1977 quando i giornali locali diedero ampio spazio alla notizia che nella borgata solandra una statua della Madonna lacrimava un liquido profumato. Venne chiamata la “Regina delle Valli”. Il supposto miracolo durò poco. Infatti il vescovo ben presto proibì di celebrare le messe davanti al quadro (27 agosto 1977). Qualche giorno più tardi il settimanale “Gente” scrisse che in un paese del Trentino «anche gli scettici credono al miracolo». Il tutto corredato da testimonianze di guarigioni prodigiose, mai dimostrate. Il vicario generale della diocesi di Trento, sempre mons. Severino Visintainer, intervenne dichiarando che “non è raro in caso di allucinazioni e pure di strumentalizzazioni in presunti fenomeni di questo tipo”.  E, guarda caso, si sarebbe scoperto qualche tempo dopo che dietro al quadro della Madonna profumata c’era un tubicino collegato a un flacone. Si potrebbe accennare ancora alla piccola Desiré Patané, di cinque anni, il cui cadavere fu trovato sul ripiano di un capitello fuori del cimitero di Commezzadura. Si sarebbe scoprì di lì a poco che era figlia di una coppia di squilibrati i quali, assieme a uno zio, avevano aderito a una setta che faceva dei digiuni e delle sevizie il viatico per l’aldilà. I coniugi Patané e lo zio della piccola, arrestati in Francia morirono, suicidi, di lì a poco.  



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